GAY PRIDE A VICENZA – FDI: “I ‘diritti negati’ sono una provocazione LGBT contro la vittoria del Centrodestra”
(nella foto: Gay Pride di Londra 2017)
Si accende il dibattito politico sulla ventilata ipotesi che a Vicenza si possa tenere il Gay Pride 2019. Nel dibattito interviene Fratelli D’Italia con una nota. “I diritti civili in Italia -scrivono- non vengono negati a nessuno. Per questo abbiamo sempre ritenuto inopportune nella forma e non condivisibili nei contenuti manifestazioni come il gay pride. Ognuno, nel rispetto delle regole, è libero di manifestare come meglio crede, così come ognuno è libero di opporsi, senza per questo essere tacciato di omofobia, a chi con la scusa dei “diritti negati” promuove pratiche come l’utero in affitto o l’accesso all’istituto dell’adozione per le coppie omosessuali. Per noi il più importante dei diritti rimane quello sacrosanto di un bambino ad avere un padre (maschio) e una madre (femmina). Tutto il resto non può trovare la nostra condivisione e men che meno il nostro appoggio.
Chiarita questa posizione, non serve particolare acume per comprendere che la ventilata ipotesi di rendere Vicenza teatro del gay pride nel 2019 è una provocazione delle associazioni lgbt in risposta alla vittoria del centro destra alle recenti elezioni amministrative: è uno “stress test” per il Sindaco. Proprio perché si tratta di un test, la cosa più opportuna è che tutte le forze politiche e le associazioni contrarie alla concessione di qualsiasi forma di patrocinio facciano quadrato attorno a Francesco Rucco costruendo una solida posizione condivisa. Il tentativo da parte di qualcuno di “Imporre” al Sindaco una linea da seguire, come se quest’ultimo avesse bisogno di essere posto sotto tutela, può essere forse utile per guadagnarsi uno spazio sul giornale ma di certo non utile a rispondere in maniera efficace e compatta alle provocazioni”.