16 Dicembre 2019 - 16.10

Disturbi alimentari: una nuova sede al San Bortolo

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La struttura, presso l’ospedale S. Bortolo, è stata inaugurata questa mattina alla presenza dell’Assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin.
La nuova sede consente spazi più ampi per rispondere all’incremento della domanda assistenziale e una maggiore integrazione con le diverse specialità coinvolte nel progetto di assistenza multidisciplinare


Spazi più ampi per rispondere all’incremento della domanda assistenziale, ma anche la possibilità di favorire un’integrazione ancora migliore tra i vari specialisti coinvolti nel processo di cura, il tutto in una collocazione che garantisce il migliore equilibrio tra necessità assistenziali e bisogno di conservare il più possibile una sensazione di “normalità” del vissuto quotidiano.

Sono questi gli obiettivi della nuova sede del Centro di riferimento provinciale per i Disturbi del Comportamento Alimentare (CDCA) di Vicenza, inaugurato questa mattina alla presenza tra gli altri dell’Assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin, del Direttore Generale dell’ULSS 8 Berica Giovanni Pavesi, del dott. Andrea Danieli, direttore del Dipartimento di Salute Mentale, e della dott.ssa Alessandra Sala, responsabile del CDCA di Vicenza.

La nuova struttura è collocata nell’area De Giovanni all’interno dell’Ospedale di Vicenza e si sviluppa su una superficie di circa 380 mq, all’interno della quale sono collocate la sede del Centro Ambualtoriale con 7 studi e ambulatori e la sede del Day Hospital con i locali per le attività terapeutiche e riabilitative per un totale di 8 ambienti per 12 posti letto di day hospital. In particolare si sono potuti sviluppare gli ambienti cucina e sala da pranzo per le attività di riabilitazione nutrizionale e pasti assistiti e i locali deputati ad attività riabilitative ed espressive sia individuali che gruppali. Il tutto con un’equipe multidisciplinare composta da 8 operatori.

Rispetto alla collocazione precedente – commenta il dott. Andrea Danieli -, la nuova sede rappresenta un importante salto di qualità sotto molteplici aspetti: il primo e più importante è la possibilità, grazie a spazi più ampi e articolati, di rispondere in modo adeguato all’aumento dell’attività ambulatoriale e di day hospital che si è verificato negli ultimi anni, in linea con i dati i dati epidemiologici nazionali che sottolineano un progressivo abbassamento dell’età di esordio della malattia e un costante aumento nelle richieste di cura».

Da gennaio a ottobre di quest’anno, infatti, il CDCA di Vicenza ha registrato 170 nuovi contatti, per un totale di 312 pazienti in carico (poco meno della metà dei quali minorenni), più di 1.500 visite di controllo e 1.650 giornate totali di ricovero in day hospital. Nel corso del 2019, inoltre, ad oggi sono stati 25 i ricoveri ospedalieri gestiti in modo integrato del Centro DCA, secondo il protocollo in atto con i reparti di Medicina e Pediatria dell’ospedale di Vicenza che prevedono tra le altre cose due posti letto dedicati per queste patologie in entrambi i reparti. Inoltre, considerando anche l’età media delle pazienti – 17 anni per le utenti del day hospital, ma sono attualmente in carico anche pazienti di 11-12 anni – una particolare attenzione viene dedicata anche alla presa in carico dei familiari, con incontri dedicati e con uno specifico percorso psicoeducativo in due edizioni all’anno.

In questo contesto, il Day Hospital garantisce invece un’assistenza di secondo livello, con la possibilità di effettuare giornate valutative e trattamenti intensivi, indicati quando l’attività ambulatoriale risulti insufficiente.

A sottolineare altri benefici della nuova struttura è la dott.ssa Alessandra Sala, responsabile del CDCA di Vicenza:«La nuova sede potrà finalmente garantire spazi differenziati per le attività connesse alla riabilitazione nutrizionale (i pasti assistiti in primis) e per le attività di gruppo e individuali psicoeducative, espressive e di altro tipo che si svolgono nell’arco della giornata e che fino ad ora venivano effettate in un unico ambiente. Gli spazi ampliati permetteranno inoltre trattamenti che tengano conto dei differenti livelli di gravità, nonché dei diversi obiettivi terapeutici, considerando la costante presenza di minori in carico e i quotidiani accessi di pazienti degenti in medicina e pediatria, che frequentano la nostra struttura semiresidenziale nell’ambito del programma di trattamento integrato con questi reparti. Potremo inoltre implementare le attività rivolte ai familiari con percorsi psicoeducativi individuali e di gruppo e rafforzare la rete con le associazioni di familiari e utenti presenti nel territorio».

Un ultimo aspetto riguarda i benefici sul piano psicologico della collocazione scelta per la struttura, che non è stata affatto casuale: «Ci piace infine evidenziare – conclude la dott.ssa Sala – che la nuova sede ci consente di combinare la necessità di una collocazione ospedaliera del Centro, vista la gravità dei casi trattati e del rapporto continuativo con i reparti di degenza, con l’opportunità di un ambiente di cura aperto all’esterno, non eccessivamente medicalizzato e poco stigmatizzante, tenendo conto della giovane età dell’utenza media e della prospettiva riabilitativa presente durante tutto l’arco del percorso di cura».

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