23 Aprile 2020 - 12.38

Da azienda di illuminazione alla produzione in 3D di mascherine

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Fino a qualche mese fa erano specializzati nel settore illuminazione. Adesso hanno deciso di convertire parte della propria produzione sfruttando la potenzialità delle stampanti 3D per realizzare mascherine salvavita col filtro intercambiabile. È questa la storia di Aggio Goup, azienda di Piombino Dese, nel Padovano, fondata dai fratelli Andrea e Alberto Aggio.

“All’inizio lo abbiamo fatto per i nostri dipendenti, i nostri fornitori e gli artigiani coi quali collaboriamo. Erano i primi giorni dell’emergenza, non c’erano mascherine sul mercato”, spiegano i due soci. “Poi ci siamo resi conto che potevamo produrre grazie alla stampante 3D dai 500 ai 1.000 filtri al giorno ad un prezzo inferiore rispetto a quello che gli speculatori proponevano al mercato. Per questo, abbiamo deciso di giocare la nostra parte nella lotta al Coronavirus sospendendo alcune delle nostre attività e concentrandosi nella battaglia contro la pandemia”.

Ad accelerare il cambiamento di paradigma produttivo aziendale, anche in questo caso, è stata la tecnologia connessa alla stampante 3D: è stata usata una Markforged Onyx One fornita dalla società trevigiana 3DZ. “La stampa in 3D è stata fondamentale per realizzare un prodotto duraturo, resistente, pratico e con costi contenuti – spiegano dalla Aggio – considerato che la scocca ha lunghissima durata e con pochi centesimi si può cambiare filtro dopo averla igienizzata”.

Ne è nata una mascherina prodotta in conformità all’art. 16 co. 2 D.L. 18/2020, che vanta un filtro intercambiabile in TNT polipropilene a doppio strato. Grazie alla struttura in Onyx è facilmente igienizzabile e duratura. I filtri si possono reperire con estrema tempestività e cambiare continuamente, questo distingue la mascherina padovana dalle altre sul mercato e le dona anche una valenza green: la possibilità di riutilizzo grazie al cambio filtro. Inoltre, è personalizzabile con loghi e stampe in rilievo.

La nascita di queste mascherine è collegata ad una certezza che hanno gli artigiani 4.0: la produzione di massa non è in grado di rispondere alle esigenze mediche collegate alla pandemia. È in corso un cambio di paradigma nella produzione e in questo scenario gli innovatori della stampante digitale stanno giocando un ruolo fondamentale. Per questo, è decisivo il ruolo di aziende come la 3DZ, che ha sede a Castelfranco Veneto, nel Trevigiano, una realtà che lavora in 16 filiali tra Italia ed Europa installando agli oltre 1.600 clienti migliaia di stampanti, scanner e software 3D. Il gruppo, che oggi si basa su un centinaio di dipendenti e fattura più di venti milioni di euro, ha come fiore all’occhiello 28 tecnici specializzati che ora si stanno impegnano in queste soluzioni alternative per giocare il loro ruolo della battaglia contro il Coronavirus.

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