Il meteo impazzito fa calare la produzione di frutta: crollo per uva e pere
I cambiamenti climatici sconvolgono le campagne, dove si registra quest’anno un taglio del 10% del raccolto di grano, del 14% di quella di uva da vino, fino al 63% delle pere, mentre il raccolto di miele è sceso del 70% rispetto allo scorso anno, con il grande caldo che sta riducendo fino al 20% la produzione di latte nelle stalle assolate. È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti in occasione dell’ultima ondata di calore che sta scottando la verdura nei campi e la frutta sugli alberi.
“Le scottature da caldo – spiega il presidente di Campagna Amica Vicenza, Raffaele Cogo – danneggiano in maniera irreversibile frutta e verdura, fino a renderle invendibili. Si cerca di anticipare il raccolto quando possibile, si provvede al diradamento dei frutti sugli alberi, eliminando quelli non in grado di giungere a maturazione, per cercare di salvare almeno parte della produzione. Ma il caldo torrido ostacola pure le operazioni agronomiche e di raccolta che devono essere sospese nelle ore più bollenti per tutelare la salute dei lavoratori mentre diventa impossibile lavorare nelle serre”.
A soffrire sono anche gli animali con un taglio anche delle produzioni di uova, latte e miele per le api stremate dal caldo, che hanno smesso di volare e non svolgono più il prezioso lavoro di trasporto di nettare e polline. “Con il termometro sopra i 40 gradi, infatti, ci sono forti ripercussioni con la produzione di latte per le mucche nelle stalle, mentre le pecore – sottolinea Coldiretti Vicenza – sono costrette a migrare in altura per cercare pascoli verdi. Nelle stalle sono in funzione a pieno ritmo ventilatori e doccette refrigeranti per salvare le mucche che a causa dell’afa mangiano poco, bevono molto fino a 140 litri di acqua al giorno contro i 70 di periodi normali e producono di meno visto che per loro il clima ideale è fra i 22 e i 24 gradi”.
L’ondata di calore africana è la punta dell’iceberg delle anomalie di questo pazzo 2023 che è stato segnato, fino ad ora, prima da una grave siccità che ha compromesso le coltivazioni in campo, poi per alcuni mesi dal moltiplicarsi di eventi meteo estremi, precipitazioni abbondanti e basse temperature e, infine, dal caldo torrido di luglio ed agosto, con danni all’agricoltura ed alle infrastrutture rurali. “L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici – sottolinea Coldiretti – ma è anche il settore più impegnato per contrastarli. I cambiamenti climatici impongono una nuova sfida per le imprese agricole, che devono interpretare le novità segnalate dalla meteorologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio”.
L’innovazione è fondamentale per fronteggiare queste situazioni. “Un obiettivo che richiede un impegno delle istituzioni per accompagnare innovazione dall’agricoltura 4.0 con droni, robot e satelliti – conclude Coldiretti – fino alla nuova genetica green no ogm, alla quale la Commissione Europea, anche grazie al nostro pressing, sta finalmente aprendo le porte”.