24 Aprile 2025 - 18.04

Il Belgio rischia davvero l’estinzione? L’incredibile proposta dall’Olanda: “A noi le Fiandre e alla Francia la Vallonia!”

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Un Belgio diviso tra Francia e Paesi Bassi: è la sorprendente idea avanzata dal presidente della Camera bassa olandese, Martin Bosma, durante una cena ufficiale con l’ambasciatore francese François Allabrune. La notizia, che ha scosso la stampa belga e olandese, è stata riportata dal quotidiano NRC e ha immediatamente suscitato clamore e perplessità.

Bosma, 66 anni, esponente di spicco del Partito per la Libertà (PVV) di Geert Wilders, ha affermato con tono apparentemente serio:
“I Paesi Bassi vogliono le Fiandre, la Vallonia può andare alla Francia”, lasciando di stucco l’ambasciatore e alcuni parlamentari presenti. A chi gli ha chiesto chiarimenti in seguito, il presidente della Camera ha risposto con un’alzata di spalle: “A una festa come questa, si parla anche di politica e di scenari ipotetici”.

Il sogno di una “Grande Olanda”

L’idea non è nuova nei circoli dell’estrema destra olandese e fiamminga. Già Geert Wilders aveva espresso simpatia per una riunificazione linguistica e culturale con le Fiandre, una proposta che trova terreno fertile anche nel partito fiammingo Vlaams Belang, da sempre favorevole alla separazione delle Fiandre dal Belgio.

Non è un mistero neppure il pensiero del nazionalista Bart De Wever, leader dell’N-VA e attuale primo ministro belga, che in un’intervista del 2021 dichiarava:
“Non ho mai rinunciato al sogno che tutti gli olandesi possano tornare a vivere insieme. Se potessi morire da olandese del sud, sarei più felice che da belga.”
Toni che si sono però raffreddati durante la campagna elettorale del 2024, in cui De Wever ha definito il tema della riunificazione “non all’ordine del giorno”.

Utopia o provocazione?

L’uscita di Bosma ha comunque riacceso un vecchio dibattito: quello sull’identità nazionale belga, da sempre spaccata tra Fiandre e Vallonia. Ma l’ipotesi di un’annessione dei territori da parte di Francia e Paesi Bassi appare, al momento, più una provocazione ideologica che un progetto politico realistico.
Il Belgio, dunque, non sparirà domani. Ma il sogno (o incubo) di una sua dissoluzione continua ad aleggiare, tra brindisi diplomatici e nostalgie secessioniste.

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