8 Settembre 2024 - 10.48

“I’m still here”: il buco nero dei desaparecidos brasiliani, migliore sceneggiatura al Festival del Cinema di Venezia

Suonano alla porta, e non sai che sarà l’ultima volta che lo vedrai perché lo portano via per “chiarimenti”. “Torno per il “Soufflé” dice Lui, ma non tornerà più. Un tuffo al cuore di un Sudamerica (qui in Brasile) martoriato dai regimi dittatoriali e militari che facevano scomparire padri, madri, figli in un buco nero di interrogatori, torture ed omicidi. 

Il film “I’m Still Here (Ainda Estou Aqui)”, diretto dal regista brasiliano Walter Salles, ha ottenuto il prestigioso premio per la migliore sceneggiatura al Festival del Cinema di Venezia 81, grazie al lavoro congiunto degli sceneggiatori Murilo Hauser e Heitor Lorega. Questo riconoscimento è stato assegnato per la capacità della sceneggiatura di raccontare una storia intensa e profondamente umana, capace di toccare il cuore del pubblico e della critica.

Il film narra la storia di una famiglia brasiliana che si trova ad affrontare una tragedia improvvisa: la scomparsa del padre in chissà quale carcere prelevato dagli sgherri del regime. La narrazione si dipana attraverso il dolore della moglie e dei figli, interpretati magistralmente da attori che riescono a trasmettere tutte le sfumature emotive di un dramma familiare. La madre, in particolare, diventa il fulcro emotivo della storia, cercando di mantenere un senso di speranza nonostante la disperazione.

La sceneggiatura di Murilo Hauser e Heitor Lorega si distingue per la sua profondità e delicatezza, riuscendo a bilanciare momenti di intensità emotiva con riflessioni più intime e personali. Il testo non si limita a esplorare il dolore della perdita, ma anche il senso di colpa, la speranza e la determinazione a non arrendersi. Gli sceneggiatori costruiscono una narrazione stratificata, dove i dialoghi si mescolano con silenzi significativi e immagini evocative.

Walter Salles, conosciuto per la sua capacità di raccontare storie con una forte dimensione umana e sociale, dirige il film con una mano sicura e sensibile. La sua regia è caratterizzata da una grande attenzione ai dettagli e da una profonda empatia verso i personaggi. Salles utilizza la macchina da presa per esplorare non solo i volti dei protagonisti, ma anche l’ambiente circostante, che diventa un ulteriore personaggio del film.

“I’m Still Here” affronta tematiche universali come il dolore, la speranza e la resilienza umana. Il film è pervaso da un senso di malinconia, ma anche di bellezza, con una fotografia che cattura le sfumature emotive della storia. Le inquadrature strette e i primi piani sui volti dei personaggi evidenziano la loro fragilità e umanità, mentre i paesaggi brasiliani fanno da sfondo a una narrazione che si muove tra passato e presente.

Gli attori principali offrono interpretazioni potenti e commoventi, in particolare la madre e moglie (Fernanda Torres) che trasmette un’intensità emotiva straordinaria. La sua performance è il cuore pulsante del film, capace di trasmettere una gamma di emozioni che vanno dalla disperazione alla speranza, dal dolore alla determinazione.

Il film di Walter Salles si distingue come un’opera emotivamente potente e narrativamente complessa, capace di affrontare temi profondi con una sensibilità unica. La sceneggiatura premiata di Hauser e Lorega è la spina dorsale di questa pellicola, sostenuta da una regia attenta e da interpretazioni eccellenti. “I’m Still Here” è un film che rimane impresso nella memoria e nel cuore dello spettatore, grazie alla sua capacità di esplorare con delicatezza il lato più vulnerabile dell’esperienza umana.

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
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