24 Marzo 2021 - 9.14

Il Veneto dei “porchi… e delle madonne…”

Per essere aggiornato sulle notizie del Veneto iscriviti al gruppo Facebook: VENETO NOTIZIE

Qualche giorno fa, nel mentre passeggiavo vicino a casa, quindi nel pieno rispetto delle vigenti limitazioni anti Covid, ho incrociato quattro adolescenti, che a onor del vero portavano le mascherine, che però non riuscivano a silenziare il vero e proprio effluvio di bestemmie con cui i ragazzi infarcivano i loro discorsi.A volerla dire alla veneta, un vero e proprio “rosario de rèsie”, per di più estremamente fantasiose.Non sono un puritano, e nemmeno particolarmente religioso, ma debbo confessarvi che tutte quelle bestemmie in bocca a dei ragazzi mi hanno colpito, e anche disturbato. E sì che come veneto dovrei esserci abituato!Perchè è vero che la bestemmia è una pratica diffusa un po’ in tutta Italia, ma in una ipotetica classifica nazionale dei “porchi… e madonne…”, a salire sul podio sarebbero sicuramente il Friuli, la Toscana ed il Veneto, anche se non saprei dire chi si guadagnerebbe la medaglia d’oro.Io sono nato da una famiglia veneta in cui non si bestemmiava, ma ricordo che i miei genitori mi raccontavano che dopo una serie di lavori fatti in casa, io di quattro anni, e mia sorella di due, bestemmiavamo come due turchi, tanto che per un po’ dovettero limitare i contatti sociali perchè si sentivano in imbarazzo. Eppure la mia mamma ed il mio papà non si sarebbero mai sognati di bestemmiare, ma i muratori con cui noi bambini eravamo entrati in contatto si.Ricordo in particolare un episodio. Eravamo al ristorante, e mia sorella (ripeto due anni) commentando il sapore della pietanza mi diceva: “Umberto sta carne sa da Porco….”. Ed io di rimando “No la sa da Dio…..” . Vista la mala parata, i miei genitori, dopo essersi scusati con gli altri commensali, ci hanno preso in braccio e hanno tolto le tende. Mi sono spesso chiesto perchè invece di usare imprecazioni come “accidenti” o simili, si ricorra alla bestemmia.Che si tratti di un fattore culturale, ammesso che la blasfemia possa far parte del patrimonio di un popolo?Non c’è dubbio che soprattutto da piccoli, meglio da adolescenti, bestemmiare serva a dimostrare di essere tosti, per sentirsi adulti, analogamente al fumare, fare impennare il motorino, e fare il filo alle coetanee. Si bestemmia quindi per aderire al gruppo, dando vita ad un intercalare triviale, in cui il “porco” sostituisce le parole “dunque”, “allora”, “ovvero”.La riprova la si può avere persino negli oratori durante le partitelle di calcio o di basket, dove ad ogni gol o canestro sbagliato, ad ogni palla persa, i ragazzi si abbandonano ad una “corona de rèsie”. Provate ad ascoltare con attenzione un bestemmiatore abituale, e vi accorgerete che il “porco” sostituisce la punteggiatura nella sintassi del periodo; una virgola un “Dio…. “, un punto e virgola una “Madonna …..”, un punto finale due o tre “Dio… o Madonna…”.Crescendo si cominciano a frequentare i bar, che nei miei ricordi sono le vere e proprie “Università delle bestemmie”. Ed i “laboratori” sono i tavoli in cui si gioca a carte. Risento ancora le “invocazioni al Signore” che si levavano ogni qual volta si calava un carico a briscola, o si faceva una scopa. Dopo un tale “corso di studi”, di fatto la bestemmia diventa “ambientale”, oserei dire “culturale”, nel senso che la si pratica in ogni situazione, dal lavoro allo svago, ed in ogni caso non suscita più alcun stupore, più alcuna riprovazione. E diventa quindi anche una sorta di momento catartico, che aiuta a scaricare la tensione o il dolore in certe situazioni. Provate ad esempio a darvi una martellata su un dito e vedete se è più “liberatorio” un “poffarbacco” o un “porco….”.In quest’ottica di utilizzo come “intercalare” spontaneo, come “abitudine”, la bestemmia perde il suo significato propriamente “blasfemo”, offensivo nei confronti di chi crede nella Divinità. Non mi hanno mai convinto infatti le teorie di chi individua l’origine di questa pratica, o se preferite “tradizione”, nel pesante controllo morale e sociale, ma anche temporale, esercitato per secoli dalla Chiesa cattolica nella nostra Italia.Ciò non avrebbe senso ad esempio per il Veneto, tradizionalmente terra di cattolicesimo sentito, praticato e diffuso. Diverso il discorso per la Toscana, da sempre la regione più secolarizzata d’Italia, con una tradizione laica, anticlericale con tendenze anche anarchiche, tanto che Curzio Malaparte in “Maledetti toscani” scrive che “I toscani hanno il cielo negli occhi e l’inferno in bocca”.E di toscani noti che hanno avuto i loro problemi per aver trasceso contro la Divinità ce ne sono parecchi. Da Marcello Lippi che nel 1998 venne espulso a Udine per una imprecazione blasfema, a Roberto Benigni, contro il quale nel 1983 venne avviato addirittura un procedimento giudiziario a seguito di un suo intervento blasfemo alla Festa dell’Unità a Reggio Emilia. E da ultimo Massimo Ceccherini che per un “porco” venne cacciato dall’Isola dei famosi. Cosa che, si dice, non gli impedì di recuperare i soldi persi, facendo un tour per le discoteche di tutta Italia, in cui gli veniva richiesto solo di salire sul palco e bestemmiare.Non mi hanno mai convinto neppure coloro che, ritenendo di appartenere alle classi più elevate della popolazione, considerano la bestemmia il confine fra loro e gli zotici. Perchè chi vive in Veneto, od in Toscana, od in Friuli, tocca con mano ogni giorno che la bestemmia è, come dire, “interclassista”, in quanto diffusa in ogni ceto sociale. Sia chiaro che considero il bestemmiare un comportamento deprecabile per tutti, ma la cosa mi disturba ancora di più se ad imprecare è una donna; e purtroppo non è raro sentire qualche signora o qualche ragazza “porchesare” alla grande. Quanto meno mi sembra un indice di maleducazione, nonchè un’inutile offesa all’altrui sensibilità o religiosità. Oltre a tutto non sostenuta da alcuna motivazione, perchè se credi in Dio non dovresti bestemmiarlo, ma se non ci credi perchè offendi un qualcosa che non esiste?Ma debbo confessarvi che sono rimasto basito scoprendo che su Amazon è in vendita un libro, non so se possa definirsi tale un testo di 27 pagine, titolato: “300 modi per maledire Dio – La migliore raccolta di bestemmie”, il cui autore viene indicato come tale Nakaghata Dyokhan (sic!). Capisco che Amazon non è un ente morale, e che ha come unico fine il profitto, ma penso che certi limiti alla decenza non dovrebbero mai essere superati, e assecondare le “ambizioni letterarie” di un autore come questo, che evidentemente si autoproduce, non lo trovo sicuramente né meritorio né educativo. In altre parole ritengo che la libertà di espressione dovrebbe sempre coniugarsi con il buon gusto!Come pure non ho mai dimenticato, e immagino anche quelli di voi che li hanno vissuti, quei 35 giorni, quelle 800 ore, quei 48.000 minuti ininterrotti di bestemmie, insulti, oscenità, lanciate nell’etere nel 1986 da Radio Radicale, che aveva aperto le trasmissioni alle telefonate degli ascoltatori senza alcun filtro, per denunciare le difficoltà economiche in cui versava. Devo confessarvi che mai come in quella occasione ebbi la percezione precisa di cosa possa voler dire lasciare libero sfogo agli istinti “primordiali” della gente, oltre a tutto garantiti dall’anonimato.  Fino al 1999 nel nostro Paese il bestemmiare si configurava come un reato, e i meno giovani certamente ricordano che in molti locali era esposta una targa con la scritta “La persona civile non bestemmia -La bestemmia è reato – Art. 724 C.P”.Il Governo D’Alema, appunto nel 1999, lo ha depenalizzato, e chi bestemmia Dio in pubblico rischia una sanzione amministrativa da 51 a 309 euro. Secondo parte della dottrina giuridica la sanzione è applicabile solo se si offende Dio, ma non se si insultano la Madonna o i Santi.Attenzione però! Siccome talvolta capita di vedere qualche “Dio……” scritto su un post, segnalo che nel 2007 la Corte di Cassazione ha stabilito che è punibile anche chi bestemmia sui social network, come Facebook o Instagram.Quindi leoni da tastiera, occhio! E ancora maggior attenzione se doveste capitare in uno dei 72 Paesi nel mondo che puniscono la bestemmia più o meno severamente, ma in particolare in Afghanistan, Iran, Emirati Arabi Uniti, Malesia, Maldive, Mauritania, Sudan, Nigeria, Qatar e Yemen, dove per chi impreca contro la Divinità è prevista addirittura la pena di morte.Come si dice: Bestemmiatore avvisato…..
Per essere aggiornato sulle notizie del Veneto iscriviti al gruppo Facebook: VENETO NOTIZIE
VIACQUA
MOSTRA BASSANO
Whatsapp Tviweb
VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
UNICHIMICA

Potrebbe interessarti anche:

VIACQUA
MOSTRA BASSANO
VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
CAPITALE CULTURA
UNICHIMICA