Da Camporovere a Casa Sanremo: Elena Zotti canta “Ti aspetto”
di Anna Roscini
Ci sono voci che fanno più rumore di altre, voci che con la loro delicatezza e profondità sanno toccare le corde dell’anima. Sono passate quasi tre settimane dalla 71° edizione del Festival della canzone italiana, ma c’è una voce che fa ancora parlare di sé. Ventisei anni, originaria della frazione di Camporovere nel comune di Roana, Elena Zotti è da poco tornata da Casa Sanremo Live Box, una vetrina prestigiosa per tutti i giovani talenti che vogliono farsi conoscere nel mondo della musica. La cantante altopianese è salita sul palco del teatro Palafiori di Sanremo per cantare “Ti aspetto”, il brano scritto per il papà Roberto, scomparso due anni fa. Tra sogni che diventano realtà e progetti futuri, Elena ci racconta di questa emozionante esperienza.
Quando
è nata la passione per il canto?
«La
passione per il canto è nata da piccina. Ho cominciato a cantare nel
coro parrocchiale del mio paese e da lì ho pensato che il mio sogno
fosse proprio quello di diventare una cantante. Quando ero in quinta
elementare mia mamma mi ha iscritta alla scuola di musica di Asiago:
il primo anno ho preso lezioni di chitarra e poi ho iniziato con le
lezioni di canto fino alla seconda superiore. Ho continuato a
studiare per perfezionarmi nel canto lirico all’istituto musicale
di Thiene. Nel corso degli anni ho approfondito poi la conoscenza di
altri generi, come il jazz, il pop e il soul. Da cinque anni mi
esibisco con Fabio Vellar. Sul palco abbiamo una grande intensa e
insieme sappiamo creare una bella atmosfera. Sono grata ai miei
genitori per avere sempre creduto in me e per avermi permesso di
andare alle lezioni e alle prove, ovunque si tenessero. Hanno sempre
fatto di tutto per me».
La
musica fa da sempre parte della tua vita, ad oggi come concili musica
e lavoro?
«Sono
impiegata in uno studio di consulenza del lavoro. Quando non lavoro,
insegno canto e nel weekend cerco di ritagliarmi del tempo per
registrare nuovi pezzi e per scrivere. Il tempo libero lo dedico
volentieri alla musica. Negli ultimi mesi, da quando è uscito il mio
primo inedito “Ti aspetto”, ho trovato nuove energie. Non mi
aspettavo di avere un riscontro così immediato e positivo dalle
persone. Dopo avere pubblicato il singolo ho ricevuto un sacco di bei
messaggi e mi sono commossa: sentivo che la gente mi era vicina e
aveva compreso il messaggio che volevo dare. Penso comunque sia
importante cercare di restare se stessi ed essere sempre umili,
qualsiasi cosa accada. La mia vita rimane questa: ho il mio lavoro e
se un domani ci sarà l’opportunità di sfondare nel mondo della
musica ben venga. Al momento mi ritengo fortunata di quello che ho e
di ciò che sono riuscita a fare con tanto impegno. Sono felice che
la gente ascolti i miei brani perché significa che trasmettono
qualcosa».
Da
Camporovere a Casa Sanremo: come è iniziata questa avventura?
«La
chiamata a Casa Sanremo è avvenuta stranamente: mi ha contattato
questa manager che seleziona artisti emergenti per farli esibire
durante il Festival della canzone italiana. Dopo avere ricevuto la
chiamata, mi sono informata bene perché non mi sembrava vero; e
invece il sogno è divenuto realtà: il 2 marzo mi sono esibita a
Casa Sanremo ed è stato sicuramente emozionante. All’inizio non
ero agitata, però quando hanno chiamato il mio nome e sono salita
sul palco ho sentito le gambe tremare per un attimo. Sapevo che stavo
portando sul palco una canzone che emotivamente non è semplice per
me. “Ti aspetto” è un brano dedicato a mio papà che è
scomparso un paio di anni fa. Mi avrebbe fatto tanto piacere che ci
fosse stato lui in quel momento lì con me. Questa canzone mi
rappresenta in tutto e per tutto, così come rappresenta lui. Ed è
stato importante omaggiarlo per tutte le cose che ha fatto per me e
per la mia famiglia».
Hai
dei progetti per il futuro?
«Di
progetti ce ne sonotantissimi!
Pensavo di pubblicare un’altra canzone più allegra e fresca per
l’estate. Ci sono già un paio di canzoni, ma mi piacerebbe
concorrere per Sanremo giovani a fine anno e il brano dev’essere
inedito. Per questo pensavo di tenere uno di questi brani proprio per
le selezioni. Sto cercando poi di organizzarmi per proseguire con le
cover da caricare nel mio canale Youtube. Il periodo purtroppo non
permette concerti ed è da un anno e mezzo che non suoniamo live. Non
vedo l’ora di ricominciare: ne ho fatto uno la settimana scorsa
insieme a Fabio Vellar ma eravamo in un teatro con tutte le sedie
vuote e per quanto sia stato bello, mancava davvero il calore della
gente».