Desertificazione: il 13 per cento della superficie vicentina è cementificata
“Da tempo denunciamo l’esigenza di una forte inversione di rotta da parte di chi programma lo sviluppo urbano. È fondamentale, infatti, che gli spazi verdi non siano sempre considerati residuali, ma centrali nella programmazione dell’utilizzo delle aree, al fine di ristabilire un equilibrio più a misura d’uomo e vivibile”. Con queste parole il presidente provinciale di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola, interviene in occasione della Giornata dedicata alla desertificazione.
L’osservazione di Coldiretti Veneto è legata alla Giornata della desertificazione proclamata dalle Nazioni Unite per oggi 17 giugno e dedicata al “Cibo, Mangini e Fibre” con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica rispetto al consumo dei suoli ed al mantenimento delle risorse idriche.
La presenza dei giovani in agricoltura è un grande contributo alla salvaguardia del territorio ed allo stesso tempo della conservazione della superficie agricola regionale. Nel complesso la superficie urbanizzata in Veneto ammonta a 224.000 ettari, ovvero al 12,2% del territorio, contro una media nazionale del 7,6%. Tra le province più interessate dal fenomeno anche Vicenza. Da non sottovalutare l’avanzamento del bosco, particolarmente significativo nelle zone di montagna a causa dell’abbandono dei prati pascoli (tra il 2000 e il 2010 si sono persi 31.000 ettari a prato ed a pascolo).
Per queste ragioni la legislazione regionale ha previsto uno stop all’urbanizzazione sfrenata; è però necessario assicurare un settore agricolo vitale per mantenere il territorio in modo adeguato. Fanno ben sperare i neo imprenditori agricoli che investono nel settore primario per progetti imprenditoriali all’insegna della qualità della vita. Lo confermano anche gli ultimi dati del bando del Programma di sviluppo rurale: 435 le nuove aziende agricole, 332 in pianura e 103 in montagna. Nonostante la crisi provocata dall’emergenza sanitaria, le pratiche presentate per il miglioramento delle strutture agrituristiche, fattorie didattiche e sociali sono 203, gli interventi richiesti di miglioria aziendale 754 e le misure per la gestione controllata della risorsa idrica 304. Per Coldiretti Veneto è uno spaccato interessante, che somma 1.696 istanze innovative e di ammodernamento pari ad un bisogno di 146,58 milioni di euro di cui assegnati solo 78 milioni. Da sottolineare che l’insieme delle linee attiva investimenti per oltre 300milioni di euro. Questi numeri sommati a quelli del triennio 2017-2020 fanno riferimento a oltre mille nuove imprese agricole, linfa vitale per una regione come il Veneto ai vertici nazionali per produzione di specialità Dop/Igp.
“Occorre tenere sempre più in considerazione i cambiamenti climatici – conclude Cerantola – con una decisa tendenza al surriscaldamento con il moltiplicarsi di eventi estremi con manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal maltempo alla siccità che compromettono le coltivazioni nei campi con costi ingenti, tra perdite della produzione agricola e danni alle strutture ed alle infrastrutture nelle campagne. In un Paese comunque piovoso come l’Italia che per carenze infrastrutturali trattiene solo l’11% dell’acqua, infatti, occorre un cambio di passo nell’attività di prevenzione per evitare di dover costantemente rincorrere l’emergenza con interventi strutturali”.