Hasta la lista: il sondaggista di Cicero assessore PD a Verona
I sondaggi sono il petrolio delle campagne elettorali di questi tempi. Il primo a rompere il silenzio è stato Claudio Cicero, che nel dicembre scorso ne ha commissionato uno a Winpoll, una società di Verona che viene ampiamente citata in queste ore dal sito di informazione Dagospia. Ed ecco cosa racconta la testata di Roberto D’Agostino sull’attendibilità dei loro sondaggi.
“Winpoll ha dato tutti i numeri sulle regionali lombarde ma anche sulle primarie del Partito Democratico.
La candidata più sondata è stata Letizia Moratti. Lo scorso agosto, già in rotta con Attilio Fontana ma non ancora dimissionaria dal suo ruolo di assessora al welfare, Moratti per Winpoll risultava vincitrice con oltre il 40% sopra Attilio Fontana e punto di riferimento anche del Partito Democratico, oltre che del Terzo Polo. Mancavano ancora molti mesi alle regionali del 12 e 13 febbraio.
Ma il miracolo si è ripetuto anche il 12 gennaio di quest’anno: nell’ultima rilevazione per le regionali della Lombardia, Winpoll ha dato la candidata al Pirellone, Letizia Moratti, al 27,6%, sopra Pierfrancesco Majorino al 25,2%, con un Fontana al 41,3%, anche se poi ha vinto con il 54,7%. Il 13 febbraio, a spoglio concluso, Moratti non è entrata in Consiglio regionale, essendo rimasta sotto il 10%, al 9,9%.
In queste ore c’è un’altra candidata, stavolta alla segreteria del Pd, su cui Winpoll rileva numeri promettenti: Elly Schlein, che supererebbe anche il favorito Stefano Bonaccini, con un 56,3%. Povera Elly.
“I sondaggi che sono usciti sono falsi: io ho sondaggi che sono molto più positivi”. È ancora sui suoi social il video un po’ irrituale con cui Letizia Moratti abbandona la sua proverbiale calma e si scaglia contro i sondaggi che la davano sconfitta, fotografando quella che di lì a poco sarebbe diventata la situazione reale alle urne. “Non fidatevi dei sondaggi”, il claim che accompagna la breve registrazione: un avvertimento che avrebbe dovuto fare suo, dato che i sondaggi a sua disposizione non si sono rilevati attendibili.
Su tutti, quelli Winpoll di Federico Benini, assessore dem del Comune di Verona retto da una giunta di centrosinistra, che a ogni occasione, fin dallo scorso ottobre (Moratti si sarebbe candidata agli inizi di novembre), dava l’ex esponente forzista in testa sull’ex alleato al governo lombardo, Attilio Fontana. E dove non vinceva, arrivava comunque davanti a Pierfrancesco Majorino, candidato del centrosinistra.
Un sondaggio di Winpoll per Repubblica incorona Letizia Moratti. Solo l’ex assessora al Welfare ha una chance di battere Attilio Fontana nella corsa per la presidenza di Regione Lombardia. Anzi, di più: secondo la rilevazione la «dottoressa» arriverebbe al 49% contro il 43% del leghista”, sottolineava lo scorso novembre il giornale Open fondato da Enrico Mentana, che titolava: “Il sondaggio che incorona Letizia Moratti: solo lei può vincere contro Fontana in Lombardia”.
Sappiamo com’è andata: Fontana ha stravinto col 57,7% dei consensi, Majorino s’è fermato al 33,9% e Moratti è stata di fatto ininfluente, non riuscendo a raggiungere nemmeno la soglia psicologica del 9,9%
Ma chi ha pagato i sondaggi outlier a favore di Moratti, che a prezzi di mercato possono essere costati fino a 100mila euro?
[…] Federico Benini, consulente politico, titolare di Winpoll e oggi assessore al comune di Verona eletto con il Pd, respinge l’accusa. Né Winpoll né Scenari politici avrebbero mai ricevuto soldi da Moratti o dal suo staff per fare sondaggi o consulenze di altro tipo. I diversi risultati, spiega, sono dovuti semplicemente al fatto che, a differenza delle altre società, Winpoll fa domande solo sul voto per i candidati e questo favorirebbe Moratti, molto più conosciuta di Majorino”.
Questo dice Dagospia. E a Vicenza come la mettiamo?
A casa nostra, la società di Benini, a dicembre dava Cicero al 7%, Rucco al 41,7 e il suo sfidante Possamai al 35,1, con il Terzo Polo all’8,9% se andrà da solo. Nello scenario più probabile in cui i Terzisti confluissero con il capogruppo dem, il fronte progressista arriverebbe al 41,8% e quello del centrodestra si fermerebbe al 41,6%.
All’epoca i commenti del centrosinistra furono, ovviamente, positivi, perchè l’indagine dava per certo il ballottaggio e quindi contendibile lo scranno più importante di Palazzo Trissino. Poi, quando la Lega regionale ha diffuso il sondaggio commissionato a SWG che dava ben altri numeri a gennaio e la vittoria di Rucco al primo turno, la sinistra si è stracciata le vesti e ne ha messo in dubbio l’attendibilità. Per molti di loro si tratta di un lavoro farlocco, le interviste sono troppo poche e così via. Insomma l’istituto che viene regolarmente utilizzato da Enrico Mentana e dalla Gabanelli in fondo non è poi un gran che.
Il gioco delle parti delle campagne elettorali. Solito copione. In realtà la notizia non è questa.
Se tre indizi fanno una prova e facciamo il gioco di unire i puntini che partono dai sondaggi fatti da Winpool a Padova e Verona l’anno scorso, a Padova in particolare si davano numeri da capogiro a favore di Giordani, passano per il racconto della Moratti e arrivano a Claudio Cicero che ne ha beneficiato, viene facile riflettere sulla strana coincidenza che vede l’ex assessore alla mobilità scegliere di farsi sondare dall’apparato del PD veronese.
Forse non lo sapeva. O forse sì. O forse gliel’hanno proposto. O forse è diventato del PD a sua insaputa.
Possono essere, come dicevano Battisti e Mogol, solo innocenti evasioni, una serata di amori clandestini di un campione della destra con l’apparato progressista che ha lavorato alle vittorie sia di Padova che di Verona. Oppure potrebbe trattarsi di una strategia costruita a tavolino da un team che sta tessendo una rete che lavora sulle crepe del centrodestra, ne esalta, anche attraverso sondaggi di opinione costruiti con le domande giuste, le personalità afflitte dall’insignificanza o da uno spirito di rivalsa che c’entra nulla con la politica, per far passare il messaggio giusto al popolo degli elettori.
O magari a Cicero piace il ricciolo da Lucio Battisti di Giacomo Possamai.
Comunque sia, i sondaggi che danno Rucco forte sono farlocchi, quelli che lo costringono al ballottaggio sono quelli buoni. E soprattutto va di moda che i dissidenti della destra si facciano sondare dal PD. Forse quel giorno Cicero aveva appena finito di leggere quel libro di Antonio Pennacchi, qual era? Ah sì, il Fasciocomunista.