28 Giugno 2024 - 9.55

Ecoterroristi distruggono un campo di riso sperimentale

Umberto Baldo

Capisco che fra Presidenzialismo, Autonomia differenziata, nomine Ue, che interessano in realtà più i nostri Demostene che l’opinione pubblica, la notizia di cui vi parlo oggi possa sembrare poco più di una bazzecola, roba da addetti ai lavori.

Ma poiché chiunque di noi ogni santo giorno che Dio manda su questa terra mangia almeno tre volte al giorno (esclusi i digiunatori da dieta), credo sia importante sapere cosa finisce nei nostri piatti. 

Prima di addentrarmi nella notizia devo necessariamente tediarvi con una breve disquisizione scientifica, senza la quale rischiereste di non capire di cosa parliamo.

Vi avviso comunque che “grande è la confusione sotto il cielo delle nuove bio-tecnologie”, e non essendo io né un biologo né un tecnico, posso limitarmi a cercare di darvi un’idea piuttosto vaga delle differenze fra organismi Ogm e Tva.

Gli Ogm(Organismi Geneticamente Modificati) si ottengono con la manipolazione genetica di Dna e Rna. Con le attuali tecnologie è infatti possibile inserire geni provenienti da un altro organismo all’interno di una pianta ricevente, per migliorarne alcune caratteristiche. 

L’espressione “tecniche di evoluzione assistita” (TEA) evoca invece il processo di evoluzione naturale, quindi sottolinea la somiglianza tra le mutazioni che compaiono spontaneamente ogni giorno nel DNA di tutti gli organismi viventi, e le mutazioni mirate sapientemente indotte con le nuove biotecnologie.

Capisco che non è facile per un neofita (meglio dire un ignorante in materia come sono io) capire appieno questa differenza che all’apparenza sembra molto labile, ma per una volta dobbiamo anche fidarci della politica, dato che in Italia la coltivazione degli OGM è vietata, mentre da meno di un anno è possibile fare richiesta per la sperimentazione in campo di piante sviluppate con le TEA grazie a una delle norme contenute nella legge n. 68 del 13 giugno 2023 , dedicata prevalentemente alle misure di contrasto della siccità.

Per i pignoli, specifico che detta legge prevede la possibilità di seminare varietà vegetali prodotte «con tecniche di editing genomico mediante mutagenesi sito-diretta o di cisgenesi a fini sperimentali e scientifici», solo all’interno di siti sperimentali autorizzati e per scopi di ricerca scientifica, e più precisamente per ottenere piante più produttive e resistenti a batteri, funghi, e condizioni climatiche difficili, come appunto la carenza di acqua. 

Delineato, sia pure a volo d’uccello, il campo in cui ci muoviamo, arriviamo alla notizia. 

Nella notte tra il 20 e il 21 giugno a Mezzana Bigli, in provincia di Pavia, è stata distrutta una piccola coltivazione sperimentale di riso (chiamato dai ricercatori RIS8imo) curata da un gruppo di ricerca dell’Università Statale di Milano. 

Il RIS8imo è stato sviluppato  con le tecniche TEA a partire da un riso da risotto, il Telemaco, che è simile all’Arborio.   Gli studi sulla varietà erano iniziati nel 2017, e fino a quest’anno erano stati condotti solo in laboratorio. A progettarlo è stato il gruppo di ricerca guidato da Vittoria Brambilla e Fabio Fornara, docenti di Botanica dell’Università di Milano (oltre che moglie e marito), con l’idea di consentire coltivazioni meno dipendenti dall’uso di fungicidi (fissate nella mente questo particolare).

E tanto per capirci meglio, per il RIS8imo è stata utilizzata la tecnica CRISP/Cas9, quella per cui nel 2020 Emmanuelle Charpentier e Jennifer A. Doudna hanno vinto il Nobel per la Chimica.

Badate che si tratta di un processo che potenzialmente può avvenire in modo spontaneo anche in natura, e che i ricercatori cercano di riprodurre intenzionalmente in laboratorio, e successivamente sul campo.

Tornando alla news, lo scorso 13 maggio il campo era stato seminato con una varietà di riso sviluppata dai ricercatori con le “tecniche di evoluzione assistita in agricoltura” (TEA), metodi per modificare il Dna degli organismi vegetali diversi rispetto, ripeto e sottolineo, a quelli usati per i cosiddetti “organismi geneticamente modificati” (Ogm).

Oltre tutto la risaia, di soli 28 metri quadri, era interamente recintata e coperta da una rete, in modo che uccelli e roditori non potessero entrare e dunque potenzialmente portare le piante di RIS8imo altrove, e addirittura la porzione di terreno circostante era stata lasciata incolta.

Si è trattato di una vera e propria azione di commando, pianificata e condotta da personaggi che la stampa comunemente chiama “eco-terroristi”, che hanno manomesso le telecamere di sicurezza e tagliato la rete metallica messa a protezione del campo seminato.

Volendo arrivare ad un giudizio sulla vicenda, credo sia una delle tante in cui fanatici ignoranti hanno dato nuovamente prova di quanto alligna nel Belpaese, un luddismo intollerante ed inconcludente, che offende l’intero Paese e l’intera comunità scientifica.

Si tratta per certi versi della riedizione, già vista in altri campi (es. il fenomeno No Vax), dello scontro fra autonominati difensori del pianeta che decidono che quella sperimentazione “non s’ha da fare” e va fermata con ogni mezzo, violenza inclusa, e gli appartenenti al sacro rito di Nostra Signora Scienza che lanciano anatemi contro i fanatici superstiziosi.  In mezzo stanno gli scienziati, gli studiosi (nei quali mi riconosco) che cercano di capire come funziona il mondo, se possibile per migliorarlo. 

Ve la dico anche in altro modo.

Assecondata da una politica abituata non a “indirizzare” i cittadini, bensì a coltivarne le paure e le posizioni anti scientifiche, in Italia c’è stata negli anni una vera e propria “guerra” contro gli Ogm, anche per preservare, si disse, la specificità dei prodotti “made in Italy”.

Battaglia vinta?

Vedete un po’ voi!

Perché se è vero che è vietato per legge coltivare qualunque prodotto Ogm a fini commerciali, noi abbiamo un grande settore dell’allevamento animale.

E poiché questi animali prima di mangiarli bisogna nutrirli, e noi non abbiamo a disposizione tutti i mangimi necessari, ovviamente li importiamo.

E così nel mentre impediamo ai nostri agricoltori di coltivare prodotti Ogm (giusto o sbagliato che sia lo lascio decidere a ciascuno di voi), importiamo 10mila tonnellate al giorno, tutti i giorni, 365 giorni l’anno, da decenni, solo di soia Ogm.

Ne consegue che, volenti o nolenti, la quasi totalità della filiera dell’allevamento animale italico usa mangimi contenenti Ogm.

Guardate che questo è noto a tutti eh!  Ma l’importante è non dirlo, restare sul vago, e così le coscienze sono a posto.

E così ciascuno di noi quando mangia un qualsiasi prodotto animale (la bistecca, il pollo ecc.) si sorbisce la sua bella dose di Ogm senza alcuna preoccupazione, perché  semplicemente non lo sa.

Tornando al fatto che vi avevo detto di tenere a mente, vale a dire che la ricerca TEA è finalizzata a costruire un’agricoltura del futuro, in cui siano necessari molti meno agrofarmaci, e quindi in grado di produrre cibo di migliore qualità e più sicuro dal punto di vista sanitario, la ricerca, autorizzata dalla autorità pubbliche, sul RIS8imo era proprio finalizzata a ridurre la necessità di utilizzo di tanti fitofarmaci per contrastare ad esempio il fungo brusone.

Al di là del gesto demenziale di sradicare le piantine, capite bene che, paradossalmente, questi oppositori delle tecniche TEA, sono di fatto i migliori sostenitori dell’utilizzo su larga scala di agrofarmaci.

Resta l’amaro in bocca nel vedere i danni provocati da un ambientalismo vacuo, autoreferenziale, dannoso di fatto per l’ambiente e l’agricoltura.

Sia chiaro che, al di là dell’episodio, nulla cambierà; la ricerca non si fermerà, la sperimentazione continuerà, se non in Italia, altrove, perché per fortuna la scienza non conosce confini.

Con il corollario inevitabile che, come già succede con gli Ogm, quello che non verrà consentito di coltivare in Italia, lo mangeremo importato da altri Paesi, per di più pagando loro un bell’obolo in denaro sonante.

Un vero affare!

Umberto Baldo

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
UNICHIMICA

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