20 Marzo 2025 - 14.39

I settori vicentini più in crisi? Meccanica e Moda

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“La situazione è difficile e in divenire, ma non possiamo permetterci di stare fermi ad attendere. Non siamo di fronte a una ‘crisi’ che prima o poi finisce, ma a un ridefinirsi del mercato globale come lo abbiamo conosciuto fino ad oggi”. Questo il commento di Carlo Pellegrino e Luca Bortolotto, rispettivamente presidente del settore Meccanica e del comparto Moda di Confartigianato Imprese Vicenza, alla luce degli ultimi dati su due importanti settori: meccanica e moda.
“I comparti che rappresentiamo nel vicentino presentano una diffusa presenza di micro e piccole imprese e una marcata vocazione artigiana, tanto che Vicenza è la 4° provincia in Italia per maggior peso dell’occupazione proprio nei settori in esame”, aggiungono Pellegrino e Bortolotto.
Come emerge da un Focus dell’Ufficio Studi, infatti, nel vicentino nei settori di riferimento della Federazione della Meccanica di Confartigianato operano 4.932 imprese di cui di una su due (51,2% pari a 2.541) è impresa artigiana. Settori che contano complessivamente 65.318 addetti, di cui il 10.546 occupati (pari al 16,1%) nelle imprese artigiane. Per quanto riguarda la Moda nel vicentino a fine 2024, si contano 1.973 imprese nel settore, di cui il 47,3% (933) sono imprese artigiane che impiegano circa 4.500 addetti (16,7% del totale) dei complessivi 27 mila del comparto.
“Sulla crisi della moda -precisa Bortolotto- oltre ai fattori generali come la debole ripresa del commercio internazionale, ne pesano di specifici: la spinta dei prezzi, più marcata nella fiammata inflazionistica innescata dallo shock energetico, le criticità della catena di approvigionamento innescate da pandemia e crisi internazionali, gli effetti della Brexit oltre al basso profilo della domanda di alcuni tra i maggiori mercati, come Germania e Giappone. Qualche segnale positivo arriva dal Piano Italia per la Moda presentato dal Ministro del Made in Italy che ha come focus crediti, finanza, innovazione, sostenibilità, e legalità. Nelle intenzioni le misure coinvolgono tutta la filiera. Ci auspichiamo un’attenzione sulle piccole e medie imprese, ossatura del comparto, con una valorizzazione non solo del prodotto ma anche della lavorazione che è tanta parte del Made in Italy”.

“Cerchiamo di sostenere le imprese in questa difficile fase in un’ottica di rete e di creazione di nuovi mercati sia interni che esteri. Altro tema importante che grava sui bilanci è il caro energia che non si arresta, con aumenti del 82% negli ultimi 4 anni (del 32% solo nell’ultimo) per le aziende del settore. Attraverso la nostra associazione cerchiamo di attutire i costi dell’energia anche incentivando l’autoconsumo. Se, infatti, è difficile fare previsioni certe su come cambieranno gli assetti del mercato globale, sul tema dell’energia, produzione, immagazzinamento e quindi costi, possiamo fare qualcosa”, prosegue Pellegrino.

Sul fronte della demografia di impresa nella fase post-pandemia a Vicenza tra il 2021 e il 2024 si registra una riduzione del 2,1% dello stock di imprese totali vicentine, fenomeno decisamente più marcato proprio nei settori moda e meccanica. Nel triennio, nei settori in esame, infatti, lo stock di imprese cala del 5,9%, con una perdita di quasi 400 imprese, di cui 238 (pari al 60,9%) artigiane. Flessione più contenuta rispetto a quella registrata a livello nazionale (-8,8%) grazie alla maggior tenuta della meccanica che nel triennio segna un calo del -3,2% contro il -6,9% nazionale, mentre il comparto moda con -11,2% è in linea con la media nazionale (-11,9%).

In tema di occupazione nel 2024 le assunzioni nelle imprese vicentine della meccanica sono calate del 20,5%, passando da 12.480 del 2023 a 9.920. Il saldo delle posizioni di lavoro dipendente diventa così negativo, pari a -220 unità, mentre nel 2023 era pari a +1.140 unità. Quanto all’export, nel 2024 l’export della meccanica cala del 5,5% rispetto all’anno precedente, con una flessione più marcata nei paesi Ue (-6,7%) rispetto ai paesi extra Ue (-4,0%). In questo quadro si colloca la Germania la cui recessione, e debole ripresa prevista per il 2025, penalizza la domanda del Made in Italy: nel 2024 le esportazioni vicentine del settore sul mercato tedesco scendono del 9,2%. La Germania, da sola, spiega il 57,5% del calo dell’export della Meccanica nell’Ue.
Dall’Ufficio Studi emerge che a dicembre 2024 si registra un ulteriore peggioramento congiunturale anche della produzione italiana della moda, con un calo del 6,4% rispetto a novembre. Il bilancio dell’anno è pesante, con un calo della produzione del 10,5%, a fronte della flessione del 3,7% della media della manifattura. Il 2024 diventa così il terzo annus horribilis per la moda, tenuto conto che solo nel 2009 si è registrata una performance peggiore della produzione (-11,6%) per la crisi finanziaria del 2008.

Nel 2024 l’export della moda cede del 6,2% rispetto al 2023, dato da una riduzione leggermente più marcata nei paesi Ue (-6,6%) rispetto ai paesi extra Ue (-5,9%).

La recessione 2023-2024 e la debole ripresa prevista per il 2025 in Germania contribuiscono a comprimere la domanda del Made in Italy: nel 2024 le esportazioni vicentine del tessile, abbigliamento e pelli sul mercato tedesco scendono del 5,9%, flessione leggermente più contenuta del calo del 6,6% registrato nell’Ue. Nel 2024 le assunzioni nelle imprese vicentine della moda sono calate del 15,2%, passando dalle 4.255 del 2023 a 3.610. Il saldo delle posizioni di lavoro dipendente, già negativo nel 2023 (-65 unità), si è intensificato arrivando a -555 unità nel 2024.

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