Il consiglio sospetto di Trump. Qualcuno ieri si è arricchito illecitamente?

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Umberto Baldo
Quando leggiamo titoli del tipo «le borse bruciano migliaia di miliardi”, veniamo giustamente impressionati, perché questa espressione molto diffusa nel linguaggio dei media evoca nella nostra mente una montagna di banconote ridotte in cenere.
Nella realtà questa è una favola senza alcun senso: perché le Borse sono notoriamente un “giochino”, meglio un mercato a somma zero, e quei miliardi «bruciati» non sono scomparsi: sono semplicemente passati di mano, perché nei mercati finanziari generalmente se qualcuno perde c’è sempre qualcuno che ci guadagna.
Per evitare che in questo “gioco delle tre carte” qualcuno ne approfitti e si arricchisca illecitamente o furbescamente, sono stati previsti due reati: l’insider trading e l’aggiotaggio, che colpiscono colui che, in virtù della posizione che ricopre, è a conoscenza di informazioni privilegiate, e le utilizza per ottenere un profitto, oppure diffonde notizie false, esagerate o tendenziose sempre per arricchirsi.
Nel pomeriggio di ieri, ad un certo punto il Segretario al Tesoro Scott Bessent ha dichiarato alla American Bankers Association che l’amministrazione puntava a trovare un accordo con gli “alleati” per poi a muoversi uniti contro la Cina. Singolare concetto, visti i modi in cui gli “alleati” vengono trattati.
Subito dopo, alle 9,37 Donald Trump fa uno dei suoi soliti post sul proprio social Truth, invitando a comprare azioni: “Adesso è un momento grandioso per comprare” (parole testuali).
Per qualche ora non succede niente, finché tre ore e mezzo più tardi arriva l’annuncio ufficiale della “sospensione dei dazi per 90 giorni”, innescando un furioso rally degli investitori, che spingono l’S&P50, il Dow Jones ed il Nasdaq a rialzi senza precedenti.
Si fosse trattato dell’Ad di qualche società privata sarebbe già in un carcere federale con l’accusa di manipolazione del mercato, ma provenendo dal Presidente Usa non è chiaro se il consiglio di comprare azioni violi in se qualche norma, ma soprattutto se del caso chi potrebbe sanzionarlo.
Sicuramente non la Sec, l’ente federale di controllo sulle borse, visto che la stessa è stata (forse prudentemente secondo la sua logica) decapitata dal Tycoon biondo all’inizio del suo mandato. Per la serie “I controllori meglio toglierseli subito dai cog……ni”.
Sapete che cito spesso Giulio Andreotti ed il suo adagio “a pensare male si fa peccato, ma ci si indovina”, e poiché appartengo alla categoria dei maliziosi, nessuno mi toglierà mia il dubbio che, dato l’infimo livello di eticità dell’Amministrazione Trump, in quelle tre ore e mezzo di “incertezza” qualcuno, accogliendo il suggerimento di Trump, sia riuscito ad anticipare un rimbalzo da record che ha portato l’S&P 500 a guadagnare 5400 miliardi di capitalizzazione nel giro di poche ore, ed abbia così fatto un’abbuffata di soldi tale da poter mantenere intere generazioni di discendenti.
Da notare che la stampa riporta che ieri la società Trump Media & Technology Group, l’azienda proprietaria della piattaforma Truth e controllata al 53% proprio dal trust del Presidente degli Stati Uniti, ha guadagnato il 21% a Wall Street dopo il rinvio dei dazi, arrivando a 4,5 miliardi di capitalizzazione.
Come vi dicevo nessuno avrà mai il potere o il coraggio di dire che tutto ciò rasenta o supera i limiti dell’immoralità e forse dell’illegalità, ma resta il fatto inconfutabile, la stranezza, diciamo così, che l’invito-consiglio di Trump a comprare è arrivato da uno che, a tutti gli effetti, aveva il potere di decidere quello che, di lì a poco, sarebbe avvenuto.
C’è poco da fare: si tratta dell’ennesima conferma che il mondo è dei furbi e dei poco di buono!