11 Aprile 2025 - 16.20

De-estinzione: dopo il lupo cattivo si vuole fare tornare in vita il mammut lanoso, il dodo e la tigre della Tasmania

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Era scomparso dalla faccia della Terra 12.000 anni fa, senza lasciare tracce genetiche tra i suoi parenti più prossimi. Ora, grazie alla genetica, il lupo terribile potrebbe essere tornato.

A rilanciare la notizia è la rivista Time, che ha dedicato la copertina alla cosiddetta “de-estinzione” del Canis dirus, reso celebre dalla serie Game of Thrones. Simbolo della megafauna preistorica dell’ultima era glaciale, questo antico predatore visse per milioni di anni prima di scomparire definitivamente, vittima dell’isolamento evolutivo.

A riportarlo in vita sarebbe stata Colossal Biosciences, società texana di biotecnologia fondata nel 2021, che ha dichiarato di aver ricreato l’animale partendo da antichi frammenti genetici estratti da resti fossili: un canino di 13.000 anni e un piccolo osso risalente a 72.000 anni fa.

Sequenziato il genoma, ma è davvero lo stesso lupo?

Il DNA recuperato ha permesso ai ricercatori di ricostruire il genoma del Canis dirus e confrontarlo con quello del moderno lupo grigio (Canis lupus), con cui condivide un antenato comune risalente a circa 5–7 milioni di anni fa. Le due specie, però, si sono evolute separatamente, e dal punto di vista genetico sono distanti quanto lo sono l’uomo e lo scimpanzé.

Dall’editing genetico sono nati tre cuccioli: Romolo, Remo e Khaleesi, venuti alla luce grazie a una madre surrogata. Ma i dubbi non mancano. Secondo gli esperti, solo 14 geni sono stati modificati rispetto al lupo grigio. Troppo poco per poter parlare di vera resurrezione.

“Non è corretto dire che il lupo terribile sia stato riportato in vita. Si tratta, in sostanza, di un lupo grigio modificato”, ha dichiarato il genetista Anders Bergström, dell’Università dell’East Anglia, alla rivista MIT Technology Review.

Anche Beth Shapiro, esperta di DNA antico, invita alla cautela:

“L’obiettivo vero è sviluppare strumenti utili a prevenire l’estinzione delle specie. Il DNA antico non è sempre indispensabile, ma può aiutare a sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema”.


Dopo il lupo, il mammut lanoso e il dodo

Ma Colossal Biosciences non si ferma al Canis dirus. Tra i prossimi obiettivi c’è il mammut lanoso, estinto circa 4.000 anni fa. La startup sostiene di aver creato topi con peli dalle caratteristiche simili a quelli dell’antico pachiderma e di aver già isolato 25 geni comuni con l’elefante asiatico, che condivide oltre il 99% del DNA con il mammut. L’obiettivo è raggiungere 85 geni compatibili e ottenere i primi embrioni impiantabili entro la fine del 2026. Se i tempi verranno rispettati, il primo mammut lanoso potrebbe nascere entro il 2028.

Anche il dodo, il famoso uccello incapace di volare estinto nel XVII secolo, è sulla lista della società americana. Originario di Mauritius, il Raphus cucullatus è scomparso a causa dell’arrivo dell’uomo sull’isola. Colossal punta a reintrodurre la specie nel suo habitat originario grazie a tecniche di ingegneria genetica.


Il ritorno della tigre della Tasmania

Infine, la startup sta lavorando anche alla “resurrezione” della tigre della Tasmania, o Thylacinus cynocephalus, dichiarata estinta nel 1936. Considerato un flagello dopo la colonizzazione europea dell’Australia, l’animale fu sterminato. Ora la speranza è quella di riportarlo in vita grazie al genoma del suo parente più prossimo ancora in vita: il diavolo della Tasmania.

Senza date certe per dodo e tigre della Tasmania, la sfida della de-estinzione continua ad affascinare e dividere il mondo scientifico.

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