L’imprenditore vicentino Alberto Filippi: “Dieci mesi d’inferno. Nessuno mi ripagherà i danni”. Il pentito si è inventato tutto e la Procura chiede l’archiviazione del caso (VIDEO)
La procura antimafia ha chiesto archiviazione per Alberto Filippi per insussistenza di elementi. Accusato di essere il ‘mandante’ dell’attentato contro Ario Gervasutti, ex direttore del GdV. Dopo tre anni e mezzo di indagini, la Procura ha chiesto formalmente la richiesta di archiviazione con un provvedimento di 22 pagine: il pentito si è inventato tutto. A renderlo noto è lo stesso imprenditore vicentino in una conferenza stampa in corso all’Hotel ViEst assieme ai suoi avvocati Cesare Dal Maso e Renzo Fogliata.
Che si andasse verso l’archiviazione era già emerso nei mesi scorsi, i virtù dei dubbi dei pm.
Filippi in base alle accuse, ora crollate, avrebbe pagato «25 mila euro da consegnare a fatto compiuto (…) per picchiare o incendiare l’auto» di Gervasutti, che in passato era stato direttore del Giornale di Vicenza, che aveva scritto degli articoli che nell’ipotesi d’accusa sarebbero stati sgraditi all’imprenditore, che guida la Unichimica di Torri di Quartesolo. Santino avrebbe agito con un complice ma i due avrebbero «esagerato»: «Invece di picchiarlo solo, spararono alla casa di questo giornalista e venne fuori un casino, in quanto Filippi non aveva chiesto questo e non voleva pagare». Secondo quanto riportava il Corriere del Veneto il 24 gennaio gli investigatori avevano in mano un riscontro di un pagamento del senatore. Ma lo zio di Mercurio, Santino aveva dichiarato al Corriere che si trattava solo di una «vendetta di mio nipote: io non sono un ‘ndranghetista e non vado in giro a sparare alle persone». Inoltre Filippi aveva invece fornito una giustificazione a tutto, fattura compresa, spiegando che si trattava di una delle tante fatte a quella società nell’ambito dei lavori alla sua villa. Oggi la notizia dell’archiviazione.
La credibilità del pentito è crollata anche grazie alle prove fornite da Filippi, fra cui registrazioni di incontri e conversazioni che fanno pensare esclusivamente a questioni economiche relative alla ristrutturazione della villa da parte di Mercurio e dalla ditta Magnum Blindati. I famosi 25 mila euro erano stati fatturati e nei dialoghi si parlava di fatture e pagamenti. Mercurio chiedeva più soldi più soldi perché Filippi, per pagare tutti i conti dei lavori gli aveva ceduto un credito di 400 mila euro. Insoddisfatto, il calabrese si sarebbe vendicato sferrando le false accuse.