8 Febbraio 2025 - 10.36

Fenomenologia di Moise Kean: dal flop bianconero al bomber viola

Firenze non lo voleva, o almeno non lo desiderava con entusiasmo. Moise Kean, il ragazzo cresciuto tra i riflettori e le critiche, sembrava l’ennesima scommessa destinata a infiammare il dibattito più che il campo. Eppure, oggi, i tifosi viola esultano per il loro nuovo bomber, capace di far meglio persino di Batistuta nelle sue prime stagioni con la maglia della Fiorentina. Ma com’è possibile che lo stesso attaccante che alla Juventus faticava a trovare la porta ora sia diventato una macchina da gol?

Il Moise Kean versione bianconera era un enigma. Alternava sprazzi di talento a lunghi periodi di anonimato. In due anni di ritorno alla Juventus, tra il 2021 e il 2023, ha segnato appena 13 gol in Serie A, un bottino misero per un attaccante di una squadra di vertice. Colpa sua? Colpa di Allegri? O, forse, colpa di un contesto che non ha mai creduto fino in fondo in lui?

Alla Juve Kean non ha mai avuto un ruolo definito: prima punta di riserva, esterno adattato, arma da usare nei momenti di emergenza. Il risultato? Prestazioni opache e una fiducia sempre più in calo.

Quando la Fiorentina ha bussato alla porta con un’offerta da 13 milioni più bonus, Giuntoli non ha esitato: un affare che generava plusvalenza e liberava spazio in rosa per nuovi investimenti. Anche Thiago Motta, futuro allenatore bianconero, non ha opposto resistenza: Kean non rientrava nei suoi piani. Decisione giusta? I numeri dicono il contrario.

Arrivato tra lo scetticismo generale, Kean si è trasformato nel fulcro offensivo della Fiorentina. Sotto la guida di Raffaele Palladino (che ha sostituito Italiano a inizio stagione), ha trovato una squadra che gioca per lui, che lo valorizza e che gli dà quella continuità che alla Juve gli era sempre mancata. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: 15 gol in campionato, una media realizzativa spaventosa e il paragone, sempre più insistente, con Batistuta.

Chi ha sbagliato?

La Juventus ha sottovalutato il potenziale del giocatore, svendendolo per una cifra irrisoria rispetto al suo valore attuale.

Thiago Motta non ha ritenuto Kean utile al suo progetto, magari senza considerare che il problema non era il giocatore, ma il contesto in cui si trovava.

Kean stesso a Torino non aveva la mentalità giusta, forse si sentiva poco apprezzato e non riusciva a esprimersi al meglio.

A prescindere da chi abbia sbagliato, una cosa è certa: Firenze ha trovato un nuovo idolo. Kean ha saputo trasformare il rifiuto in motivazione, il dubbio in certezza, il disprezzo in applausi. E mentre la Juventus si interroga su una cessione che potrebbe diventare un rimpianto, la Curva Fiesole si gode il suo nuovo bomber. Chi lo avrebbe mai detto?

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