2 Febbraio 2024 - 9.23

Farmaci: quei bugiardini lunghi un metro!

Farmaci: quei “bugiardini”  lunari lunghi un metro

Umberto Baldo

Qualche giorno fa ero con un vecchio amico, e fra una chiacchiera e l’altra, siamo arrivati a parlare di “medicinali” che, inutile nasconderlo, da una certa età in poi accompagnano la nostra vita (che non dimentichiamo mai è di per se stessa una sindrome ad esito inevitabilmente infausto).

Dai ragazzi, un po’ di dignità, non toccatevi…….!

Bene, ad un certo punto, fra il serio ed il faceto, il mio amico mi ha mostrato il “bugiardino” che accompagna un farmaco che gli hanno prescritto di recente.

Non ho resistito ad immortalarlo, perché le dimensioni delle “istruzioni” erano inaudite, e le potete vedere bene dalla foto sopra il titolo, da me scattata.

Bene, il cosiddetto “bugiardino” era lungo un metro, e largo 15 cm. (potete rendervene conto confrontandolo con l’Iphone Pro Max accostato)

Considerato che le avvertenze, scritte in caratteri di stampa piccolissimi, occupavano sia il recto che il verso, pensate la quantità di cose che un paziente dovrebbe leggere prima di assumere il farmaco in “modalità informata”. 

Se poi pensiamo che il bugiardino che ho fotografato ha di fatto dimensioni maggiori di un foglio A4, e che per entrare nella scatolina viene ridotto tramite piegature ad una larghezza di poco più di 3 cm, siamo di fronte ad un vero e proprio miracolo della tecnica.

Provate infatti, una volta estratto e spiegato il bugiardino, a ripiegarlo e a rimetterlo nella confezione del medicinale!

Ma sì che avete provato, chissà quante volte, con il risultato di non esserci mai riusciti, semplicemente perché è impossibile a mani nude, senza cioè l’utilizzo delle speciali piegatrici utilizzate dall’industria del farmaco. 

Verificata l’ impossibilità di ripiegare per bene il foglietto, vale la pena di sapere perché le informazioni relative ad un farmaco siano esplicitate in un supporto chiamato “bugiardino”.

A tal riguardo sono ricorso alla più alta Istituzione riconosciuta in fatto di lingua italiana, l’Accademia delle Crusca, ma sul tema anche gli Accademici” al di là di semplici ipotesi (ad esempio la locandina dei quotidiani esposta fuori dalle edicole, che gli anziani nel senese chiamavano appunto bugiardino) non riescono ad andare.

Ne prendiamo atto, non nascondendo però che, a naso, se il nome fa riferimento in qualche modo alle “bugie”, un motivo ci doveva pure essere!

Ed in effetti, ritornando indietro nel tempo, potrei dire romanticamente ai miei anni verdi, anche allora in ogni scatola di medicinali c’era il foglietto illustrativo, ma ricordo che i contenuti, ridottissimi, tendevano a sorvolare su eventuali effetti indesiderati del farmaco, per esaltarne in particolare i pregi e l’efficacia.

Non si trattava in realtà di vere e proprie “bugie”, bensì di “omissioni”, nel senso che si omettevano informazioni importanti che potevano compromettere la diffusione commerciale del prodotto. 

Con il passare degli anni, sia in conseguenza di restrizioni legislative nazionali che hanno reso più rigide le regole di compilazione dei bugiardini, sia di una  normativa europea sempre più intransigente in difesa del consumatore, siamo arrivati ad un punto che, sorridendo un po’, mi viene da definire di “non ritorno”, per non essere più tranchant e dire “demenziale”. 

Credo sia ormai davanti agli occhi di tutti che questi strumenti di “informazione terapeutica” sembrano rivolti più agli specialisti che ai normali consumatori, tipo la Siora Maria o il Sior Bepi, sia per l’assoluta tecnicità delle informazioni, sia per l’abnorme accumulo di notizie in spazi ristretti a caratteri microscopici (vedi foto). 

Detta più brutalmente, quando passiamo a leggere l’infinito elenco degli “effetti indesiderati”, allora o la mente vacilla, o si è tentati di buttare il farmaco in pattumiera.

Vengono i brividi a leggere che il tale farmaco può provocare pianto a dirotto, sanguinamento rettale, fratture ossee, epatite, psicosi, irsutismo, incapacità ad eiaculare, tendenze suicide e….. tanto altro, e scoprire che anche il Talco mentolato, usato per i culetti dei bebè, può provocare “irritazioni polmonari, gravi difficoltà respiratorie e … morte”.  Sì avete letto bene: morte!

A leggere i bugiardini si ha come l’impressione di partecipare ad una lotteria, con in palio effetti collaterali e controindicazioni, che spesso sono addirittura contraddittorie, nel senso che ad esempio segnalano che un farmaco può farti ingrassare o dimagrire, provocare insonnia o sonnolenza……

Ma perché adesso i controlli sui farmaci sono talmente scrupolosi da pretendere la segnalazione anche di effetti collaterali al limite dell’impossibile?

Credetemi che non è solo questione di normative,  c’è anche dell’altro.

La Aziende del Farmaco, sulla scorta delle class action che negli Usa le costringono ad esborsi miliardari, sono adesso molto attente, per usare un francesismo, a “pararsi il culo” dal punto di vista legale.

Di conseguenza se anche un cittadino si trovasse in Nepal, in una cordata sull’Himalaya a 7mila metri, e dopo l’assunzione di una compressa avesse un po’ di diarrea o di mal di testa, state tranquilli che nella versione successiva del bugiardino di quel farmaco sarà indicato anche quel particolare effetto collaterale, anche se per le condizioni estreme in cui si è verificato potrebbe accadere in un caso su cento milioni. 

Però è anche vero che, paradossalmente, più è lungo il bugiardino, più c’è da star tranquilli: perché un lungo elenco di possibili eventi avversi, anche se rari,  indica che il principio attivo è stato utilizzato da moltissime persone, si conosce a fondo, e nonostante gli effetti collaterali non è stato ritirato dal commercio.

In altre parole, anche Big Pharma ha scelto di aderire alla cosiddetta “medicina difensiva”, quella che per altri versi costringe i sanitari che non intendano offrire il fianco a denunce o processi, ad abbondare in esami e diagnostica preventiva, spesso  ridondanti e inutili ai fini della diagnosi.

Intendiamoci, non sono certo contrario al diritto del paziente di avere una corretta informazione sui farmaci che assume, ma di fronte a termini tecnici quali spironolattone, furosemide, antigottosi uricosurici o “tinnito”, la tentazione è quella di dichiararsi “prigionieri politici”.

Per quanto sforzi possano fare le Autorità nazionali ed europee per rendere i bugiardini comprensibili ai più, al momento sembrano ancora scritti apposta per i vecchi che non ci vedono bene, o per chi non  conosce le parole difficili (e la terminologia medica è fatta tutta di termini difficili).

In definitiva, a fronte di fogli di istruzioni che fanno paura a scorrerli, ad elenchi di effetti collaterali che sembrano non finire mai (e in alcuni casi ce ne sono di così terribili che viene quasi da chiedersi se sia proprio il caso di buttar giù la pillola) capisco che qualcuno possa arrivare alla “sindrome del bugiardino”; nel senso che ci si impaurisce talmente tanto dei possibili guai, che si sceglie di non curarsi, magari senza neppure avvisare il medico, condannandosi agli inevitabili danni di una mancata terapia.

Io credo che alla fine il problema ognuno di noi possa e debba risolverlo con il buon senso, in primis rivolgendosi al medico curante in caso di dubbi.

Capisco che ci sono ipocondriaci che prima di prendere una pastiglia leggono il bugiardino fino all’ultima virgola (e magari ne fanno anche l’ermeneutica), ma per quanto mi riguarda, se e quando lo consulto, mi limito a leggere solo la posologia (se non mi è chiara), se del caso il dosaggio consigliato, e cosa da non trascurare le “modalità di conservazione del farmaco”, che a mio avviso sono importanti per preservare l’efficacia dei principi attivi. 

Dopo di che bisogna avere anche la coscienza che qualunque farmaco, anche quelli considerati innocui come gli integratori, alla fine qualche effetto collaterale a qualcuno lo provoca. 

Ma bisogna pur mettere sui piatti della bilancia le due possibilità: il tenersi il male, o assumere un farmaco che ce lo faccia passare, anche se può darci qualche fastidio collaterale.

Tertium non datur. 

Umberto Baldo

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