Lo splendore della Basilica palladiana in blu
Per la “Giornata mondiale della consapevolezza dell’autismo” che ricorreva ieri 2 aprile, come decretato dall’ONU, il Comune di Vicenza, in accordo con il Coordinamento autismo veneto (Cav) ha illuminato di blu il monumento simbolo della città, la Basilica palladiana. Molte altre città del mondo hanno scelto un monumento significativo da illuminare di blu per sensibilizzare i cittadini rispetto a questa condizione. E così ieri sera la Basilica era splendidamente illuminata di blu. Molto fotografata e molto condivisa, anche sui social.
Un semplice gesto, che apparentemente non ha valore tangibile, ma che dà un segnale forte di vicinanza a tutte quelle persone che ogni giorno convivono con l’autismo, un modo per stringersi attorno a chi deve convivere quotidianamente con l’autismo. Il Cav, che raccoglie le associazioni per l’autismo del Veneto tra cui alcune operanti anche a Vicenza (Autismo Triveneto onlus, ANngsa Vicenza onlus, ABAut onlus e Wisteria Blu) lavorando in rete ormai da molti anni per promuovere l’adozione delle buone prassi per le persone con autismo, nonché la loro inclusione sociale.
Sebbene ogni persona con autismo sia diversa, essere autistico vuol dire avere grosse difficoltà nella comunicazione intenzionale. Significa che per alcune persone diventa impossibile comunicare anche necessità primarie come il dolore, la fame, il caldo e cosi via; significa non riuscire a comunicare e condividere i propri stati d’animo, i propri pensieri. La persona affetta da autismo alterna pesanti crisi di rabbia ed aggressività a momenti di euforia, ha fissazioni e cosiddetti manierismi, gesti particolari fatti con le mani o con tutto il corpo. Pur avendo talenti particolari l’autismo comporta difficoltà relazionali e nel pensiero astratto, nella programmazione del futuro e quindi della vita, rendendo necessario un supporto educativo e psicologico costante.
Parlare di incidenza dell’autismo non è cosi semplice poiché la fluttuazione dei dati statistici dipende molto dagli strumenti diagnostici utilizzati per individuare la sindrome e dall’età che viene tenuta in considerazione, che di solito va dai 2 ai 18 anni, tralasciando una grossa parte di persone autistiche adulte mai diagnosticate.
L’incidenza in Italia arriva a 1,5 ogni 1000 persone anche se in molte regioni si è superata di molto (ad esempio 4/1000 in Emilia-Romagna ed in Piemonte).
Secondo un rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) l’incidenza è di circa 1,35 ogni 100 nuovi nati. Un’anomalia del sistema sanitario italiano consiste nel riconoscere l’autismo solo fino ai 18 anni di età come se all’improvviso questo sparisse. Purtroppo, questa è una sindrome dalla quale non si guarisce ed anzi in molti casi con l’età aumentano i problemi comportamentali delle persone con autismo e le necessità delle famiglie.