3 Luglio 2023 - 8.41

I comportamenti dei giovani specchio dei nostri cattivi esempi

Giustamente ci arrabbiamo,  e talvolta ci indigniamo, per certi comportamenti dei nostri ragazzi che definisco, per carità di patria, “sopra le righe”.

Ma io credo anche che  dovremmo chiederci che tipo di esempi offriamo loro, che tipo di “maestri” trovano sui social.

Non vorrei che pensaste che io viva nel continuo rimpianto del tempo che fu, come se quello di allora fosse il migliore dei mondi possibili.

Lo so bene che anche in quegli anni c’erano comportamenti “censurabili” da parte di personaggi di spicco, in ogni ambiente, ma in linea di massima chi occupava posti di rilievo, o chi si trovava sotto i riflettori, cercava nei limiti del possibile di offrire ai cittadini un’immagine non dico di “modello di vita”, ma almeno  di persona per bene.

Mi riferisco in particolare ai politici, che per il ruolo che occupano contribuiscono a dettare le regole del vivere civile, e di conseguenza sanzionare coloro che deviano da queste regole.

Non voglio certo riesumare la polemica sui “cattivi maestri”, che tenne banco ai tempi della contestazione giovanile (e che comunque io condividevo,) ma con l’avvento dei social media comportamenti che una volta rimanevano confinati in una  cerchia ristretta di addetti ai lavori, adesso vengono sparati nell’etere, e portati a conoscenza dell’universo mondo. 

E se si tratta di atteggiamenti o di discorsi fortemente disallineati con il decoro che ci si attende da chi viene eletto per gestire la cosa pubblica, come possiamo pretendere che i nostri ragazzi non ne vengano influenzati in negativo, portandoli a pensare che non ci sono limiti a quello che si può fare e dire, visto che a superarli questi limiti sono proprio quelle persone che dovrebbero costituire una sorta di modello?

Per non darvi l’impressione di fare solo teoria, vi parlo di due fatti accaduti negli ultimi giorni.

Con il primo ci trasferiamo all’estremo nord dell’Europa, nel Paese dei Mille Laghi, la Finlandia.

Non è frequente trovare un vicesindaco di una capitale europeache abbia una personale vocazione all’arte.

E ancor meno frequente è che detto politico sia appassionato di street art,tanto da essere lui stesso un graffitista in persona. 

E ridotte al minimo sono le possibilità che venga pizzicato a esprimersi dove non è permesso. 

Eppure tutto questo si è verificato ad Helsinki: dove  il vicesindaco Paavo Arhinmäki, classe 1976,   è stato colto in flagranza di reato mentre assieme ad un  amico di dilettava a dipingere  un muralein un tunnel ferroviario di Helsinki, tanto da costringere la città da lui stesso amministrata a ripulire il tutto con un intervento costato 3500 euro.

Paavo Arhinmäki non è un amministratore qualsiasi; perché oltre ad avere attualmente  la delega alla cultura per la capitale della Finlandia,  dal 2011 al 2014 è stato addirittura Ministro della Culturadi quello Stato (sic!). 

Inutile dire, come riportato dall’Associated Press, che il Vicesindaco, che ovviamente è stato arrestato, rischi ora l’incriminazione per atti di vandalismo e forse anche per interruzione di pubblico servizio.

Sempre l’Associated Press informa che Helsinki spende circa 650mila euro l’anno per rimuovere graffiti illegali, e si capisce quindi perché una parte dei cittadini chieda ad Arhinmaki di andarsene, anche se l’ex ministro, che fa parte del partito Vasemmistoliitto (“Alleanza di sinistra”, una formazione d’ispirazione socialdemocratica, che lo sostiene anche in questo frangente) ha già fatto sapere che non si dimetterà, malgrado si sia scusato per il suo gesto, che ha definito “stupido”.

Venendo al secondo fatto, torniamo in Italia, alla serata inaugurale dell’estate del   Museo MAXXI di Roma, tenutasi lo scorso 21 giugno, che ha visto come protagonisti il critico d’arte e Sottosegretario al Ministero della Cultura Vittorio Sgarbi e il cantautore Morgan (a tal proposito, sarà anche un mio problema, ma mi chiedo cosa c’entrasse Morgan con una manifestazione del genere).

Si sa come sono questi due personaggi, per cui ad un certo punto, si è cominciato a spaziare a ruota libera, toccando anche altri temi, meno “culturali”, fra una battuta e l’altra.

Fatto sta che (secondo quanto riportato da stampa e media) in uno dei momenti della serata Sgarbi ha chiamato l’amico Tony Renis, per invitarlo a raggiungerli: “C’è una serata con me e Morgan, però quello stronzo di Giuli non ti ha invitato, ti mando il mio autista vieni anche tu… siamo al Maxxi in questa robaccia di museo costruito da quella pazza… qua è pieno di figa, è una meraviglia, c’è Silvio che è risorto”.

Pensate sia finita qui?  Eravamo solo all’antipasto!

Arrivando a parlare della sua vita sessuale e del numero di donne conquistate, il Sottosegretario alla Cultura si è lasciato andare a queste dichiarazioni: “Houellebecq dice che c’è un momento della vita in cui noi conosciamo un solo organo: il cazzo. Il cazzo è un organo di conoscenza, cioè di penetrazione, serve a capire. Poi, dopo i 60 anni, scopri che ci sono anche altri organi, c’è per esempio il colon, il pancreas, la prostata. Io non sapevo che cazzo fosse ‘sta prostata, mai incontrata, a un certo punto sui 67 appare la prostata e tu devi fare i conti con questa troia puttana di merda che non hai mai incontrato in vita tua. Il cazzo se ne va e arriva la prostata”.

Passando poi ad una sorta di elenco dei record internazionali di conquiste femminili (in testa Warren Beatty, con 12.500, fino Kennedy con mille), Sgarbi è arrivato all’Italia e a se stesso: “Gli osservatori dell’Osce, nel momento in cui ero attivo, valutavano anche 9 al mese”. Spazio anche a un aneddoto su Berlusconi, che gli avrebbe rivelato di aver avuto meno di 100 donne, “una tragedia”. 

“Io però – ha precisato Sgarbi – ho fatto una ricerca, e sembra che il campione del mondo sia un altro statista insigne che non ha avuto inchieste, Fidel Castro: 35 mila.  Viva il comunismo”.

Inutile dire che il caso è esploso con la circolazione su You Tube del video registrato.

Scontate ovviamente le proteste dei dipendenti del Maxxi, una quarantina dei quali sono donne, come pure quelle dei componenti Pd delle Commissioni Cultura di Camera e Senato che hanno chiesto al Ministro Sangiuliano di riferire in Aula sulle “battutacce sessiste gravi e volgari”.

Tranquilli non succederà nulla, a parte le scuse e le prese di distanza, dovute, del direttore Alessandro Giuli e del Ministro Sangiuliano.  

Perché coloro che invitano Sgarbi ad una trasmissione o ad un convegno, lo faranno anche per le sue indubbie competenze culturali ed artistiche, ma soprattutto perché sanno che la sua presenza, caratterizzata delle sue uscite provocatorie, garantisce audience e visibilità.

Tornando al tema iniziale, c’è poco da meravigliarsi della strafottenza, della maleducazione, e dell’aggressività verbale (quella fisica, pur collegata, è un altro e più grave problema)  sempre più diffuse fra bambini (sì anche bambini!) e ragazzi, se gli esempi che offriamo loro sono questi. 

E se vedono amministratori come il Vicesindaco di una grande capitale europea violare le norme che dovrebbe far rispettare, o un 71enne Sottosegretario alla Cultura abbandonarsi nel corso di una manifestazione pubblica in un Museo a considerazioni e commenti che sarebbero forse giustificati solo in un cena riservata fra ex compagni di classe quando il tasso alcolico ha raggiunto livelli da sospensione della patente, come possiamo sperare che imparino a rispettare le leggi e le regole del vivere civile.

Certo il discorso potrebbe anche allargarsi al fatto che quotidianamente i giovani devono fare i conti con alcuni cattivi insegnanti, cattivi amministratori, cattivi padri e madri, per farla breve, cattivi esempi di vita. Sono bombardati di continuo da notizie che di buono non hanno proprio nulla. La cronaca infatti, per fare qualche esempio, ci racconta di maestre che picchiano i bambini all’asilo, di badanti che picchiano anziani infermi, di amministratori mariuoli che intascano tangenti (pardon oggi si chiamano “compensi per intermediazioni tra parti contrapposte”), di mariti che uccidono le mogli, di genitori che uccidono i figli e di figli che uccidono i genitori, del turpiloquio diventato costume diffuso a tutti i livelli. 

Quindi prima di sparare sui ragazzi forse sarebbe bene che noi adulti facessimo un bell’esame di coscienza su una società sempre più malata di aggressività e volgarità.

“Povera Patria”, per usare un termine oggi di moda!

Umberto Baldo

PS: mi scuso se non ho usato, come si fa di consueto, i puntini di sospensione per certi termini, ma ho preferito allinearmi alla scelta di buona parte dei cronisti che, in questa occasione, hanno preferito riportare le parole del dialogo nella loro crudezza (così come  le hanno potute leggere e ascoltare i nostri ragazzi sui social media!)

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