È morto Eriksson, l’allenatore gentile
Sven-Göran Eriksson, il primo allenatore straniero a guidare la nazionale inglese e vincitore di numerosi trofei a livello di club, è morto all’età di 76 anni.
Nel gennaio 2024, Eriksson aveva rivelato di aver ricevuto una diagnosi di cancro terminale, con una prospettiva di vita stimata in “circa un anno, nella migliore delle ipotesi.” Si era dimesso dal suo ultimo incarico come direttore sportivo del Karlstad, in Svezia, nel febbraio precedente, citando “problemi di salute in fase di accertamento” come motivo delle sue dimissioni.
La notizia della sua morte è stata confermata da Bo Gustavsson, agente di Eriksson in Svezia, tramite il suo PR britannico, Dean Eldredge di Oporto Sports. Gustavsson ha dichiarato che Eriksson è deceduto lunedì mattina nella sua abitazione, circondato dalla famiglia.
La carriera di Eriksson come allenatore è durata più di quattro decenni, iniziando in Svezia con il Degerfors IF e successivamente con l’IFK Göteborg. A soli 30 anni, Eriksson era già alla guida di uno dei club più importanti del paese, ottenendo un enorme successo, portando il Göteborg a vincere il titolo svedese e la Coppa UEFA nel 1982.
Questo successo lo portò a essere nominato allenatore del Benfica, dove continuò a brillare, conquistando due titoli di campionato e raggiungendo un’altra finale di Coppa UEFA nel 1983, perdendo però contro l’Anderlecht con un punteggio complessivo di 2-1.
La carriera di Eriksson continuò a crescere. Passò alla Roma e poi alla Fiorentina, prima di fare ritorno al Benfica nel 1989, dove guidò il club a un altro titolo di campionato e, nel 1990, a una finale di Coppa dei Campioni, persa contro il Milan. Successivamente, approdò in Italia con la Sampdoria, vincendo la Coppa Italia nel 1994, prima di trasferirsi alla Lazio. Sostenuto dal presidente del club, Sergio Cragnotti, Eriksson ripagò la fiducia conquistando il titolo di Serie A nel 2000, solo la seconda volta nella storia del club romano.