Della serie a volte anche le formiche si incazzano: la Liga denuncia il Paris Saint Germain alla Ue!
Bene o male anche quant’anno siamo arrivati a Ferragosto.
“Tempus fugit”, verrebbe da dire, ma qui il discorso ci porterebbe molto lontano, su tematiche che poco hanno a che fare con quello che costituisce da sempre il “giro di boa dell’estate”.
Tradizione vorrebbe che gli editoriali di Ferragosto siano tutti sole, mare, montagne, laghi, città d’arte, frotte di turisti in cerca più o meno di relax, vip in vacanza nei luoghi più esclusivi, il costume all’ultima moda, musica a go go ovunque (anche troppa per i miei gusti), Ministro dell’Interno che resta a Roma a vegliare sulla sicurezza di noi italiani visitando le caserme dei pompieri, polizia, carabinieri ecc., città vuote (ma da anni non è più così) e altri luoghi comuni.
Tutto sommato un’immagine d’Italia che in questa estate percepisco come falsata dal caro prezzi, dall’inflazione, dal netto calo delle presenze degli italiani (ma di questo parleremo fra qualche giorno), e che di conseguenza mi attira poco, tanto che ho deciso di parlare d’altro.
E visto che ieri vi ho intrattenuto sulle imprese di Cristiano Ronaldo in terra araba, e sul tentativo della Famiglia Reale di iscrivere il calcio saudita al club dei grandi campionati del mondo, a suon di vagonate di milioni da petro-dollari, oggi continuo a parlarvi di football.
Commentando una notizia che potrebbe creare un certo sconquasso nel ricco e dorato mondo del calcio europeo, ormai terra di conquista di famiglie reali, emiri ed oligarchi.
Quale?
Ve la riporto in spagnolo: “La LIGA considera que las subvenciones recibidas por el club desde Catar distorsionan el mercado y van en contra del Reglamento de Subvenciones Extranjeras de la UE”.
Il contenuto di questo comunicato della Liga Fùtbol iberica mi sembra abbastanza chiaro, e capite bene che potrebbe creare qualche guaio ad una delle squadre più titolate e competitive d’Europa: il Paris Saint Germain.
Già perché questo Club, di proprietà dell’emiro del Qatar, dopo aver salutato Messi, e alle prese con i “capricci” di Mbappè e Neymar (quest’ultimo ormai in partenza per l’Arabia Saudita), rischia ora di essere travolto da un terremoto dopo che la Liga, il maggiore campionato spagnolo, ha presentato alla Commissione Europea una denuncia, appunto contro il club parigino, per aver ricevuto sovvenzioni estere che distorcerebbero il mercato interno dell’Unione europea.
Ma cerchiamo di capire meglio.
Come abbiamo visto nel comunicato sopra riportato, la Liga “ha sporto denuncia alla Commissione europea per il fatto che i meccanismi di finanziamento del PSG generano una grave distorsione del mercato interno dell’Ue”.
Su cosa si basa questa denuncia?
Su un nuovo Regolamento Europeo, entrato in vigore il 12 luglio 2023, che riguarda le “sovvenzioni estere, concesse da Stati extra UE a imprese che svolgono un’attività economica nel mercato interno, ivi comprese quelle provenienti da società pubbliche controllate direttamente o indirettamente da uno Stato, comprese anche quelle concesse nel quinquennio antecedente l’applicazione del predetto Regolamento”.
E’ quindi facendo leva su questa nuova normativa che la Lega spagnola ha inviato la citata lettera alla Commissione, affermando che “il Psg ha ricevuto sovvenzioni estere dallo Stato del Qatar, che gli hanno permesso di migliorare la sua posizione competitiva e generare distorsioni significative in diversi mercati nazionali e dell’Ue”. La logica conseguente è che il Psg otterrebbe così risorse “a condizioni non di mercato che distorcono vari mercati correlati”, il che gli consentirebbe di “reclutare giocatori e allenatori ben oltre le sue possibilità in un normale scenario di mercato”.
Inoltre, avrebbe “entrate da sponsorizzazioni sportive per importi non corrispondenti ai valori di mercato”.
La Liga iberica conclude esprimendo la fiducia che la Commissione “prenderà le misure necessarie per eliminare distorsioni di mercato come quelle descritte, che danneggiano gravemente l’ecosistema sportivo”.
Non so se percepiate la portata di questa denuncia della Liga, che potrebbe costringere la Commissione Ue a dover imporre barriere o regole stringenti al finanziamento dei club calcistici europei da parte di soggetti extra comunitari.
Il fatto è che, finita l’epoca d’oro dei Presidenti Mecenati, per restare all’Italia gli Agnelli, i Moratti, i Berlusconi, il calcio europeo è sempre più condizionato (o inquinato?) da capitali più o meno trasparenti provenienti da ogni parte del mondo.
Che poi questi investitori esteri, arabi, cinesi, russi e quant’altro, siano anche un po’ tifosi, ha a mio avviso poca importanza.
Perché al di là del discorso pubblicitario e promozionale, il vero obiettivo dei nuovi “mister Smith del football” è quello di trasformare le società calcistiche da “monoprodotto” a “multiselling”, puntando anche alla costruzione di stadi plurifunzionali come da decenni stanno facendo in Gran Bretagna e Stati Uniti.
E, in effetti, è interessante rilevare come le percentuali delle proprietà straniere nei grandi club di alcuni Paesi europei abbiano raggiunto livelli già molto alti: addirittura il 75% nella perfida Albione, il 35 in Francia, il 30 in Italia e il 20 in Spagna. Solo nel calcio tedesco sembra esserci ancora il muro di Berlino, e continua a funzionare il “nein” per i capitali esteri.
Per ciò che attiene il calcio nostrano, a mio avviso sta vivendo un momento particolare, in quanto sta diventando sempre più residuale.
In passato sport ricco, ora sembra vivere una fase di declino che pare irreversibile, ed i risultati a livello di Nazionale azzurra (due esclusioni di fila dal mondiale) ne rappresentano la cartina di tornasole
Rimane comunque un brand importante dal punto di vista commerciale.
Per gli investitori stranieri le squadre italiane sono sicuramente un buon affare, dato che costano meno rispetto al passato, e sicuramente molto meno dei grandi club europei. L’interesse della Cina non è casuale: parliamo di un’economia emergente, con un impulso politico che dall’alto spinge per entrare nella piazza del potere calcistico.
Tornando, per concludere, alla denuncia della Liga spagnola contro il PSG, non so se, e in che tempi, la Commissione Ue potrà prenderla in esame, e se del caso applicare le normative previste dal nuovo Regolamento.
Non mi illuderei che possa portare ad un drastico ridimensionamento del ruolo dei capitali stranieri nel football continentale, perché anche a Bruxelles sanno bene che i soldi in qualche modo (lecito o meno lecito) riescono ad arrivare sempre là dove servono, e soprattutto che il calcio è un fenomeno sociale di tale portata da rendere difficile l’imposizione di regole e divieti poco graditi ad appassionati e tifoserie.
Anche perché proprio non ci giurerei che il nuovo Regolamento a Bruxelles l’abbiano pensato avendo in mente le società di calcio!
Detto questo, ovunque voi siate, BUON FERRAGOSTO da parte mia e di tutta la Redazione di Tviweb.
Umberto Baldo