21 Luglio 2022 - 10.10

Draghi si dimette – Un nuovo governo arriverà in autunno inoltrato (campagna elettorale con siccità, guerra, caro energia e pandemia)

Dopo l’affossamento del governo Draghi da parte di M5s e successivamente Lega e Forza Italia, si guarda al futuro con molti mesi di attesa ed incertezza, per avere un nuovo governo. Inizia oggi ufficialmente la campagna elettorale in un periodo che sarà caratterizzato per molto tempo dalla guerra in Ucraina, pandemia, siccità e caro energia. Non a caso più di qualcuno giura che Putin abbia brindato ieri dopo la caduta definitiva del governo, abbandonato prima dal Movimento 5 Stelle, poi da Lega e Forza Italia.

Ma quanto durerà questo periodo?

Vi sono dei tempi rigidi, scanditi dalla Costituzione.

Un nuovo esecutivo si insedierebbe in autunno inoltrato, tra fine ottobre e primi novembre nella migliore delle ipotesi, in piena sessione di bilancio. Circostanza che pone il problema della presentazione della Legge di Bilancio alle Camere entro il 15 ottobre.

L’articolo 61 (fonte ANSA) della nostra Carta stabilisce che “le elezioni delle nuove Camere hanno luogo entro settanta giorni dalla fine delle precedenti”. In passato tra il decreto di scioglimento delle Camere da parte del Quirinale e le successive urne sono trascorsi sempre tra i 60 e i 70 giorni. I tempi potrebbero sembrare eccessivamente lunghi, ma gli adempimenti per i partiti sono molteplici, non solo per la campagna elettorale ma anche per la presentazione delle liste che devono essere accompagnate da un notevole numero di firme (tra 1.500 e 2.000 firme in ogni circoscrizione proporzionale per i partiti che non hanno gruppi parlamentari). Se dunque, per ipotesi, le Camere venissero sciolte entro i prossimi giorni, i cittadini potrebbero recarsi ai seggi domenica 25 settembre.

E’ anche possibile che per evitare una campagna elettorale totalmente sotto gli ombrelloni, lo scioglimento delle Camere possa avvenire oltre questa settimana, per votare magari domenica 2 ottobre. Sempre l’articolo 61 della Costituzione stabilisce che “la prima riunione delle Camere ha luogo non oltre il ventesimo giorno dalle elezioni, quindi si arriverebbe a una data tra il 15 e il 22 ottobre. Una volta eletti i Presidenti di Camera e Senato e formati i gruppi parlamentari, Mattarella aprirebbe le consultazioni, il cui esito dipende dalla chiarezza del risultato elettorale. Nel 2018 si votò il 4 marzo e il governo Conte I giurò l’1 giugno, cioè 90 giorni dopo; nel 2013 dopo le urne del 24 febbraio il governo Letta giurò il 28 aprile, vale a dire 63 giorni dopo; nel 2008, dopo il chiaro successo del centrodestra il 13 aprile, il giuramento del Berlusconi IV arrivò l’8 maggio, quindi dopo 25 giorni dal voto. 

Il discorso alla Camera di Draghi

“Prima di tutto grazie”.

Sono le parole con cui il presidente del consiglio, Mario Draghi, ha aperto il suo intervento alla Camera.

Ne è seguito un lungo applauso. “Alla luce del voto espresso ieri sera dal Senato chiedo di sospendere la seduta per recarmi dal presidente della Repubblica per comunicare le mie determinazioni”, dice il premier Mario Draghi intervenendo alla Camera.

Certe volte anche il cuore dei banchieri centrali viene usato, grazie per questo e per tutto il lavoro fatto in questo periodo”, ha detto, sorridendo, il presidente del Consiglio al termine del lungo applauso che lo ha accolto a Montecitorio.

Ora Draghi è al Quirinale per un colloquio con il presidente Sergio Mattarella.

Seduta sospesa alla Camera fino alle 12, in attesa degli esiti del colloquio tra il presidente del Consiglio Mario Draghi ed il Capo dello Stato. Dopo aver fatto il suo brevissimo annuncio, Draghi ha salutato con la mano i deputati. Aveva quasi preso la via della porta quando il presidente della Camera Roberto Fico gli ha chiesto di quanto tempo avesse bisogno per la sospensione. Inizialmente smarrito Draghi ha detto “fino a mezzogiorno”. E qui un nuovo applauso.

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
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