15 Gennaio 2021 - 9.48

Il 2021 comincia bene per la natura

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di Anna Roscini

Ci siamo lasciati alle spalle uno degli anni più caldi mai registrati e molte sono le aspettative per il 2021: a novembre si terrà la ventiseiesima conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Sarà il 2021 un anno di svolta per il clima? Ancora purtroppo non è dato saperlo, ma possiamo senz’altro soffermarci su alcuni piccoli, grandi successi che la natura ha già registrato in questo nuovo anno.

Antartide: il buco dell’ozono si è chiuso
La World Meteorological Organization, l’agenzia meteorologica delle Nazioni Unite, ha annunciato che il buco nell’ozono nel continente antartico si è finalmente chiuso. Una notizia tanto positiva quanto sorprendente dato che, proprio la scorsa estate, il buco aveva raggiunto una dimensione di 24,8 chilometri quadrati. È stato il buco più profondo e più duraturo che si sia registrato negli ultimi quarant’anni, ovvero dall’inizio del monitoraggio dell’ozono.
Non dimentichiamo che lo strato di ozono ci protegge dai danni dei raggi ultravioletti del sole ed è quindi fondamentale per l’uomo. Per questo, nel 1987 con il Protocollo di Montreal, si è regolata la produzione e il consumo di circa cento sostanze chimiche dannose.

Il grande ritorno dei bisonti americani in Messico
Dopo che i coloni invasero le terre dei nativi americani, misero a repentaglio anche la sopravvivenza dei bisonti, animali venerati e rispettati dalle tribù locali. La caccia indiscriminata e la distruzione delle zone di pascolo furono le cause principali della drastica riduzione del numero dei bisonti americani in Nord America. Se trecento anni fa si potevano contare infatti dai 30 ai 60 milioni di capi, alla fine del 1800 ne erano rimasti solo 1000 esemplari. A causa della perdita dell’habitat, il più grande mammifero americano rischiava l’estinzione. Questo finché, grazie ad un programma di conservazione e tutela del Parco Nazionale Wind Cave, non sono stati trasferiti 23 bisonti negli altipiani di Coahuila, con l’obiettivo di permettere loro di vivere e riprodursi in sicurezza. Al primo gruppo, sono stati aggiunti in un secondo momento 19 esemplari e ad oggi si possono contare circa 200 esemplari. Proprio nei primi giorni del 2021, sono stati avvistati mentre pascolavano numerosi a Coahuila.

Un’alternativa ecologica ai pesticidi
Continuano le ricerche per trovare un’alternativa ecologica all’uso estensivo di fertilizzanti e pesticidi, ma come stimolare la risposta immunitaria delle piante contro batteri e parassiti? Con le nanoparticelle di silice, secondo lo studio condotto dall’Adolphe Merkle Institute e dall’Università di Friburgo. I ricercatori hanno sintetizzato nanoparticelle di silice con proprietà simili a quelle che si trovano nelle piante e le hanno testate sulla Arabidopsis thaliana infestata dal parassita batterico Pseudomonas syringae. I risultati hanno dimostrato che le loro nanoparticelle possono aumentare la resistenza contro i batteri in modo dose-dipendente stimolando l’ormone di difesa della pianta, l’acido salicilico. Chiaramente, prima di un’ampia applicazione in natura, è necessario approfondire le conseguenze a lungo termine dell’immissione di nanoparticelle di silice nell’ambiente.

La foca monaca torna in Salento
Nell’area marina protetta di Porto Cesareo, dopo mezzo secolo è tornata la foca monaca. L’esemplare è stato avvistato da un pescatore sportivo. Il mammifero, appartenente a una specie protetta e in via di estinzione, era scomparso da tempo da diverse zone del Mediterraneo a causa dell’antropizzazione del litorale costiero e della caccia da parte dell’uomo.

Una nuova vita per l’orsa Jambolina
Dall’Ucraina alla Svizzera: dopo avere trascorso tutta la sua vita in una gabbia, l’orsa Jambolina è stata salvata dall’organizzazione per i diritti degli animali Four Paws. Per undici anni l’orsa è stata costretta ad esibirsi al circo, finché la pandemia ha reso impossibile organizzare spettacoli e il suo proprietario ha così scelto di rinchiuderla in una gabbia minuscola, senza possibilità di uscire. Ora è finalmente arrivata in Svizzera nella sua nuova casa: il Santuario degli orsi di Arosa dove un team specializzato si prenderà cura di lei. L’orsa più sola del mondo può finalmente cominciare una nuova vita.

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