20 Giugno 2024 - 9.47

Il centro storico di Vicenza? Un vespasiano canino! Quando i proprietari dei ‘pelosetti’ sono cafoni

di Alessandro Cammarano

In un tempo non poi così lontano in Corso Palladio passavano gli autobus e bisognava stare attenti a camminare sui marciapiedi; poi vennero le biciclette e i pedoni cominciarono a strisciare lungo le vetrine dei negozi – che iniziano così ad avvantaggiarsi di un servizio di pulizia gratuito fatto con giacche e cappotti – tipo fuggiaschi.

Adesso tutti noi ci siamo specializzati in “schinche” repentine per evitare il crescente numero di cacche di cane – dal “petolino” da chihuahua alla “boassa” da mastino – che i simpatici proprietari fingono di non vedere, lasciando il fardello molliccio e maleodorante alla mercé delle suole delle scarpe dei passanti.

Ovviamente questi “amici” degli animali sono quelli che permettono al loro “pelosetto” – per la cronaca esiste un girone infernale a loro dedicato – di leccare il gelato e di spaziare liberamente grazie a guinzagli estensibili che danno vita a situazioni tipo “padrone a Piazza Matteotti e cane in Contrà Santa Barbara”. Tutto questo avviene, chissà perché, durante il fine settimana, ovvero quando mandrie di cani e relativi padroni invadono il centro invece di andare a fare una salutare sgambata in campagna, dove tra l’altro le deiezioni andrebbero a concimare i campi.

Ma cosa dice la legge in materia di escrementi del cane? E quali sono, nella pratica quotidiana, le cose che il padrone deve fare per non trasgredirla?

Quando il proprietario porta il cane fuori da casa, l’animale, per quanto possa essere bene educato, approfitta dell’occasione per fare i propri bisogni. Infatti, l’espletamento delle necessità fisiologiche del cane è un istinto non sopprimibile né gestibile, con la conseguenza che l’unica cosa che può fare il padrone è pulire dove l’animale ha sporcato. Non è una scusa valida per trasgredire all’obbligo, ad esempio, il fatto che nell’area in cui viene portato il cane non esistano contenitori di raccolta. Infatti, il padrone ha il dovere di raccogliere gli escrementi del cane nel sacchetto di plastica e portarli con sé fino al primo punto utile in cui cestinarli. Ma vediamo insieme, nello specifico, cosa dice la legge sulla raccolta dei bisogni dei cani e quali sono le sanzioni in caso di violazione.

Una multa fino a 103 euro, se l’oggetto altrui deturpato o sporcato dal cane è un bene mobile, come una gomma o una bicicletta.

Multa da 300 a 1.000 euro e la reclusione da 1 a 6 mesi, se l’oggetto imbrattato dall’animale è un mezzo pubblico di trasporto, come bus e treni, oppure un immobile, come una casa o le scale di un condominio;

Una multa da 1.000 a 3.000 euro e la reclusione da un minimo di 3 mesi, se il bene immobile è un sito storico, archeologico o artistico.

In ogni caso, la multa stabilita da eventuali ordinanze del Comune per i casi di violazione dell’obbligo di raccogliere le feci o di lavare la pipì nei territori di propria competenza.

Vale la pena di rischiare tanto per non compiere un gesto di civiltà?

Chiudiamo con un ringraziamento a tutti coloro che invece raccolgono coscienziosamente la cacca dei loro cani e che a loro volta rischiano le suole delle loro scarpe per colpa di altri proprietari assai meno educati per non dire cafoni.

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