Frode fiscale da 127 milioni nel settore della pelletteria: sequestri anche in Veneto
In aggiornamento
ISCRIVITI AL CANALE WHATSAPP DI TVIWEB PER RIMANERE SEMPRE AGGIORNATO
Su delega del Procuratore della Repubblica, i Comandi Provinciali della Guardia di Finanza di Pisa e Napoli hanno eseguito, nella giornata odierna, un decreto di sequestro preventivo emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Napoli. Il provvedimento mira alla confisca diretta e per equivalente di profitti illeciti per un valore complessivo di 127.122.231,64 euro, derivanti da un sofisticato sistema di frode fiscale.
Indagini e sequestri
L’Autorità Giudiziaria di Napoli ha disposto il sequestro nei confronti di 51 società e 54 persone fisiche, indagate per gravi reati economici. Le violazioni contestate hanno generato un’evasione fiscale di oltre 46 milioni di euro tra il 2019 e il 2021, e proventi illeciti legati a riciclaggio e autoriciclaggio per oltre 81 milioni di euro fino al 2024.
I sequestri hanno riguardato complessi aziendali, beni mobili e immobili riconducibili agli indagati. L’operazione ha coinvolto oltre 200 finanzieri e si è svolta con perquisizioni personali e locali nelle province di Napoli e Pisa.
Il sistema fraudolento
Le indagini, avviate nel 2020 dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Pisa, hanno smascherato un’associazione per delinquere che gestiva un circuito di “società cartiere”. Queste aziende, create per emettere fatture false, erano riconducibili a soggetti residenti nelle province di Napoli e Caserta. Le fatture venivano utilizzate da 34 società clienti, localizzate in Toscana, Campania, Marche e Veneto, per ottenere indebite detrazioni IVA e contabilizzare costi fittizi, accumulando ingenti somme in denaro contante sottratto alle casse aziendali.
Il denaro, trasferito inizialmente su conti correnti cinesi tramite bonifici bancari, veniva successivamente reintrodotto in Italia sotto forma di contante. Quando gli istituti di credito hanno iniziato a monitorare queste operazioni, il sistema è stato modificato: i fondi venivano trasferiti prima su società in Albania e Croazia e poi inviati in Cina. Il denaro rientrava infine agli organizzatori, trattenendo una quota come profitto per l’intermediazione.
Coinvolgimento di professionisti
Il sistema, complesso e strutturato, si avvaleva di professionisti, intermediari e prestanome per ostacolare la ricostruzione dei flussi finanziari e dei pagamenti dalle società cartiere agli acquirenti finali.
Garanzie per gli indagati
Il provvedimento di sequestro, emesso come misura cautelare reale durante le indagini preliminari, può essere impugnato. Gli indagati sono presunti innocenti fino a eventuale sentenza definitiva.