13 Dicembre 2024 - 11.05

Gli outlet village, una trappola ben confezionata?


di Alessandro Cammarano

Che diavolo mi sarà venuto in mente lo scorso fine settimana tornando a casa da un viaggio in auto, di uscire dall’autostrada, attratto dalle casette variopinte di un outlet village e di di fare un giro – più per curiosità che per necessità – tra i negozi, anche belli, e soprattutto pieni occasioni “imperdibili”.

Delusione totale e un senso di fregatura mascherata da risparmio, con conseguente arrabbiatura con me stesso e una ripartenza verso casa avendo usufruito solo ed esclusivamente nel profumatissimo bagno.

Vale dunque la pena di fare un po’di servizio al cittadino evidenziando i pochi pregi e i molti difetti di questi artificialissimi paradisi dello shopping.

Gli outlet village sono spesso visti come paradisi per gli amanti dello shopping, luoghi dove è possibile acquistare articoli di marca a prezzi scontati rispetto ai negozi tradizionali. Ma è davvero tutto rese e fiori? Decisamente no, perché dietro l’apparente convenienza, si nascondono numerose trappole che possono rendere questi luoghi meno vantaggiosi di quanto sembrino.
Vediamo dunque in dettaglio perché gli outlet village non sono sempre così convenienti come appaiono.

Molti non sanno che una parte significativa dei prodotti venduti negli outlet non proviene dalle linee di produzione originali destinate ai negozi di alta gamma, ma sono realizzati appositamente per i “villaggi delle meraviglie” e questi articoli, identificabili spesso attraverso codici o etichette differenti, possono essere di qualità inferiore.
Ad esempio, materiali meno pregiati o tecniche di produzione semplificate vengono utilizzati per contenere i costi; il risultato è un prodotto che, sebbene firmato, non ha lo stesso valore del suo equivalente venduto in un negozio tradizionale.

Un altro punto dolente riguarda gli sconti dichiarati sugli articoli, dato che i “ribassi” sono di frequente calcolati rispetto al prezzo di listino iniziale e non al prezzo effettivo praticato nei negozi.

Questo significa che il “risparmio” può essere gonfiato rispetto alla realtà. Inoltre, alcuni articoli vengono venduti a prezzi simili o persino superiori rispetto a quelli delle normali svendite stagionali o delle promozioni online.

“Però il villaggio dei negozi è bello!!!”, diranno alcuni dei nostri affezionati lettori”, e su questo non ci piove anche perché i paradisi dello sconto artificiale sono progettati per creare un’esperienza immersiva e indurre gli acquirenti a comprare di più.

Architettura accattivante, percorsi che obbligano a passare davanti a molti negozi, musica di sottofondo e illuminazione strategica sono strumenti studiati per stimolare gli acquisti impulsivi, tanto che di frequente ci si trova a comprare articoli di cui non si ha realmente bisogno, attratti dalla percezione di “offerte imperdibili “e alla fine, si spende più di quanto si sarebbe fatto in un negozio tradizionale.

Un altro svantaggio è dato dall’ubicazione dei paradisi dello shopping forzato, che, sebbene situati in luoghi pittoreschi e ben organizzati – quasi sempre a ridosso di un casello autostradale – spesso si trovano lontano dai centri urbani, il che implica costi aggiuntivi per raggiungerli: carburante, pedaggi autostradali o biglietti dei mezzi pubblici. Inoltre, una volta arrivati, è facile spendere denaro extra per il cibo, e altre spese accessorie. Di gratuito c’è giusto il parcheggio, ma è una ben magra consolazione.

Il gioco sulla psicologia del cliente è raffinatamente subdolo, poiché i consumatori si sentono obbligati a comprare qualcosa, anche quando non ne hanno bisogno, per giustificare il viaggio fino all’outlet. Questo porta a una percezione distorta del risparmio: l’acquisto viene percepito come conveniente semplicemente perché fatto in un outlet, ma in realtà potrebbe essere inutile o perfino più costoso; tra l’altro

gli articoli venduti negli outlet sono spesso rimanenze di collezioni passate o prodotti fuori stagione.

Questo non è necessariamente un problema, ma può significare che stai pagando un prezzo elevato per un prodotto che, se cercato con attenzione altrove potrebbe essere acquistato a un costo inferiore.

E qui si inserisce il discorso delle nuove frontiere dei canali di vendita, con in pole position le sempre più invasive piattaforme di e-commerce, sulle quali è possibile trovare prodotti scontati comodamente da casa.

Molti siti offrono infatti offerte competitive, con la possibilità di confrontare prezzi, leggere recensioni e beneficiare di resi gratuiti; gli outlet, al contrario, offrono un’esperienza che richiede tempo e denaro, senza la garanzia di trovare il miglior affare possibile.

Spezziamo poi una lancia in favore dei sempre più languenti negozi tradizionali, nei quali è spesso possibile ottenere una garanzia di qualità e un servizio post-vendita migliore; negli outlet queste condizioni possono essere meno favorevoli e i resi o le sostituzioni, per fare un esempio pratico, potrebbero essere più complessi, e alcuni articoli potrebbero non essere coperti dalle stesse garanzie offerte nei negozi ufficiali.

Tutto negativo dunque? No, non tutto: è fondamentale avvicinarsi a questi luoghi con spirito critico e consapevolezza, perché senza un’attenta analisi, si rischia di cadere nelle loro trappole e di spendere più del necessario per prodotti che non valgono il prezzo pagato.
Il vero risparmio sta nell’acquistare in modo ponderato, confrontando le offerte e dando priorità alla qualità, ammesso di trovarla, rispetto alla quantità.

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