Festival di Venezia/ Un film al giorno- L’immensità di Penelope Cruz anni ’70
Cos’è l’Immensità? Uno stato dell’anima o uno spazio siderale dove proiettare i nostri desideri, le aspettative, i sentimenti, gli amori? È il rumore di una canzone? Se sì è Raffaella Carra’ che tiene unita una famiglia attorno ad un tavolo colorato dove Penelope (Cruz) tesse la tela della propria disperazione accanto a tre figli. Una od uno è Adriana (Luana Giuliani, ma vuole farsi chiamare Andrea): “Mi avete fatta sbagliata” sussurra alla madre. Essere donna e sentirsi uomo non è una colpa. È un dolore per un ragazzino alla ricerca di se stesso. Ma è inaccettabile per un padre padrone anni 70 (Amato) che preferisce risolvere le questioni con l’arroganza saputa tipica degli imbecilli (e qui pensate al primo arrogante che vi viene in mente ed è proprio lui). Così il film si dipana attraverso la lente caledoscopica degli anni che furono, con tutto il carico di leggerezza e pesantezza che ne consegue, ben calibrati dal regista Emanuele Crialese. “Adriana sono io ha confessato”.
Ma siamo anche un po’ tutti noi, che cerchiamo dentro l’anima noi stessi e non sempre ci ritroviamo. Ultima cosa: amo Penelope Cruz.
Voto al film 8/10
Luca Faietti