Il Mondo al contrario. Un caso politico
Ritorno nuovamente sul “libro dello scandalo”, di cui ieri ho cercato di riportarvi, per quanto possibile, i principali contenuti.
Oggi però cerco di rispondere alla domanda: perché questo tomo sta avendo un successo impensabile, oserei dire quasi incredibile?
Ovviamente, mi ripeto, si tratta delle “mie” risposte, basate sulle impressioni ricavate dalla lettura dello stesso.
Direi di partire inquadrando l’autore.
Roberto Vannacci: 54 anni, paracadutista, ha comandato reparti d’élite dell’Esercito italiano quali il Reggimento d’assalto “Col Moschin” e la Brigata “Folgore”; ha partecipato a missioni in Somalia, Ruanda, Bosnia-Erzegovina, Yemen, Costa d’Avorio, Iraq, Libia, Afghanistan (dove è stato capo di Stato Maggiore delle Forze Speciali NATO); è stato insignito di varie onorificenze italiane fra cui l’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, il più alto degli ordini nazionali, e ha ricevuto anche la Stella di Bronzo e la Legione al Merito dagli Usa.
Quindi dal punto di vista della professionalità nulla da dire, ed il fatto che si trovasse relegato a comandare l’Istituto Geografico Militare di Firenze potrebbe essere la conseguenza di aver a suo tempo denunciato i rischi per i soldati derivanti dall’uso di munizioni all’uranio impoverito.
E veniamo al libro.
La particolarità sta nel fatto che si tratta di un volume autoprodotto, pubblicato cioè attraverso Amazon (quindi non distribuito nelle librerie), ed in questa Italia in cui la maggior parte dei libri riscontra vendite a dir poco ridicole, un volume che dal 10 agosto ad oggi avrebbe venduto più di 93.700 copie, (secondo i dati di GfK, la società di riferimento per il monitoraggio del mercato editoriale) rappresenta un vero e proprio fenomeno, tanto che per vedere una cosa simile gli addetti ai lavori dicono che bisogna ritornare ai tempi della saga di Harry Potter.
Quindi, dato che è estremamente raro che auto pubblicando un libro su Amazon qualcuno possa ottenere il successo che ha avuto il generale Vannacci, il boom delle vendite de “Il mondo al Contrario” deve per forza dipendere da altro; a mio avviso dal fatto che l’autore è un Generale dell’Esercito italiano, e soprattutto che contenga, secondo molti critici, numerosi passaggi omofobi, razzisti, sessisti e offensivi nei confronti di molte persone.
Alla promozione, sia pure involontaria, del pamphlet ha sicuramente contribuito anche la posizione assunta dal Ministro della Difesa Crosetto, che dopo aver definito il libro pieno di “farneticazioni personali” ha proceduto alla rimozione di Vannacci dal ruolo di comandante dell’Istituto Geografico Militare.
Ho già scritto che ho valutato ineccepibile la posizione di Crosetto come Titolare della Difesa; se non che sono scattate immediatamente numerose critiche al Ministro, e guarda caso da ambienti della destra, compresi alcuni personaggi di spicco di Fratelli d’Italia, fra cui Giovanni Donzelli, che ha dichiarato: “Non è compito della politica vagliare la correttezza morale dei contenuti degli scritti”.
A tutto questo si sono aggiunti i corteggiamenti del Generale da parte di Capitan Salvini, con il chiaro scopo di ingraziarsi quella parte della destra che dopo un anno di governo non si riconosce più nella linea liberal-conservatrice della premier (che è poi anche quella di Crosetto e Giorgetti).
Determinante inoltre il clamore suscitato dagli indignati detrattori, senza i cui strali sui “giornaloni” Vannacci sarebbe rimasto agli occhi dell’opinione pubblica un illustre sconosciuto, ed il suo libro uno dei tanti comprati solo da amici e parenti.
Alla fine della fiera, dal polverone che si è sollevato, e che credetemi non si poserà tanto presto, è del tutto evidente che il libro rappresenta un ottimo e forse isperato casus belli per cercare di dare corpo ad una nuova formazione politica (vi ricordate che vi avevo parlato di Alemanno?), o forse meglio di un movimento teo-con che potrebbe rappresentare il porto di approdo di tutti gli scontenti di Fratelli d’Italia, della Lega e di Forza Italia, dopo quello che viene giudicato in questi ambienti come il fallimento di Giorgia Meloni nel suo ruolo di premier.
Ed il problema è tanto più politico in quanto, è inutile girarci attorno, su moltissimi temi trattati nel libro le opinioni espresse da Vannacci sono grosso modo le stesse che si ritrovavano nei programmi di Fratelli d’Italia (e non solo!), o quanto meno quelle che venivano portate avanti e pubblicizzate fino al momento della vittoria alle elezioni del settembre scorso. Ed erano netti “no” al multiculturalismo ed all’immigrazione di massa (blocco navale), no al gender, sì al patriottismo, sì al merito, sì alla transizione energetica ma in maniera progressiva.
Ecco spiegato il silenzio assordante della premier Giorgia Meloni.
Che si è venuta a trovare in una posizione assai scomoda, fra la necessità, da Presidente del Consiglio, di mantenere un aplomb istituzionale e di rispettare determinate regole anche di comunicazione, ed i legami con quella destra in cui ha maturato tutta la sua esperienza politica e di vita.
Certo alla Meloni non può far piacere subire emorragie di voti alla sua destra (pas d’ennemis à droite) ma io credo che, sotto sotto, il vero ‘bersaglio’ del testo di Vannacci non siano né i gay né gli immigrati né la sinistra, ma la netta posizione filo-atlantica e pro-Ucraina del Governo. Guarda caso gli stessi temi su cui sicuramente punterà Alemanno nella campagna elettorale del 2024.
Certo in un simile clima, piuttosto torbido a mio avviso, ci sta tutto, anche una sinistra che ovviamente descrive Vannacci come il diavolo, e che immagina che dietro il generale ci siano chissà quali fantasmi.
Ma se volete una posizione del tutto personale, non credo che un libro possa arrivare a tale successo di vendite se le idee nello stesso espresse non siano in parte condivise da moltissimi cittadini italiani, e a testimoniarlo sono le oltre 1000 recensioni su Amazon, la maggior parte delle quali entusiastiche.
Non è che gli italiani comincino ad essere stanchi di un politically correct volto a imporre l’estensione della normalità a ciò che è eccezionale, e a favorire l’eliminazione di ogni differenza tra uomo e donna, tra etnie, tra coppie eterosessuali e omosessuali, tra occupante abusivo e legittimo proprietario, tra il meritevole e il lavativo, stravolgendo valori e principi che si perdono nella notte dei tempi?
Non lo so, la butto là!
Cercando di arrivare ad una qualche conclusione, le posizioni di Vannacci ben esplicitate nel suo libro, e la solidarietà a lui manifestata da molti esponenti dei partiti dell’attuale maggioranza, rendono ancora una volta più evidente, come se ce ne fosse bisogno, la contraddizione di fondo in cui si muove l’Esecutivo guidato da Giorgia Meloni; che è arrivata al potere dopo anni e anni di opposizione dura, supportata da video di propaganda con contenuti e toni non molto distanti da quelli riportati nel libro del Generale, e che oggi si trova a fare i conti con un ruolo che le impone un profilo molto più moderato, e con la necessità di fare scelte di politica estera, tipo l’allineamento a Biden ed agli Usa, che sono contrari al tradizionale antiamericanismo della destra italiana ex missina.
Rimane impregiudicata la questione non tanto se si condividano le idee del Generale Vannacci, quanto se la loro pubblicazione sia compatibile con il suo ruolo di alto ufficiale al servizio dello Stato.
Detta in altre parole: quelle opinioni messe nero su bianco in un libro sono o meno compatibili con l’appartenenza alle nostre Forze Armate?
Francamente non ho trovato una risposta del tutto convincente, per cui lascio ai costituzionalisti il compito di dipanare tale questione.
Cosa succederà?
Io penso che il Generale nei prossimi mesi diventerà una specie di Madonna pellegrina fra convegni, manifestazioni, conferenze, dibattiti.
Ovviamente se vorrà andarsi a sedere al Parlamento Europeo non avrà che da scegliere, tante saranno le offerte di candidatura, ma alla fine, come altri prima di lui, a Bruxelles scoprirà di non contare nulla politicamente.
Nel frattempo potrà senz’altro cominciare a godersi i frutti della sua fatica editoriale, visto che un libro autoprodotto offre all’autore opportunità di guadagno nettamente superiori rispetto ad uno pubblicato da una casa editrice.
Quanto meno, comunque andrà a finire la sua vicenda, avrà senz’altro rimpinguato di molto il suo conto in Banca, dato che si stima abbia finora incassato circa 500mila euro.
Incassi probabilmente destinati a crescere ulteriormente, visto che un piccolo editore di Rimini, il Cerchio, ha annunciato che a breve lo distribuirà nelle librerie, in un’edizione ripulita dai refusi e griffata da una prefazione di Francesco Borgonovo.