22 Luglio 2024 - 11.57

Gli sterminatori di balene giapponesi fanno arrestare il fondatore di Sea Shepherd, Paul Watson

La foto diffusa domenica ha sconvolto i sostenitori e gli attivisti per la protezione degli oceani: Paul Watson, 73 anni, fondatore dell’ONG Sea Shepherd, è stato arrestato e ammanettato dalla polizia danese in Groenlandia, mentre era a Nuuk per rifornire la sua barca, la John Paul DeJoria. Watson è stato detenuto fino al 15 agosto, data in cui il ministro della Giustizia danese deciderà sulla sua possibile estradizione in Giappone.

L’arresto è stato effettuato sulla base di un mandato d’arresto giapponese del 2012, emesso per “associazione a delinquere” in relazione a presunti atti di vandalismo e lesioni durante scontri con baleniere giapponesi nell’Oceano Antartico nel 2010. In quel periodo, Sea Shepherd e le baleniere giapponesi erano in conflitto aperto, con frequenti scaramucce in mare.

Dopo l’arresto, è stata lanciata una petizione per chiedere la sua liberazione, che ha già raccolto oltre 100.000 firme, tra cui quelle di Brigitte Bardot, Nagui, Stéphane Bern e Nicolas Sirkis, con una richiesta esplicita alla Francia di intervenire presso la Danimarca.

I sostenitori di Watson temono che un’eventuale estradizione in Giappone potrebbe comportare gravi rischi per la sua incolumità. Sea Shepherd Francia denuncia un abuso delle notifiche rosse dell’Interpol, suggerendo che il caso Watson rappresenti un esempio di tale abuso. Secondo la Fondazione Paul Watson, l’avviso rosso non è visibile sul sito dell’Interpol e si sospetta che il Giappone abbia reso riservata la notizia per facilitare l’arresto di Watson.

L’arresto sarebbe avvenuto proprio mentre Watson stava in Groenlandia per una missione contro la Kangei Maru, la nuova nave officina baleniera giapponese. Dal 2019, il Giappone ha abbandonato la moratoria internazionale sulla caccia alle balene, limitandola però al proprio spazio marittimo. Il governo giapponese non ha ancora commentato l’arresto di Watson. La natura esatta dell’avviso rosso—se legato al Giappone o al Costa Rica—rimane incerta, con il Costa Rica che accusò Watson di violazione del diritto marittimo nel 2012 durante le riprese del suo documentario “Lords of the Sea”.

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