Il coronavirus mette in ginocchio il trasporto pubblico locale veneto
“Lo stiamo affermando in tutte le sedi e in tutti gli incontri: se il Governo non si decide a finanziare con ulteriori risorse, oltre ai trasferimenti ordinari, le aziende di trasporto, stiamo seriamente correndo il rischio che i mezzi si fermino, che i cittadini vengano privati di un servizio essenziale e che migliaia di addetti, nel Veneto sono 6 mila, si ritrovino senza lavoro. Non è più un grido d’allarme: è, indipendentemente dal colore politico, un coro disperato”.
Lo afferma Elisa De Berti, assessore veneto ai lavori pubblici, infrastrutture e trasporti, dopo il confronto con i rappresentati regionali dei sindacati del Trasporto Pubblico Locale (Orsa, Filt Cgil, Fit Cisl, Fast Veneto, Uil Trasporti, Ugl, Usb, Faisa – Cisal), per valutare le ripercussioni che la pandemia in atto sta avendo sul settore.
I rappresentanti dei lavoratori hanno espresso alla Regione la preoccupazione per le gravi difficoltà sul piano della sostenibilità economico-finanziaria delle aziende di trasporto su ferro, gomma e acqua, e quelle conseguenti per i lavoratori che già hanno subito drastiche riduzioni salariali. Dello stesso tono sono le note inviate al Governo dagli assessori delle Regioni Veneto, Lombardia, Liguria, Toscana, Piemonte, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia.
“Sino all’emergenza Covid-19 – spiega De Berti –, l’equilibrio economico era assicurato da risorse provenienti da trasferimenti dello Stato, da entrate da tariffazione e da risorse regionali. La prima voce è assegnata in misura notevolmente diversa da Regione a Regione: per il Veneto i fondi che arrivano da Roma coprono il 44% dei costi, le risorse mancanti sono assicurate prevalentemente dalla vendita dei biglietti. Il lockdown ha determinato una riduzione drastica dei trasporti e dei passeggeri, con cali addirittura del 95%. Questo ha prodotto evidenti perdite, nonostante la riduzione delle corse realizzate, a causa dei costi fissi altissimi, tra tutti quello del personale”.
“Ancor peggio andrà con la graduale riapertura delle attività – precisa l’assessore – perché per garantire il distanziamento sociale sarà necessario l’utilizzo di più mezzi. Avremo così servizi in aumento, pochi utenti, entrate ridotte e maggiori costi, tra cui quelli di sanificazione. I bilanci delle aziende saranno pertanto in forte perdita, con rischi anche di liquidità”.
“Anche in Conferenza delle Regioni – prosegue De Berti – abbiamo lavorato a un disegno normativo completo per il settore, chiedendo l’istituzione di uno specifico fondo necessario al riequilibrio dei bilanci e per il ristoro degli abbonamenti, nonché per garantire i necessari ammortizzatori sociali per il settore. Ma abbiamo amaramente appreso che il Governo ha approvato un emendamento che oltre a non considerare la proposta delle Regioni, non mette un centesimo in più di quanto già stanziato in finanziaria per il TPL”.