6 Giugno 2019 - 17.24

Ecco la nuova stagione artistica della Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza

LA NUOVA STAGIONE ARTISTICA DELLA FONDAZIONE TEATRO COMUNALE CITTA’ DI VICENZA

È stata annunciata oggi – giovedì 6 giugno 2019 – la nuova stagione artistica del Teatro Comunale di Vicenza alla presenza del Presidente della Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza, Roberto Ditri, del Sindaco di Vicenza, Francesco Rucco, della Dott. Fausta Bressani, Direttore Promozione e Valorizzazione Culturale della Regione del Veneto, della Dott. Stefania Portinari, curatrice della mostra “Ritratto di donna: il sogno degli anni Venti. Lo sguardo di Ubaldo Oppi” in Basilica Palladiana a fine anno e tra I relatori della stagione dedicata all’arte, e del Segretario Generale della Fondazione, Pier Giacomo Cirella, presenti i responsabili artistici delle sezioni che andranno a comporre il cartellone della stagione 2019/2020: Loredana Bernardi per la Danza, Annalisa Carrara per la Prosa, Piergiorgio Meneghini per la Concertistica e la Sinfonica.

Un Teatro inclusivo

È una grande soddisfazione – viene ribadito – presentare una stagione artistica così ricca di contenuti e suggestioni, la tredicesima nella storia del Teatro Comunale, con un’offerta di spettacolo dal vivo di alto livello culturale in tutti i generi artistici, con proposte di impegno affiancate a spettacoli di intrattenimento intelligente, con un’ampiezza di gamma davvero notevole (danza, prosa, concertistica, sinfonica, musical, operetta, canzone d’autore, musica folklorica, circo, cinema, l’arte a teatro e l’opera lirica) perché nel Teatro di Tutti, ognuno possa trovare il suo genere di elezione e il suo spettacolo. Alla soddisfazione si unisce l’orgoglio nel vedere che molti artisti e importanti compagnie (famosi cantautori, attori e i grandi ensemble internazionali di danza) scelgono Vicenza come palcoscenico privilegiato in cui presentare le loro nuove creazioni. “Nessuna cultura può vivere se cerca di essere esclusiva” (Gandhi).

Il pubblico protagonista

Un Teatro senza il suo Pubblico perde la sua identità e il suo ruolo, rinuncia ad essere vivo e vitale perché è proprio nell’incontro fra spettatore e artista che un Teatro diventa il punto di riferimento culturale della Comunità. Il Teatro Comunale è particolarmente orgoglioso del rapporto con il suo Pubblico, spettatori, organizzazioni, club services, aziende, realtà istituzionali, un pubblico diversificato, competente ed esigente; un pubblico molto fidelizzato, come dimostrano i numeri importanti della stagione passata: 1.222 gli abbonamenti per la prosa, 1.119 gli abbonamenti della danza, 417 gli abbonamenti della concertistica e 416 quelli della sinfonica, 119 gli abbonamenti al circo.

Anche nel suo ruolo di attrattore sociale il Teatro Comunale registra un numero di presenze annue molto significativo: sono infatti 114.000 le persone (114.709 per il 2018, considerando gli spettatori e i partecipanti a eventi di diversa natura) che l’hanno scelto in una Città con 110.790 abitanti.

Parole d’ordine: varietà e qualità

È sicuramente una stagione ricca di contenuti culturali di livello, un’offerta diversificata che vede la felice convivenza di poetiche della tradizione e nuovi percorsi di ricerca, di contenuti di impegno civile e proposte di divertimento garbato, di generi tipici dello spettacolo dal vivo, accanto ad altri meno consueti, come l’arte a teatro, il cinema e il circo, oltre ad mix sapiente di spettacoli fuori abbonamento che prevede la canzone d’autore e il musical, le danze folkloriche, il cabaret, l’operetta e, per la prima volta anche l’opera lirica.

La nuova programmazione artistica del Teatro Comunale di Vicenza propone un cartellone con oltre 100 date (con 11 spettacoli di danza, 13 di prosa, 13 per la concertistica, 7 per la sinfonica, 14 fuori abbonamento, 4 per il circo, 5 per l’arte a teatro, più gli appuntamenti dei progetti formativi, di audience development e audience engagement e le buone pratiche delle residenze artistiche, alcune in corso anche in questi giorni) senza contare gli appuntamenti al Cinema e i nuovi eventi, in un calendario che da ottobre 2019 accompagnerà gli spettatori fino a maggio 2020. Come di consueto la stagione di Cinema al Ridotto, i progetti formativi di #TCVI Educational e le residenze artistiche saranno annunciate dopo l’estate.

La danza, eccellenza riconosciuta, presenterà come da tradizione le migliori compagnie europee ed americane, espressioni raffinate della grande coreografia del XXI secolo. Nomi celebri (l’israeliana Batsheva Dance Company, i canadesi dei Ballets Jazz de Montréal, l’americano Alonzo King Lines Ballet e il francese Malandain Ballet de Biarritz, accanto agli italianissimi Balletto di Roma e Nuovo Balletto di Toscana) che porteranno sul palcoscenico del Comunale le prime nazionali “Händel” e “Common Ground“, la compagnia americana e “Marie Antoinette”, quella francese, accanto a produzioni fresche di debutto come il “Don Chisciotte” del Balletto di Roma, la “Cenerentola” del Balletto di Toscana e “Dance Me” sulle musiche di Leonard  Cohen dei BJM. Agli spettacoli in Sala Grande è affiancata la rassegna tutta italiana di Danza al Ridotto, quattro appuntamenti per presentare percorsi di ricerca innovativi e mettere in luce coreografi e autori emergenti del panorama italiano.

Per la prosa viene confermata la vocazione alla pluralità di linguaggi con nuove e nuovissime  proposte della scena nazionale che spaziano dai titoli del grande repertorio (Pirandello, Goldoni, Dario Fo), a spettacoli legati alla tradizione ma interpretati in modo ironico e surreale (“Romeo e Giulietta” di Ale e Franz, “Dracula” di Rubini e Lo Cascio), dall’intrattenimento intelligente (il circo contemporaneo e i calembours di Lucia Poli), alle tematiche di genere (Nancy Brilli in “A che servono gli uomini” di Gaber con la regia di Lina Wertmüller per arrivare a temi come le grandi tragedie dimenticate della storia nazionale (“Esodo” di Simone Cristicchi) o agli scenari futuribili di un mondo cibernetico (“Smarrimento” di Lucia Calamaro). Più intima e intensa nel rapporto diretto tra scena, interpreti e pubblico, è la dimensione del Ridotto che propone sempre una programmazione molto originale: monologhi, spettacoli di impegno civile e memoria storica, e più leggeri, oltre all’importante celebrazione dei 50 anni di Mistero Buffo.

Per la concertistica la Società del Quartetto presenta l’edizione 109 della sua storia prestigiosa, una rassegna di concerti che, al di là dei filoni tematici nei quali si dipana, mette in primo piano la qualità degli interpreti, tutti di riconosciuto livello internazionale. Trovano spazio le celebrazioni per i 250 anni della nascita di Ludwig van Beethoven con i concerti di Isabelle Faust e Alexander Melnikov e Filippo Gamba; altri importanti appuntamenti con i King’s Singers per Natale, con il violoncellista palermitano Giovanni Sollima per il giorno della memoria e l’ensemble vocale “De Labyrintho” diretto da Walter Testolin con letture dal “Vangelo secondo Gesù Cristo” per le festività pasquali. In cartellone anche due autentiche star della tastiera: Richard Goode, settantaseienne pianista newyorkese osannato dalla critica statunitense con un programma di capolavori di Mozart, Janáček, Debussy e Chopin e, per la terza volta al TCVI, l’acclamata Yuja Wang, pianista di origini cinesi ma di fatto cittadina del mondo, con gli oltre 150 concerti l’anno all’attivo, in tutti i paesi del mondo.

La sinfonica vedrà la OTO, l’Orchestra del Teatro Olimpico di Vicenza ed il suo direttore principale, il maestro Alexander Lonquich, impegnati in tre concerti; accanto ai maestri formatori si esibiranno altri tre direttori-ospiti e solisti di prestigio internazionale per dare vita ad una stagione molto varia nelle proposte di ascolto. Il tema è legato a sei città: dalla capitale svedese, Stoccolma alla Vallonia, da Vienna, culla della musica colta, a Wiesbaden, da San Pietroburgo alla Grande Mela. Sei città che hanno dato i natali a grandi musicisti, o che hanno contribuito al loro successo, o ancora, suggerito ispirazioni e suggestioni che si sono trasformate in grandi pagine sinfoniche.

Gli appuntamenti fuori abbonamento sempre più numerosi e di alto livello, spaziano dalla canzone d’autore al musical, dal circo al cabaret, dal gospel all’operetta, dalle danze folkloriche per arrivare all’opera lirica. I nomi dei protagonisti sono quelli di Vinicio Capossela e Niccolò Fabi, Ale & Franz, Teresa Mannino e Teo Teocoli, Nate Brown & One Voice per il gospel  el’Orchestra Sinfonica Terre Verdiane e il Coro dell’Opera di Parma per la lirica. I titoli dei musical e operette, tra i più celebri del repertorio: “Aggiungi un posto a tavola” e “We will rock you”, “La danza delle libellule” e “Il paese dei campanelli” e due splendidi spettacoli di nouveau cirque come il “Gran Gala du Cirque” e “My Land” della Recirquel Company Budapest.

La stagione circo, tra le prime ad essere inserite stabilmente nella programmazione di un teatro, proporrà 4 spettacoli, diversi per spirito e ambientazione. Il pubblico, potrà assistere alle evoluzioni del Gran Gala du Cirque, con interpreti, acrobati e funamboli provenienti dalle migliori compagnie internazionali, e a “My Land”, uno spettacolo di ispirazione etnica pervaso da una forte vena intimistica presentato dalla Recirquel Company Budapest, dallo spettacolo trasognante

di Milo e Oliva “Klinke” e all’epopea del viaggio e dell’incontro, come nelle radici popolari di questo genere, proposta dalla Compagnia Circo Zoè con “Naufragata”.

Entra nella programmazione anche la rassegna Musica delle Tradizioni con tre concerti di musica e danze che rappresentano tre luoghi di cultura e tradizioni completamente diverse come l’Andalusia, la Bulgaria e l’Irlanda, un simbolico viaggio senza confini alla ricerca delle origini e dell’identità dei popoli. Tra gli scenari sonori e di danza intrisa di folklore, come il flamenco e la musica gitana, la rassegna porta in scena anche la tradizione folklorica bulgara e le musiche e danze irlandesi.

Ritorna anche la rassegna Arte a Teatro ampliando, nel suo terzo anno di vita, il numero delle conferenze spettacolo e i temi trattati da storici dell’arte, curatori ed esperti del mercato. Di grande appeal e profondo respiro i temi trattati: “L’eterno incanto di Venere. Da Prassitele a Modigliani”, sulla profonda fascinazione del nudo, femminile in particolare, nella storia dell’arte, presentato da Corrado Augias; e ancora i Sogni del Novecento in cui grande pittura, architettura, moda e mercato diventano quattro ‘vette’ da cui osservare un panorama insolito sul XX secolo, il ‘secolo breve’ che ha cambiato il nostro modo di vedere, e di godere, l’arte. I nomi dei protagonisti degli incontri sono quelli di Gabriella Belli, fondatrice del Mart, ora alla guida dei Musei Civici Veneziani (“Klimt, fra Vienna e Venezia”); Stefania Portinari, docente di storia dell’arte contemporanea a Ca’ Foscari e curatrice-rivelazione della mostra su Ubaldo Oppi in Basilica a fine anno che parlerà di arte e moda negli anni Venti; e ancora Guido Beltramini, direttore del Cisa e curatore della rassegna di arte che presenterà “Terra acqua ferro fuoco: Carlo Scarpa architetto sciamano” e per finire il noto gallerista Massimo Di Carlo che parlerà di con “Ad ogni costo: storie di trent’anni di mercato dell’arte del Novecento”.

Lavorare in rete

In una Regione, il Veneto, in cui la recente approvazione della nuova legge quadro per la cultura fa del creare reti e sistemi elemento premiante, il TCVI afferma da sempre la sua vocazione a lavorare connesso, in rete con altre istituzioni, capofila di una filiera virtuosa dedicata allo spettacolo dal vivo e non solo. Ricordiamo, tra le altre, la Rete Teatri Vi.Vi. tra i teatri della Provincia – Arzignano, Bassano del Grappa, Lonigo, Montecchio Maggiore, Noventa Vicentina,  Schio, Thiene e naturalmente Vicenza, il progetto di rete Vivoteatro, promosso e sostenuto da Fondazione Cariverona, il Festival Danza in Rete realizzato in partnership con la Fondazione Teatro Civico di Schio, le più importanti reti operative per la promozione della giovane danza d’autore a livello nazionale ed internazionale; i progetti teatrali integrati, come i percorsi didattici realizzati in collaborazione con AIM ambiente per sensibilizzare le giovani generazioni sui temi della sostenibilità, la collaborazione con NIUKO, polo per la formazione d’impresa di Confindustria Vicenza per i progetti di welfare aziendale e, non ultima la collaborazione con il CISA Andrea Palladio per la realizzazione delle mostre in Basilica. Questa visione del TCVI, orientata a fare sistema in modo costante con altri protagonisti delle Performing Arts e delle istituzioni culturali, è stata riconosciuta valida e premiata, anche in termini economici, dal Mibac, il Ministero per i beni e le attività culturali, che ha assegnato alla Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza un contributo annuale del FUS di oltre 50.000 euro per Danza in Rete Festival. Così l’arte coreutica presentata al TCVI viene riconosciuta e finanziata anche a livello ministeriale, per il triennio 2018-2020, come eccellenza nel panorama nazionale.

Bilanci positivi

Sono particolarmente soddisfacenti gli indicatori della stagione 2018/2019: oltre 100 spettacoli realizzati al TCVI (117 compresi anche gli appuntamenti al Cinema), mentre 3.300 sono gli abbonamenti venduti (3.330 considerando danza, prosa, sinfonica, concertistica, danza al ridotto, prosa al ridotto, circo, tutto musica, tutto prosa, integrale, abbonamenti famiglia e promozioni), 78.890 le presenze totali, una percentuale altissima di esaurimento sale con l’83% (82,86%) degli spettacoli che registrano il tutto esaurito (e le altre date con riempimento delle sale al 90%), 282 le giornate di occupazione del Teatro (per l’anno 2018).

Il Teatro è una macchina che va e i dati economici lo confermano; è un Teatro virtuoso con oltre il 50% (51,12%) dei ricavi frutto dell’attività caratteristica (vendita biglietti e abbonamenti, locazione sale e spazi), entrate che vanno a coprire interamente le spese artistiche, che quindi si sostengono in modo autonomo; il bilancio 2018 si è chiuso in attivo, con un fatturato complessivo di 3.444.904 euro.

È consolidata inoltre la partnership con istituzioni e aziende del territorio che, con fiducia e costanza hanno seguito e sostenuto l’evoluzione della Fondazione, condividendo la mission di fare del Teatro di Tutti, un luogo in cui portatori di interesse provenienti da altri “ecosistemi” possano riconoscersi e contribuire a creare valore per la Comunità. Oltre ai soci della Fondazione, (Comune di Vicenza, Regione del Veneto, Fondazione Cariverona, Intesa Sanpaolo) hanno contribuito con il loro sostegno alla realizzazione della stagione artistica, i partner Fondazione Antonveneta, Gruppo Mastrotto, Develon, Colorcom, gli sponsor Pesavento, F.I.S. Fabbrica Italiana Sintetici, Inglesina, Gruppo AIM, Confartigianato Vicenza, Gruppo ICM, Ferretto Group, Anthea Spa e i sostenitori Gioiello Italiano, Confcommercio Vicenza, Burgo Group, Lions Club, Cantine Vitevis, Rotary Club, Telemar; Cassa Rurale di Brendola, Cybex e Sorelle Ramonda per i progetti speciali dedicati alla prima infanzia; media partner del TCVI è Il Giornale di Vicenza.

Amici del Teatro

Nella prospettiva di fidelizzazione e di fare sistema tra il Teatro e il suo Pubblico si inserisce l’iniziativa degli Amici del Teatro, la possibilità di diventare parte attiva nello sviluppo e nell’innovazione, scegliendo di vivere da protagonisti la scena culturale del nostro territorio. Sono circa una 50ina gli Amici di questa Comunità al suo primo anno di vita, cittadini, spettatori e aziende che con il loro contributo hanno partecipato per far crescere questo bene comune; grazie anche alla loro adesione, con contributi da 50 a 250 euro, (https://www.tcvi.it/it/sostieni-il-teatro/amici-del-teatro/) sono stati realizzati progetti di formazione; per questa piccolo ma importante gruppo di Amici, sono stati organizzati degli eventi di networking e socializzazione e visite guidate al Teatro, nella consapevolezza che sostenere la costruzione di una comunità attiva e partecipe di Spettatori e Sostenitori della Cultura che si fanno ambasciatori e interpreti di questa preziosa realtà sia una mission fondamentale della Fondazione, un’impresa e una sfida per valorizzare il capitale umano, culturale e sociale in funzione di un Teatro, sempre più di Tutti i Cittadini e della Comunità.

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