Dati INPS: cinque anni di artigianato
INPS: calano i lavoratori autonomi ma aumentano i dipendenti privati e pubblici dal 2014 al 2019. Nello stesso periodo i dati di Confartigianato raccontano di un settore, l’artigianato, che nel tempo ha saputo ri-organizzarsi
Diminuzione
dei lavoratori indipendenti e un aumento dei dipendenti sia nel
privato che nella Pubblica Amministrazione, lo dicono i dati diffusi
in questi giorni dall’Osservatorio dell’Inps per il periodo
2014/2019. Ma la lettura dei fenomeni legati all’economia delle
imprese vicentine viene integrata dalle analisi realizzate
dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Vicenza che ha preso
in considerazione negli stessi anni l’andamento semestrale su un
panel di 2.000 imprese artigiane socie e loro 11.000 addetti.
Dall’elaborazione vicentina dei dati INPS emerge che i
lavoratori autonomi artigiani nel 2019 diminuiscono del 13% rispetto
al 2014 (meno 4.265 unità), flessione più intensa rispetto al meno
10,2% registrato a livello nazionale. Più marcata la flessione anche
per gli altri lavoratori indipendenti con gli autonomi agricoli che
calano del 7,7% (meno 3,6% nazionale) e i commercianti che segnano
una flessione del 10,2% in provincia e del 4,8% a livello nazionale.
Nello
stesso periodo, le imprese artigiane vicentine calano del 4,9%, pari
a meno 1.214 unità, meno del trend a livello nazionale la cui
flessione è stata pari a 6,3%.
“I dati vanno letti e
interpretati perché spesso distraggono l’attenzione. La frenata
all’autoimprenditorialità c’è stata, è grave e merita una
riflessione per strumenti dedicati alla nuova imprenditoria, ma nel
caso del territorio vicentino è stata compensata dall’andamento
degli occupati. Questo significa che le imprese hanno avviato
processi di strutturazione (anche societaria) diversi rispetto al
passato: in cinque anni la forma giuridica ‘società di capitali’
è aumentata infatti del 20,6%. Ciò dimostra la ‘maturità’ e la
consapevolezza degli artigiani nell’affrontare, e presentarsi, sui
mercati, anche esteri, in maniera più solida – spiega Gianluca
Cavion, presidente di Confartigianato Imprese Vicenza-. Questo può
essere confermato da un altro fenomeno, contenuto ma importante, da
tenere in considerazione: la Camera di Commercio vicentina ha
rilevato che circa il 15% delle 938 cessazioni di imprese artigiane
avvenute nel primo semestre 2020 non ha comportato la chiusura
dell’attività, ma solo la perdita del ‘requisito artigiano’.
Quello di Vicenza è un trend probabilmente molto simile ad altre
realtà omogenee del Paese, un processo che nel vicentino dimostra
una dinamica risposta delle imprese alla realtà in mutamento. In
tutto ciò le scelte di evoluzione dell’offerta associativa
premiano la nostra lungimiranza in particolare rispetto ad alcuni
temi come il digitale e l’approccio a nuovi mercati”.
In
merito ai numeri sull’occupazione interviene Sandro Venzo, membro
della Giunta provinciale, con delega al Lavoro, Scuola e Formazione.
“Quanto alla crescita degli occupati nella Pubblica Amministrazione
essa è legata con buona probabilità alla ‘sostituzione’ del
personale uscente per raggiunti limiti di età e allo sblocco dei
concorsi, oltre che ad esigenze specifiche territoriali di alcune
aree nelle quali noi per primi abbiamo chiesto interventi ad esempio
per la pubblica sicurezza. Abbiamo bisogno di una PA efficiente e
snella che supporti l’attività imprenditoriale; la forte
preoccupazione è che l’obiettivo delle persone sia quello di
trovare un posto ‘sicuro’ al di là delle competenze e della
preparazione di ciascuno. Ricordiamoci che il valore aggiunto viene
prodotto nelle imprese che sostengono anche la PA con le tasse –
spiega Venzo -. Ciò premesso l’aumento dell’occupazione
dipendente è significativa se la leggiamo notando che il settore
dell’artigianato è ancora attrattivo avendo che in questi anni
investito in ambiti prima poco sviluppati e che sono man man
cresciuti. Penso ad esempio ai processi di innovazione tecnologica
che molte imprese hanno intrapreso introducendo al loro interno
figure nuove. O, ancora, al potenziamento dei mercati esteri che
richiede competenze articolate. Non a caso anche oggi sono proprio le
imprese artigiane quelle che cercano figure qualificate con
competenze tecniche e trasversali”.