30 Gennaio 2020 - 10.10

Dracula a Vicenza!

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A stretto giro è previsto un nuovo appuntamento, nella stagione di prosa del Teatro Comunale di Vicenza, in programma in Sala Grande martedì 4 e mercoledì 5 febbraio alle 20.45; si tratta di  “Dracula” adattamento teatrale di Carla Cavalluzzi e Sergio Rubini, dal romanzo di Bram Stoker, con Luigi Lo Cascio e Sergio Rubini (che firma anche la regia), e con Lorenzo Lavia, Roberto Salemi, Geno Diana e Alice Bertini come interpreti, scene di Gregorio Botta, costumi di Chiara Aversano, musiche di Giuseppe Vadalà, progetto sonoro G.U.P. Alcaro, luci di Tommaso Toscano, una recente produzione del Nuovo Teatro diretto da Marco Balsamo.

Prima dello spettacolo, martedì 4 e mercoledì 5 febbraio alle 20.00 al Ridotto, sarà Antonio Stefani, giornalista di teatro e musica del Giornale di Vicenza, a condurre l’Incontro a teatro per affrontare con il pubblico i temi proposti dall’originale lavoro teatrale e i parallelismi con il romanzo a cui è ispirato, oltre naturalmente alle numerose versioni cinematografiche dedicate all’oscuro personaggio. L’incontro a teatro è realizzato in collaborazione con il Giornale di Vicenza.

“Dracula” è uno spettacolo fuori dagli schemi, una sorta di un horror gotico che ha debuttato con successo nel marzo dello scorso anno al Teatro della Pergola a Firenze: forti del grande successo dell’adattamento teatrale di “Delitto e Castigo”, Lo Cascio e Rubini – entrambi attori importanti della scena teatrale e cinematografica italiana – si ripropongono in coppia con la riscrittura di un altro capolavoro della letteratura, l’ultimo grande romanzo gotico, “Dracula” di Bram Stoker.

La messa in scena di Rubini (che impersona il vecchio e caparbio Van Helsing) è centrata su Dracula come incarnazione del male assoluto, un personaggio che travolge e seduce (“Il teatro è fatto per incantare” ci dice l’attore e regista presentando questo spettacolo), che parla delle paure degli altri che partono dall’inconscio, in un’epoca, quella in cui è stato scritto il romanzo (1897) che viene molto prima di Freud e sono paure e angosce che invadono le vite di tutti i personaggi; la battaglia contro il male è il vero tema della pièce, in una rappresentazione inquietante e ricca di effetti spettacolari, con scene che si susseguono in modo serrato, quasi cinematografico, un’ora e quaranta di suspense che lascia gli spettatori con il fiato sospeso.

“Dracula” – come si legge nelle note allo spettacolo – è prima di tutto un viaggio notturno verso l’ignoto. Non solo un viaggio tra lupi che ululano, grandi banchi di foschia e croci ai bordi delle strade. Ma è anche un viaggio interiore che è costretto ad intraprendere il giovane procuratore londinese Jonathan Harker, incaricato di recarsi in Transilvania per curare l’acquisto di un appartamento a Londra effettuato da un nobile del luogo.

Il giovane avvocato non immagina la sciagura che lo attende, ma immediatamente, appena ha inizio il suo viaggio, sprofonda in un clima di mistero e di scongiuri. È proprio in questo clima di illusione, di oscurità e paura che il giovane Harker (interpretato da Luigi Lo Cascio) verrà calato prima ancora di conoscere il Conte (Dracula – Geno Diana) e quando si accosterà al cancello del Castello del misterioso proprietario, comprenderà di essere finito in una tomba.

Ma il viaggio che compie il giovane Harker non si limita a quell’esperienza fatta di angoscia e paura. L’orrore di ciò che ha vissuto al Castello deborda e finisce con l’inghiottire tutta quanta la sua esistenza, diventa un’ossessione che contamina tutto ciò che ha di più caro, destabilizzando irrimediabilmente ogni certezza. Di questo contagio ne è vittima in primo luogo sua moglie Mina (impersonata da Alice Bertini), a cui Jonathan inizialmente non ha il coraggio di raccontare quanto accaduto. È dalla lettura del diario redatto durante il soggiorno-prigionia di Jonathan al Castello che Mina viene a conoscere l’origine di quel malessere, che sembra essersi impossessato del suo giovane sposo e averlo mutato profondamente. Un malessere che come una malattia incurabile finirà per consumare anche lei.

Lo spettacolo rappresenta davvero una discesa notturna nell’ignoto, mettendoci a confronto con i nostri più profondi e ancestrali misteri. Una dimensione dove il buio prevale sulla luce, il chiarore ferisce come una lama lo sguardo. Una realtà malata dove è impossibile spezzare la tensione e da cui sembra impossibile uscirne vivi. Perché di quell’oscurità ogni individuo è portatore, una sorte comune che uomini e personaggi condividono.

Dopo le due date di Vicenza (restano ancora pochi biglietti per la seconda data del 5 febbraio), lo spettacolo sarà a Bologna, Imola, Trieste; dal 20 febbraio sarà nuovamente in Veneto: il 20 a Rovigo, il 21 a Portogruaro, il 22 a Cittadella.

I biglietti per tutti gli spettacoli del TCVI sono in vendita alla biglietteria del Teatro Comunale, in Viale Mazzini (tel. 0444.324442 – biglietteria@tcvi.it) aperta dal martedì al sabato dalle 15.00 alle 18.15, online sul sito del teatro tcvi.it, agli sportelli di Intesa Sanpaolo ex Banca Popolare di Vicenza; si possono acquistare anche tramite la App TCVI e in biglietteria del teatro un’ora prima degli eventi.

I prezzi dei biglietti sono: 29,50 euro il biglietto intero, 23,50 euro il ridotto over 65 e 14,50 euro il ridotto under 30.

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