Ecosistema Urbano (Legambiente): bene Treviso, male Vicenza e Verona (dati del 2023)
In Veneto le città con le migliori performance ambientali sono Treviso e Belluno, mentre Padova, Venezia e Vicenza faticano a tenere il passo. Ancora male Rovigo e Verona. (sotto: la classifica)
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A restituire una fotografia puntuale è la nuova classifica stilata da Ecosistema Urbano 2024, il rapporto di Legambiente realizzato in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore – sui 106 capoluoghi di provincia per performance ambientali.
Quest’anno la migliore città per vivibilità ambientale urbana del Veneto è Treviso, con un 6° posto nella classifica generale che conferma un trend di miglioramento. Treviso si distingue in particolare per il suo impegno nella raccolta differenziata (salita nel 2023 all’87,1%), ma anche per il discreto risultato della rete ciclabile, con 27 metri equivalenti di piste ciclabili ogni 100 abitanti. Seguono Belluno, 19°, Venezia al 39° posto, Padova al 42°, Vicenza 51° e più in fondo Rovigo, al 76° posto, prima di Verona, ultima tra i comuni veneti, al 78° posto su 106 Città complessivamente valutate.
C’è da dire che quest’anno il rapporto Ecosistema Urbano 2024, per l’analisi dei 106 capoluoghi che hanno risposto all’indagine, ha rivisto e aggiornato il “peso” di alcuni indicatori, aggiungendone anche uno nuovo (variazione nell’uso efficiente del suolo), sempre distribuiti in 6 aree tematiche: aria, acque, rifiuti, mobilità, ambiente urbano, energia. Ciò ha comportato più variazioni, a volte importanti, in classifica.
Le performance delle città del Veneto evidenziate nel rapporto “Ecosistema Urbano 2024” mostrano una varietà di risultati in termini di sostenibilità ambientale e qualità della vita, con risultati che oscillano tra alti e bassi importanti, a seconda degli indicatori presi in esame.
Per fare alcuni esempi: Treviso, Belluno e Rovigo avanzano nella Raccolta differenziata; Treviso, Padova, Venezia e Vicenza ottengono buone performance nel trasporto pubblico e nella ciclabilità; Padova e Verona si distinguono in positivo per il solare fotovoltaico su edifici pubblici. In generale, per tutte le città venete, anche Belluno, non ci sono buone notizie dagli indicatori sulla qualità dell’aria e sulla gestione della risorsa idrica, mentre osservando le performance sull’uso e consumo del suolo non troviamo nessuna città veneta entro le prime venti posizioni.
Mentre alcune città venete si posizionano in modo soddisfacente nella classifica nazionale, la situazione complessiva della regione richiede un’attenzione immediata in particolare per alcuni degli aspetti più critici: la lotta allo smog e l’uso efficiente del suolo. Per Legambiente alle città venete serve una rivoluzione ecologica più veloce. Qualcosa migliora, ma troppo lentamente.
Un allarme puntuale Legambiente lo lancia per la città di Venezia, precipitata di ventotto posizioni nella classifica generale rispetto allo scorso anno. Quest’anno Venezia aggiunge alle cattive performance sulla qualità dell’aria degli scarsi risultati per quanto riguarda la gestione idrica e l’uso e il consumo di suolo, indietreggiando anche nella ciclabilità e nelle rinnovabili installate su edifici pubblici. Restano performanti gli indicatori del tasso di motorizzazione e delle aree pedonali, ma solo perché da un lato non viene conteggiato il numero di natanti e dall’altro si considera l’intera città storica un’unica isola pedonale. Altro dato significativo è quello relativo al trasporto pubblico, nella cui speciale classifica la città lagunare primeggia registrando una crescita costante che le fa raggiungere i 602 passeggeri per abitante (erano 578 nel 2022 e 472 nel 2021). Un dato positivo ma da leggere in chiaro-scuro: il servizio, non è una novità, è preso d’assalto da un numero impressionante di passeggeri-turisti che aumenta di anno in anno. Venezia infatti affronta una pressione turistica estremamente alta, con circa 11 milioni di presenze turistiche (2,7%)all’anno ed oltre 14.000 turisti per km² [Indice Complessivo di Sovraffollamento Turistico (ICST)] evidenziando il grave impatto dell’overtourism sulle risorse e sulla comunità locale. Questo sovraffollamento ha effetti significativi sul tessuto sociale e ambientale della città. Un problema enorme a cui non si è saputo dare alcuna risposta locale, visto che la Città non è stata capace di andare oltre il ticket d’ingresso sperimentato senza grandi successi in termini di riduzione dei flussi,ma nemmeno nazionale, poiché i timidi tentativi del Ministero del Turismo di affrontare la partita degli affitti brevi nella solita originalità “all’italiana”, non ha portato a nulla se non, neanche a dirlo, a un po’ di di burocrazia in più. (continua)
La crescita dei flussi turistici impatta negativamente sulle città di Venezia trasformando il patrimonio storico-artistico e culturale, gli attrattori turistici, gli spazi urbani e il tessuto socio-culturale ed economico. L’overtourism che ha pervaso Venezia, ha determinato una profonda trasformazione dell’ambiente fisico ed infrastrutturale urbano, ridefinendo la dimensione economica e sociale (gentrification, museimification e disneyfication) e portando a forme di turismofobia e antiturismo che danneggiano la Città più di quanto la proteggono. La città di Venezia è dunque un patrimonio dell’umanità a rischio: è sottoposta a pressioni crescenti legate all’overtourism e all’innalzamento del livello del mare. La perdita di biodiversità, l’inquinamento delle acque e il degrado del tessuto urbano rappresentano una minaccia concreta per la sopravvivenza di questa perla unica.
“La situazione di Venezia richiede un intervento immediato e deciso – dichiara il presidente di Legambiente Veneto Luigi Lazzaro – e serve un piano d’azione ambizioso e concreto che metta al centro la sostenibilità ambientale e la qualità della vita dei cittadini, liberandoli dall’overtourism. La salvezza di Venezia oggi è strettamente legata al cambiamento sociale e urbanistico della città storica: o reagisce alla monocoltura turistica ristabilendo regole serie di gestione urbana, oppure gli impatti antropici la travolgeranno con ricadute negative su tutti i principali indicatori ambientali, come l’edizione 2024 di Ecosistema Urbano sta già mettendo in evidenza”.
Venezia ha un punteggio che riflette un discreto impegno verso la sostenibilità ambientale, ma ci sono ancora diverse aree in cui è possibile migliorare per raggiungere standard più elevati. La città deve continuare a lavorare su iniziative che affrontino seriamente le sfide ambientali specifiche che affronta. La presenza massiva di strutture dedicate all’accoglienza turistica comporta non solo ricadute sociali negative come l’espulsione dei veneziani dalla città con il relativo spopolamento, ma anche ricadute ambientali: una città che vive di turismo ha sempre di più bisogno di trasporti civili ma anche di quelli strettamente legati alle attività turistiche, che sono in aumento e fuori controllo. Questo insostenibile affollamento della laguna e dei canali della città causa simultaneamente inquinamento dell’aria e delle acque, oltre che una tale forte erosione capace di mettere in crisi la tipica morfologia lagunare, con perdita di sedimenti, aumento del moto ondoso e perdita di biodiversità.
Il problema dell’alto carico turistico che influisce sulla qualità della vita dei residenti e sulla gestione delle risorse urbane è dunque l’elemento su cui secondo Legambiente l’amministrazione veneziana dovrà concentrare i suoi sforzi se vorrà bilanciare il turismo con la sostenibilità. Trovare soluzioni per non soccombere alle dinamiche turistiche reagendo con politiche di gestione urbana che mirino a preservare il patrimonio culturale e a migliorare la qualità della vita, dei residenti in particolare, è la sfida da vincere per un “ecosistema urbano” sempre più sano e prospero.