Il 2021 comincia bene per la natura
di Anna Roscini
Ci siamo lasciati alle spalle uno degli anni più caldi mai registrati e molte sono le aspettative per il 2021: a novembre si terrà la ventiseiesima conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Sarà il 2021 un anno di svolta per il clima? Ancora purtroppo non è dato saperlo, ma possiamo senz’altro soffermarci su alcuni piccoli, grandi successi che la natura ha già registrato in questo nuovo anno.
Antartide:
il buco dell’ozono si è chiuso
La
World Meteorological Organization, l’agenzia meteorologica delle
Nazioni Unite, ha annunciato che il buco nell’ozono nel continente
antartico si è finalmente chiuso. Una notizia tanto positiva quanto
sorprendente dato che, proprio la scorsa estate, il buco aveva
raggiunto una dimensione di 24,8 chilometri quadrati. È stato il
buco più profondo e più duraturo che si sia registrato negli ultimi
quarant’anni, ovvero dall’inizio del monitoraggio
dell’ozono.
Non dimentichiamo che lo strato di ozono ci
protegge dai danni dei raggi ultravioletti del sole ed è quindi
fondamentale per l’uomo. Per questo, nel 1987 con il Protocollo di
Montreal, si è regolata la produzione e il consumo di circa cento
sostanze chimiche dannose.
Il
grande ritorno dei bisonti americani in Messico
Dopo
che i coloni invasero le terre dei nativi americani, misero a
repentaglio anche la sopravvivenza dei bisonti, animali venerati e
rispettati dalle tribù locali. La caccia indiscriminata e la
distruzione delle zone di pascolo furono le cause principali della
drastica riduzione del numero dei bisonti americani in Nord America.
Se trecento anni fa si potevano contare infatti dai 30 ai 60 milioni
di capi, alla fine del 1800 ne erano rimasti solo 1000 esemplari. A
causa della perdita dell’habitat, il più grande mammifero
americano rischiava l’estinzione. Questo finché, grazie ad un
programma di conservazione e tutela del Parco Nazionale Wind Cave,
non sono stati trasferiti 23 bisonti negli altipiani di Coahuila, con
l’obiettivo di permettere loro di vivere e riprodursi in sicurezza.
Al primo gruppo, sono stati aggiunti in un secondo momento 19
esemplari e ad oggi si possono contare circa 200 esemplari. Proprio
nei primi giorni del 2021, sono stati avvistati mentre pascolavano
numerosi a Coahuila.
Un’alternativa
ecologica ai pesticidi
Continuano
le ricerche per trovare un’alternativa ecologica all’uso
estensivo di fertilizzanti e pesticidi, ma come stimolare la risposta
immunitaria delle piante contro batteri e parassiti? Con le
nanoparticelle di silice, secondo lo studio condotto dall’Adolphe
Merkle Institute e dall’Università di Friburgo. I ricercatori
hanno sintetizzato nanoparticelle di silice con proprietà simili a
quelle che si trovano nelle piante e le hanno testate sulla
Arabidopsis thaliana infestata dal parassita batterico Pseudomonas
syringae. I risultati hanno dimostrato che le loro nanoparticelle
possono aumentare la resistenza contro i batteri in modo
dose-dipendente stimolando l’ormone di difesa della pianta, l’acido
salicilico. Chiaramente, prima di un’ampia applicazione in natura,
è necessario approfondire le conseguenze a lungo termine
dell’immissione di nanoparticelle di silice nell’ambiente.
La
foca monaca torna in Salento
Nell’area
marina protetta di Porto Cesareo, dopo mezzo secolo è tornata la
foca monaca. L’esemplare è stato avvistato da un pescatore
sportivo. Il mammifero, appartenente a una specie protetta e in via
di estinzione, era scomparso da tempo da diverse zone del
Mediterraneo a causa dell’antropizzazione del litorale costiero e
della caccia da parte dell’uomo.
Una
nuova vita per l’orsa Jambolina
Dall’Ucraina
alla Svizzera: dopo avere trascorso tutta la sua vita in una gabbia,
l’orsa Jambolina è stata salvata dall’organizzazione per i
diritti degli animali Four Paws. Per undici anni l’orsa è stata
costretta ad esibirsi al circo, finché la pandemia ha reso
impossibile organizzare spettacoli e il suo proprietario ha così
scelto di rinchiuderla in una gabbia minuscola, senza possibilità di
uscire. Ora è finalmente arrivata in Svizzera nella sua nuova casa:
il Santuario degli orsi di Arosa dove un team specializzato si
prenderà cura di lei. L’orsa più sola del mondo può finalmente
cominciare una nuova vita.