17 Luglio 2023 - 9.40

E’ arrivato il tempo dei “patrioti”

Umberto Baldo

Vi ho spesso detto che la politica internazionale è forse lo stagno più difficile in cui nuotare per un Capo di Governo. 

Risponde a logiche diverse da quelle che regolano le “scaramucce” interne, richiede conoscenze, basi culturali, intuito, saldezza di nervi, chiarezza di obiettivi, il tutto accompagnato da una grande duttilità, intesa come capacità di cogliere i “cambi del vento”, ed i “treni che passano una sola volta”.

In relazione al momento politico attuale, nei giorni scorsi ho cercato di mostrarvi come le elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo dell’anno prossimo siano un elemento che già adesso condiziona fortemente gli equilibri ed i posizionamenti dei leader politici europei.

Ciò vale anche per l’Italia, ed abbiamo visto come i due maggiori Partiti della coalizione di Governo siano divisi dalle loro alleanze a livello continentale, con Fratelli d’Italia che aderisce ai Conservatori e Riformisti Europei (di cui la Meloni è  leader), e la Lega invece al Gruppo di Identità e Democrazia.

Sappiamo anche che, in prospettiva, tutto è legato all’ipotesi che i Popolari Europei (PPE) possano cambiare l’attuale maggioranza “Ursula” a Bruxelles e a Strasburgo accordandosi appunto con le destre, e relegando in minoranza la sinistra (Socialisti e Verdi).

Questa partita complessa, e soggetta ad una serie di variabili (tipo ad esempio l’esito delle elezioni spagnole e polacche) nasconde un gioco europeo piuttosto ampio, e che a mio avviso può essere giocato in maniera fruttuosa da Giorgia Meloni ovviamente da destra, ma non “troppo da destra”. 

E se questo è il clima, capite bene che gli occhi di tutti sono puntati su tutti, al fine di studiare la singola mossa, il singolo discorso,  e pesare così l’affidabilità in particolare dei leader della destra, in vista appunto di un eventuale “imbarco” nella nuova maggioranza europea.

Siccome questo lo sanno tutti, e a maggior ragione lo sa Giorgia Meloni, che a sedersi fra quelli che comandano a Bruxelles ovviamente ci tiene davvero, mi chiedo se si sia resa ben conto degli effetti che potrebbe aver suscitato il suo intervento in video ad una manifestazione di Vox, il partito di estrema destra spagnolo.

Non è la prima volta che la nostra premier mostra il profondo legame che unisce Fratelli d’Italia al Partito di Santiago Abascal.

Credo ricordiamo tutti un suo discorso diventato virale in rete; sì quello del famoso “Yo soy Giorgia, soy una mujer, soy una madre, soy italiana, soy cristiana…” da lei pronunciato nel corso di una manifestazione di Vox, fra applausi scroscianti. 

Stavolta la manifestazione si teneva a Valencia, a una settimana dalle elezioni politiche, e non potendo essere presente di persona, la Presidente del Consiglio ha pensato bene di inviare un suo messaggio in  video.

E così a sorpresa Santiago Abascal ad un certo punto ha introdotto l’intervento della nostra premier, che ha aperto nel suo fluente spagnolo (lo parla veramente bene)  con  queste parole“. “Buonasera patrioti, buonasera Santi. Grazie a voi. Sono molto contenta di contribuire con il mio messaggio alla campagna elettorale e ribadire il grande legame che unisce FdI e Vox.   Mi auguro che Vox abbia un ruolo importante nel prossimo governo. È arrivato il tempo dei patrioti, in Italia, Finlandia, Svezia, Polonia, e Repubblica Ceca, abbiamo dimostrato che noi patrioti possiamo governare e contribuire all’aumento della prosperità della gente.  La vostra vittoria può dare impulso a tutta l’Europa…. Siete un gran popolo e saprete riconoscere chi vale sul serio: la sinistra europea e internazionale non può difendere i deboli e i lavoratori, noi sì, perché diciamo la verità. In Italia difendiamo la nostra sovranità, gli italiani. E lo stesso fate voi. Dico a tutti voi, non abbiate paura di votare con la vostra testa.     Mancano 10 giorni per una data decisiva per il futuro della vostra storia, perché i patrioti arrivino al governo in Spagna….è cruciale stabilire un’alternativa patriottica e conservatrice in cui Vox giochi un ruolo protagonista e decisivo nella formazione del nuovo governo nazionale”.

Poi tra gli applausi ha chiuso così il collegamento video: “In Italia stiamo difendendo gli interessi degli italiani e sono sicura che dal 23 di luglio lo stesso si potrà fare in Spagna con un governo di patrioti con Vox.    Viva Italia, Viva Spagna, viva i patrioti europei”.

Guardate, non mi soffermo sui contenuti del messaggio, bensì sulla sua opportunità politica.

A partire dal fatto più grave a mio avviso, quello che è non solo sconveniente, ma anche improprio, che un capo di Governo intervenga in modo così pesante nella campagna elettorale di un altro Paese a una settimana dal voto. 

Un conto è un sostegno espresso in forme sobrie, magari in quanto leader di partito, un altro è un Presidente del Consiglio (perché lei ora resta in ogni momento la Presidente del Consiglio di tutti gli italiani) che invia un video-comizio estremamente “schierato” ai patrioti spagnoli. 

Mi piacerebbe proprio vedere se i “patrioti” italici starebbero zitti se, che ne so, Sanchez o Scholz facessero un video a sette giorni dalle urne in cui invitano gli italiani a votare Pd. 

Francamente non ricordo mai un nostro Presidente del Consiglio in carica che sia intervenuto  esponendosi in modo così pesante in una campagna  elettorale straniera, per non dire che, ove mai Sanchez dovesse riuscire a fare il nuovo Governo, ritengo che quel messaggio a Vox se lo ricorderà bene. 

Per di più resta il fatto che gli amichetti di Vox sono chiaramente “post-franchisti”, e vi invito a consultare il loro programma elettorale all’indirizzo web “Voxespana.es” per rendervi conto che la loro mission è quella di abrogare la legge sull’aborto, l’eutanasia, la legge sui trans, il “Sólo sí es sí” sul consenso delle donne, le norme a favore del benessere degli animali.  Come pure sono sotto il loro attacco anche le famiglie arcobaleno, le norme contro i crimini di odio, la limitazione all’insegnamento della religione, le vie legali all’immigrazione, le tutele delle fasce deboli dei lavoratori. 

Per non dire che Vox dichiara di voler bandire i Partiti nazionalisti/indipendentisti che rappresentano almeno la metà dei catalani e dei baschi, con tutto quello che ne conseguirebbe in tema di ordine pubblico (forse hanno nostalgia dell’ ETA?).

Scorrendo il programma è evidente, in estrema sintesi, che si tratta di un Partito anti-musulmano, anti-femminista, nazionalista, euroscettico.

E che sia così non lo dico io, dato che stanno filtrando le preoccupazioni dei Popolari spagnoli circa i possibili ministri che Vox cercherebbe di imporre nel caso in cui si dovesse formare un governo di coalizione.     Non a caso, il principale candidato alla premiership per i Popolari, Alberto Núñez Feijóo, nei giorni scorsi su questo punto è stato fermo: “Se andassi al governo nominerei ministri solo persone che abbiano la massima preparazione e zero settarismo. Nessuno di loro sarà contrario  all’Ue, alla Nato, o non a favore dell’Ucraina”.

Credo che in alcune Cancellerie, come anche  ai vertici di numerosi Partiti europei, si siano un po’ depressi ascoltando il messaggio della premier italiana, e mi sembra strano che il nostro Presidente del Consiglio, a meno che non stia vivendo una fase un po’ confusionaria, non si renda conto che esiste una netta contraddizione fra la Meloni leader dei Conservatori e Riformisti che vorrebbe allearsi con i Popolari Europei, e la Meloni che si spella le mani per l’estrema destra spagnola nostalgica del franchismo.

Ritengo poi emblematico nel linguaggio della Meloni il ricorso quasi ossessivo al termine “patrioti”, che francamente mi è sempre meno chiaro in quale accezione venga utilizzato, a meno che per lei non si tratti ormai di un sinonimo di “sostenitori dell’estrema destra” in tutti i Paesi. 

La stampa spagnola non ha dato molto spazio all’intervento filo-Vox di Giorgia Meloni; immagino perché i commentatori spagnoli pensino, come penso io, che  in Spagna quel video non sposterà un solo voto.

Ecco perché, per la sua inutilità ai fini elettorali, e per il rischio di offuscare la sua immagine di premier “europeo”, conservatore sì ma moderato,  era meglio non lo avesse fatto!

Umberto Baldo 

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
UNICHIMICA

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