ECONOMIA – Il declino dei Bitcoin
di Fabio Rossi
Che fine hanno fatto i bitcoin, o meglio la moneta virtuale generata da una rete decentralizzata, che contrariamente a quello che avviene per una moneta nazionale stampata da autorità centrali, è invece regolamentata in termini di valore dalla legge della domanda e dell’offerta.
Forse la grande bolla delle criptovalute è scoppiata. Il Bitcoin nelle ultime settimane è arrivato a perdere il 30% del suo valore e si trova lontano di circa l’80% rispetto ai suoi massimi.
Per chi ha investito lo scorso anno in queste monete virtuali essere oggi ottimisti circa un loro recupero, è più una speranza che una realtà. L’onda speculativa dello scorso anno ha ormai lasciato spazio ad un clima decisamente più negativo. Il mercato crypto porta quindi in dote nell’ultima parte del 2018 potenziali perdite per chi credeva nel facile guadagno. Il sogno del facile guadagno sembra per il momento svanito.
A dicembre dello scorso anno il loro valore sfiorava i 20.000 dollari per unità mentre oggi il valore veleggia intorno ai 6.000 dollari ma anche meno. La causa che ha fatto lievitare lo scorso anno le quotazioni andrebbe ricercata probabilmente su alcune operazioni speculative che sicuramente avranno arricchito pochi investitori e gettano nello sconforto parecchie persone. Irripetibili sono i momenti in cui il Bitcoin metteva a segno un record dopo l’altro.
I più anziani, o meglio i più navigati, non possono non trovare delle analogie con la bolla speculativa dei titoli internet del 2001. Dopo i massimi raggiunti il 18 dicembre dello scorso anno, attorno alle criptovalute regnava un clima di euforia generale, che ha portato ad investire nelle monete virtuali un po’ tutti, quasi fosse l’occasione della vita da non perdere, attraendo molti investitori privi magari d’esperienza ma attratti dai facili guadagni. Un po’ quello che accadde prima dello scoppio della bolla internet, dove investire ed arricchirsi sembrava facile, salvo scoprire sulla propria pelle poi quanto pericolosa possa essere la speculazione.
Come sempre i primi temerari hanno realizzato importanti plusvalenze, attirando però nella trappola gli ultimi che per la legge del dare e dell’avere hanno subito pesanti perdite.
La volatilità va individuata nella mancanza di regole precise, ed il tentativo di regolamentare la materia potrebbe far scoppiare effettivamente e definitivamente la bolla, facendo scappare soprattutto quella parte della domanda che si nutre d’illegalità, perché non va dimenticato che il diritto di proprietà di un bitcoin non viene verificato rilevando l’identità del possessore, ma bensì viene verificato con il possesso di password segrete, alimentando per certi versi un mercato a volte fatto di illegalità di soggetti che vogliono tenere riservata la loro vera identità e finalità.
La speranza per quei poveri investitori che hanno messo i loro risparmi in questi prodotti non si traduca alla fine dei giochi in una fregatura. La certezza come sempre che non è facile arricchirsi senza rischio e laddove c’è il rischio può essere sempre presente la possibilità di perdere grosse fette del proprio patrimonio. Il guadagno facile non esiste, a volte anche il non investire può rivelarsi un ottimo investimento, ma forse la cosa migliore è quella di affidarsi a dei professionisti seri e preparati che possono consigliarci in base alle nostre esperienze ed aspettative andando oltre l’emotività e le facili illusioni.