Dopo il disastro Vaia rinasce la Piana di Marcesina
Partire dalla devastazione causata dalla tempesta Vaia, uno dei fenomeni atmosferici estremi più violenti degli ultimi anni, per aprire un ragionamento sulla possibilità di favorire una diversa struttura delle foreste, migliorare la biodiversità e rispondere agli effetti dei cambiamenti climatici che sollecitano sempre di più gli habitat forestali. Oggi nel Comune di Enego (VI) la manifestazione “Marcesina, la rinascita di una Piana” per celebrare la realizzazione del primo intervento di impianto e ricostituzione di 6 ettari e mezzo di bosco con la messa a dimora di 9.000 alberi e il recupero dei pascoli della Piana di Marcesina, l’area in assoluto più colpita dove le superfici forestali esistenti sono state quasi completamente distrutte. Intervento organizzato da Legambiente, FITT, Coldiretti Vicenza e Comune di Enego con il supporto della Regione del Veneto e di Veneto Agricoltura. Reso possibile grazie alla raccolta fondi promossa da Legambiente con Intesa Sanpaolo nell’ambito del progetto “Dopo la tempesta VAIA – Insieme per la rinascita dei boschi” a cui si è aggiunto un contributo economico di FITT e uno ulteriore che verrà elargito da Coldiretti Vicenza.
Una speranza per il futuro, a pochi giorni dall’inizio della COP27 e a quattro anni dall’evento estremo che ha lasciato una ferita profonda in particolare per il Veneto e l’intero Nord-Est, distruggendo 41 mila ettari di foreste con 8.7 milioni di mc di legname schiantati a terra da pioggia e vento che in alcuni casi ha superato i 200km/h. Da un lato il ripristino dei sistemi a pascolo che rivestono una funzione importantissima sia da un punto di vista paesaggistico, caratterizzando in modo identitario l’area, sia da un punto di vista naturalistico, favorendo lo sviluppo di habitat per numerosissime specie.
Dall’altro la piantumazione con precise modalità d’impianto e attenta scelta delle specie: un approccio innovativo, nel rispetto delle dinamiche naturali, allo scopo di indirizzare l’evoluzione del futuro soprassuolo, verso l’aumento della biodiversità e la formazione di un ripopolamento più resistente e resiliente ai disturbi naturali e ai cambiamenti climatici. Un rimboschimento a gruppi, con distribuzione geometrica irregolare, utilizzando le specie ecologicamente più coerenti con il sito (Larice, Abete bianco e Abete rosso) e specie pioniere come il Sorbo montano e Salicone.
La messa a dimora di oggi contribuisce al raggiungimento degli obiettivi del progetto europeo Life Terra, che mira a piantare entro il 2025 500 milioni di alberi in Europa di cui 9 milioni in Italia, cofinanziato dal programma LIFE della Commissione europea e di cui Legambiente è la referente italiana. E si inserisce nel quadro più ampio di un Masterplan, presentato in quest’occasione, contenente le linee guida strategiche per il rimboschimento e la corretta gestione di tutta l’area situata a nord-est dell’Altopiano dei Sette Comuni, che prevede complessivamente il ripristino di circa 800 ettari di boschi.
“Le nostre foreste – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – oltre ad essere una straordinaria ricchezza ambientale e naturalistica, sono preziosi alleati per contrastare la crisi climatica in corso. In quest’ottica l’intervento di ripristino dei boschi post Vaia non può che tenere conto di una gestione forestale sostenibile e responsabile che garantisce la conservazione della biodiversità e l’erogazione dei servizi ecosistemici per mantenere a lungo il valore ambientale, economico, sociale e culturale delle foreste: condizioni fondamentali per ridurre le emissioni di gas serra e rendere gli ecosistemi più resilienti e capaci di proteggersi da soli.”
“Questo momento è la realizzazione di un progetto che ci sta molto a cuore – ha sottolineato Cristina Balbo, direttrice regionale Veneto Ovest e Trentino-Alto Adige Intesa Sanpaolo – Contribuire alla rinascita di questi boschi è un modo per trasformare il nostro impegno per l’ambiente, e per la vita che vi risiede, in un dono concreto e a beneficio della collettività. Abbiamo coinvolto i bambini e le loro famiglie in un’iniziativa che ha coniugato la loro creatività nel disegno e l’amore per la natura, sensibilizzandoli alla responsabilità verso l’ambiente in un momento particolarmente difficile per le nostre montagne, colpite dalla tempesta Vaia. La nostra piattaforma di raccolta fondi For Funding, ci aiuta a promuovere progetti Impact vitali per la comunità e di essere promotori di uno sviluppo sostenibile e inclusivo”.
Parteciperanno all’evento le Istituzioni Locali e Regionali e i rappresentanti di tutti gli Enti coinvolti nel progetto di rinascita della Piana di Marcesina. Durante l’appuntamento gli alunni e gli insegnanti della sede di Enego dell’Istituto Comprensivo Statale “Patrizio Rigoni” di Asiago realizzeranno una messa a dimora simbolica di alcuni alberi sancendo di fatto la conclusione di questo primo cantiere per la rinascita della Piana, che è già in corso d’opera, che prevede l’impianto di 9000 nuovi alberi. Inoltre, grazie alla collaborazione con la ditta Energreen, verrà presentato un cantiere meccanizzato utilizzabile per la trasformazione delle superfici forestali schiantate in pascoli naturali ad elevata biodiversità.
“Sono particolarmente soddisfatto – ha aggiunto Alessandro Mezzalira, CEO FITT – perché questo primo intervento si inserisce all’interno di un masterplan che abbiamo fortemente voluto con l’intenzione di dare una pianificazione lungimirante e coordinare i vari interventi che l’area necessita. Vogliamo ricreare un ambiente unico in cui l’uomo possa tornare ad incontrare la natura in modo autentico e rigenerante. È un progetto costruito a più mani in cui pubblico e privato scrivono assieme un futuro che sia buono per tutti, e ringrazio tutti coloro che ci hanno aiutato a dargli forma.”
“Appena appresa la notizia del disastro provocato da Vaia – ha dichiarato Martino Cerantola, presidente Coldiretti Vicenza – ci siamo prontamente attivati. Tutelare la montagna significa salvaguardare non soltanto le produzioni, ma anche un indotto fatto di turismo ed enogastronomia, che ha un valore cospicuo. Per questo riteniamo indispensabile da un lato incentivare l’agricoltura e gli allevamenti, comprese le malghe, nelle aree più complesse, tra cui quella montana, ed attuare un piano di interventi improcrastinabili finalizzati a contrastare il consumo indiscriminato di suolo. Essere giunti a questo punto, dopo quattro anni, significa che il nostro impegno sta portando dei risultati concreti e che abbiamo saputo fare squadra con interlocutori altrettanto qualificati ed autorevoli”.