4 Dicembre 2023 - 8.46

Gli Stati Uniti di “Baucàra”

Ma secondo voi se mi presentassi con un’altra persona, mettiamo al Ministero del Commercio Estero, e qualificandomi come ambasciatore plenipotenziario degli “Stati Uniti di Baucàra” proponessi un protocollo di intesa con l’Italia, troverei un alto dirigente che lo firmasse?

Andrei ovviamente a Roma, non solo perché solo là ci sono i Ministeri, ma soprattutto perché se scegliessi come interlocutore qualcuno in Regione Veneto sicuramente mangerebbe la foglia per il semplice motivo che un veneto sa bene cosa vuol dire “bauco” (per i non veneti specifico che è sinonimo di stupido).

Scommetto che starete pensando che una cosa del genere non potrebbe mai succedere in un moderno Stato sovrano, e che quindi sarebbe meglio che mi inventassi un altro scherzo.

Niente di più sbagliato amici miei, perché una cosa simile di recente è avvenuta davvero, in Paraguay. 

Ma vediamo quel che è successo, con l’avvertenza che non si tratta di una delle tante fake news, in quanto la notizia è stata rilanciata un po’ su tutti i giornali del mondo, in particolare ovviamente su quelli dell’America del Sud. 

Il capo di gabinetto del Ministero dell’Agricoltura del Paraguay, Arnaldo Chamorro, è stato licenziato e sostituito per aver firmato un accordo con un Paese che non esiste: gli Stati Uniti del Kailasa, che non sono un vero Stato, bensì un posto inventato dal noto truffatore indiano Swami Nithyananda, conosciuto anche come Paramahamsa Nithyananda. 

Per inquadrare l’autoproclamatosi capo di Stato, va precisato che Nithyananda, nato nel 1978 in India, è un personaggio carismatico e bizzarro.  E’ noto per aver fondato un ordine religioso induista, e possiede decine di templi e luoghi sacri in giro per il mondo.    Sostiene di avere poteri magici, tra cui la capacità di ritardare l’alba, di far parlare gli animali in tamil e sanscrito, e di aver insegnato ai suoi discepoli decine di abilità paranormali, tra cui quelle di vedere attraverso i muri e di curare la cecità. 

Negli anni è stato più volte accusato di violenze sessuali, ed è in fuga dalla giustizia indiana dal 2019 per via di alcune denunce di stupro e rapimento di bambini (un vero gentlemen non c’è che dire!).

Sempre nel 2019 Nithyananda ha acquistato un’isola al largo dell’Ecuador e l’ha chiamata appunto Kailasa: la definisce «la Santa Sede dell’Induismo» e rivendica come suoi cittadini tutte le persone che praticano questa religione. La Kailasa non è riconosciuta ufficialmente da alcuno Stato ed è sostanzialmente un’isola privata: ciononostante Nithyananda prova spesso a inviare delle delegazioni che rappresentino il suo Paese in vari contesti ufficiali, per ottenere una qualche ufficializzazione.

Giovedì Chamorro ha ammesso di essere stato raggirato da sedicenti rappresentanti del finto Stato, che in passato erano riusciti a ingannare anche funzionari di altri Paesi, e ad introdursi in importanti eventi ufficiali, tra qualche imbarazzo.

Se volete qualche informazione “de visu” vi consiglio di accedere al sito https://kailaasa.org. che vanta comunque migliaia di follower.  Nel sito il Paese immaginario è descritto come la “rinascita dell’antica nazione illuminata della civiltà indù che viene ripresa dagli sfollati indù di tutto il mondo” (non so se per andarci sia utile essere inseguiti da un mandato di cattura spiccato dall’India). 

A proposito,  il Paese fantasma avrebbe anche una propria enciclopedia basata su Wikipedia, chiamata “Niyhyanandia”.

Continuando, l’accordo tra Chamorro e il paese inventato da Nithyananda era stato firmato lo scorso 16 ottobre: le immagini condivise sui social network mostrano un protocollo di intesa  su carta intestata, con tanto di timbro del Ministero, in cui si contempla la possibilità di accordi diplomatici tra i due Paesi. 

Nel documento Chamorro si rivolge all’«onorevole Nithyananda Paramashivam, sovrano degli Stati Uniti di Kailasa», lodando la sua «dedizione all’induismo, all’umanità e alla Repubblica del Paraguay»; dice anche che inviterà il governo paraguayano a fare pressioni affinché il Kailasa venga riconosciuta come stato sovrano e indipendente da «varie organizzazioni internazionali», tra cui l’ONU.

Ma come è possibile che un alto funzionario  di Stato, sicuramente navigato, sia caduto in una situazione che assomiglia molto alla scenetta cinematografica in cui Totò tenta di vendere la Fontana di Trevi ad un turista americano?

Intervistato a tal proposito, Chamorro ha spiegato di aver ricevuto rappresentanti di Kailasa per valutare la possibilità di concludere un accordo di cooperazione a vantaggio degli agricoltori, che prevedeva la fornitura di sistemi di irrigazione. Gli inviati dello Stato fantasma avevano espressamente chiesto di incontrare i rappresentanti del Ministero dell’Agricoltura per poter presentare alcuni progetti di aiuto al Paraguay. 

Chamorro ha aggiunto che gli stessi “plenipotenziari” del Kailasa avevano incontrato anche il ministro dell’Agricoltura del Paese, Carlos Giménez, ma ha spiegato di non avere idea del motivo per cui avessero contattato proprio il Paraguay.

A questo punto io un’idea ce l’avrei.  Forse avevano il sospetto che i politici dello Stato sudamericano non fossero particolarmente ferrati in geografia (ed io aggiungo anche in geopolitica).

Altra spiegazione non c’è, visto che in nessun momento Chamorro sembra essersi reso conto che gli Stati Uniti del Kailasa in realtà non esistono, tanto che quando gli è stato chiesto quale fosse la loro posizione geografica, ha risposto che non ne aveva idea.

Ahhhhh, evidentemente anche in Sud  America le scuole non sono più quelle di una volta! 

Ma in tema di conoscenza della geografia noi italiani non possiamo certo stupirci, visto che di recente abbiamo avuto un Ministro degli Esteri che ha dichiarato “coram populo” che la Russia si affaccia sul Mediterraneo.

Questa vicenda, per la sua particolarità, che rasenta la comicità, ha ovviamente fatto il giro del globo, e dominato (per qualche ora eh, non di più) le cronache mondiali.

Per ovvi motivi ad inzupparci il pane sono stati i giornali ed i media sudamericani.

Guardate, sicuramente Chamorro ed il Ministro non ci hanno fatto una bella figura, e l’imbarazzo del Paraguay ne è la prova, però c’è da dire che la ricerca di una qualche forma di riconoscimento da parte degli Stati Uniti di Kaisala è tale che sono riusciti ad ottenerlo da un municipio del Dipartimento del Paraguarí, chiamato María Antonia, così come a Karapai, del dipartimento di Amambay, e addirittura dal Municipio di Newark nel New Yersey (Usa). 

Ma nel febbraio scorso rappresentati del Kaisala sono addirittura riusciti a partecipare a due riunioni del Comitato delle Nazioni Unite a Ginevra sulla rappresentanza delle donne nei sistemi decisionali e sullo sviluppo sostenibile.       Vijayapriya Nithyananda, che ha detto di essere l’ambasciatrice permanente del Kailasa, è riuscita a farsi ascoltare dai leader internazionali, quando ha dichiarato che il sovrano del suo Paese era oppresso e perseguitato dall’India. 

L’Onu ha poi cercato di metterci una pezza dichiarando che avrebbe ignorato le osservazioni del Paese, definite “irrilevanti” rispetto alle questioni in discussione. 

Morale della favola:  in primis Totò non è mai morto, e le sue gags non erano mai del tutto surreali; e poi che sarebbe opportuno che prima della nomina di qualunque Alto funzionario pubblico, in qualunque Stato del mondo, lo si sottoponesse ad un piccolo esame di geografia.  Così tanto per escludere che pensi che esistono sul serio “Gli Stati Uniti di Kaisala”, o che “la Russia si affacci sul Mediterraneo”.

Umberto Baldo

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