18 Gennaio 2022 - 8.44

IL GRAFFIO – Caro Zaia, i morti non cambiano colore

A mano a mano che passa il tempo l’epidemia da Covid sembra evolvere sempre più da un problema sanitario ad un problema giuridico con forti venature “politiche”.
Già, perché, nonostante il bollettino quotidiani dei decessi continui a sfornare numeri pesantissimi, la maggiore preoccupazione dei nostri Governatori pare quella che la propria Regione non cambi colore.
Sembra quasi che il passare da zona bianca a gialla, o da gialla ad arancione, sia quasi una sorta di “retrocessione”, quasi un’ onta da scongiurare a qualsiasi costo.
E poiché i due parametri “chiave” sulla base dei quali vengono attribuiti i “colori” sono due semplici percentuali, il tasso di occupazione dei posti letto in area medica per pazienti affetti da Covid-19, e il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva con l’infezione, da settimane è in atto un pressing da parte dei Presidenti delle Regioni per modificare almeno uno dei parametri e salvare così dal “declassamento”.
E insisti insisti, sembra che ci siano riusciti tanto che il Ministero della Salute starebbe per emanare una circolare che consente che i pazienti ricoverati per altre patologie, e risultati positivi al tampone, vengano messi sì in isolamento in reparto, ma che non siano conteggiati come degenti nell’area medica dedicata agli infetti.
Capite bene che alla fine non cambia nulla, non il numero dei positivi ormai fuori controllo, non quello dei posti letto occupati, sia in area medica che in terapia intensiva, se non quella percentuale che, come nel “gioco delle tre carte”, consente di preservare la singola Regione dalle zone più colorate.
Francamente speravamo che dopo quasi tre anni di sofferenza, ci si concentrasse di più sulle reali misure di controllo dell’epidemia, piuttosto che su manovre di “maquillage numerico”, finalizzate solo a gettare fumo negli occhi relativamente ai numeri reali dell’infezione.
Siamo certi che per gli italiani l’unico vero numero che conta sia quello dei morti, che purtroppo non viene influenzato né dai proclami, nè dai giochini contabili di Lor Signori.

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