Dopo il Covid-19 il maltempo: via le nuvole dal Veneto!
Lungo il litorale veneto questi sono giorni di prove generali per “testare” la nuova stagione turistica.
Che sarà senza dubbio una stagione “telematica”, visti gli obblighi di prenotazione non solo per gli stabilimenti, ma anche per le spiagge libere.
Che siamo ancora in una fase sperimentale lo testimonia il fatto che non tutti gli arenili sono attrezzati secondo le nuove regole imposte dai protocolli, ma gli operatori ci stanno lavorando, e sicuramente fra qualche giorno tutto sarà pronto per accogliere i bagnanti.
Come c’era da aspettarsi, dopo mesi di confinamento in casa, la gente ha tanta “voglia di mare”, di sole, di aria aperta, e lo si è visto sabato scorso quando le principali strade che portano al litorale veneziano, da Bibione a Caorle, da Jesolo a Cavallino Tre Porti, sono state prese d’assalto fin dalle prime ore del mattino, con code durante tutto l’arco della giornata.
Intendiamoci, siamo ben lontani dai numeri degli anni scorsi, ed in questa fase di avvio le prenotazioni hanno interessato soprattutto le spiagge libere.
Ma gli operatori si dichiarano ottimisti per il prosieguo della stagione, perchè vedono che la gente ha voglia di andare al mare, di muoversi, ed alla luce delle paure conseguenti al lockdown fino a qualche tempo fa ciò non era certamente scontato. E soprattutto perchè nelle spiagge tradizionalmente preferite dai turisti d’oltralpe, come Bibione, si sono già affacciati gli austriaci.
Ma a rovinare la festa ci ha pensato il meteo.
Che finora ha presentato un mese di giugno del tutto diverso rispetto agli anni scorsi, con piogge continue e nubifragi che non solo hanno provocato danni nel territorio della nostra Regione, ma che hanno sicuramente disincentivato molti dal recarsi sulle spiagge.
Ed al riguardo si sono già registrate le prime polemiche fra gli operatori turistici ed i previsori.
E’ il caso ad esempio dei gestori dei lidi di Rosolina Mare, che hanno dichiarato che se domenica 14 è stata una giornata fiacca, rispetto al pienone registrato il sabato, la colpa è stata dei “maghi della pioggia” e delle loro previsioni, risultate poi errate.
Infatti, hanno rilevato, che a parte qualche nuvola passeggera, ed un po’ di brezza, “Giove pluvio” non si è fatto vedere sulle spiagge del Delta, e chi ha rischiato ha passato una bella giornata, inviando foto e video agli amici che, dopo aver consultato una delle tante app. sul meteo, hanno creduto alle previsioni e sono rimasti a casa.
Siamo alle solite, e queste polemiche siate certi che ci accompagneranno durante tutta l’estate.
Ma mentre in altri anni le previsioni allarmistiche poi smentite dai fatti alla fin fine facevano parte delle regole del gioco, quest’anno simili errori accenderanno dispute al calor bianco, perchè la stagione è partita in ritardo, perchè in giro ci sono meno soldi, ed i gestori delle spiagge non possono permettersi cali di presenze da “meteo errati”.
Ma anche perchè, fino a quando le strutture ricettive non saranno a regime, e la stagione decollata, gli operatori dovranno contare soprattutto sul turismo pendolare, proprio quello che si muove solo con la ragionevole certezza di avere di fronte una bella giornata di sole.
Ma quello delle previsioni azzardate è un problema annoso, che ha coinvolto spesso anche il nostro Governatore Luca Zaia, ovviamente molto sensibile all’economia turistica del Veneto.
Che ad esempio già nel 2013 ebbe a dichiarare: “Si oscurino le previsioni meteo per il Veneto nei siti che forniscono questo servizio o procederemo per danni. Lanciamo un appello perché questi signori ci cancellino dalle previsioni del tempo: che facciano un’area tutta nera, non ci importa nulla. Meglio tornare a Bernacca, previsioni molto macro”.
Caro Presidente, lei ha ragioni da vendere, ma cosa vuole, a fronte delle giuste esigenze degli operatori turistici che non vogliono perdere clientela a causa di previsioni “fallaci”, c’è un business gigantesco, che vale milioni e milioni di euro di pubblicità, di questi siti meteo che per incassare hanno bisogno di titoli sensazionalistici, di enfatizzare sempre in negativo ogni evento meteorologico, al solo scopo di alimentare le nostre ansie.
Ma cosa vuole farci, a parte criticare il fenomeno, invitando i veneti ad affidarsi a previsori seri, professionali, e non coinvolti economicamente, quali quelli dell’ Arpav o dell’Aeronautica militare, che hanno il pregio di sviluppare modelli assolutamente aderenti alla realtà, limitandosi a previsioni a breve termine, due o tre giorni al massimo? Quelle, per capirci, ragionevolmente supportate dalla scienza e dagli attuali modelli matematici. Quelle che non utilizzano titoli enfatizzati, locuzioni drammatiche (sferzata, sciabolata ecc.) che rievocano mostri africani o artici, che utilizzano i nomi convenzionali delle perturbazioni (da Caronte a Scipione, da Lucifero ad Hannibal); quelle che non si azzarderanno mai a dettagliare il tempo “località per località”, e addirittura “ora per ora”, con temperature, livelli di umidità, indice UV, velocità e direzione del vento.
Oppure, ovviamente celiando un po’, visto la moda attuale delle “ordinanze”, che ci hanno accompagnato in questi mesi di pandemia, cui nessun uomo di potere ha rinunciato, potrebbe scrivere una bella ordinanza con cui intimare a Giove Pluvio, o a tutte le altre divinità della pioggia, di dirottare le nuvole dal Veneto, consentendo così al sole di “baciare” tutte le nostre località turistiche, marine e montane.
Vedi mai che possa funzionare!