In Alta Valchiampo è allarme cinghiali: interi campi e pascoli devastati
Dopo Recoaro, è allarme cinghiali anche in Alta Valle del Chiampo: gli animali stanno distruggendo tutti i terreni delle malghe attive in zona. Da Bocchetta Gabellele e fino a Passo della Porta, giorno dopo giorno continua la devastazione dei terreni, come dimostrano le foto scattate proprio in quelle zone pochi giorni fa. Si tratta di minimo 5-6 grossi cinghiali che, di notte, agiscono indisturbati. Chi ha pascoli, campi o malghe in zona parla di una devastazione totale e di danni consistenti. Gli animali infatti scavano con il grugno fino a diversi centimetri di profondità alla ricerca di bulbi, radici e tuberi e, così facendo, sollevano e ribaltano intere zolle di terreno. L’effetto del passaggio dei cinghiali è simile, come si evince dalle foto, a quello dell’aratura. Il cotico erboso viene completamente rimosso e, specialmente in montagna, perchè ricresca occorre molto tempo, anche 5 o 6 anni. Il cinghiale non è autoctono del Veneto, anche se quest’animale ha trovato nelle colline e montagne venete un habitat ideale: non avendo predatori naturali, sta proliferando in tutte le Piccole Dolomiti e nelle Prealpi , dove trova vaste aree ricche di cibo. L’assenza di predatori naturali consente il proliferare della specie: e i cinghiali arrivano a riprodursi due volte all’anno con una crescita media del 180%. Oltre otto italiani su 10 (81%) – secondo una recente indagine Coldiretti/Ixè dello scorso settembre – pensano che l’emergenza cinghiali vada affrontata con il ricorso agli abbattimenti, soprattutto incaricando personale specializzato per ridurne il numero. Il 69% degli italiani ritiene che siano troppo numerosi mentre c’è addirittura un 58% che li considera una vera e propria minaccia per la popolazione, oltre che un serio problema per le coltivazioni e per l’equilibrio ambientale come pensa il 75% degli intervistati che si sono formati un’opinione. Il risultato è che oltre sei italiani su 10 (62%) ne hanno una reale paura e quasi la metà (48%) non prenderebbe addirittura casa in una zona infestata dai cinghiali. La proliferazione senza freni dei cinghiali – conclude la Coldiretti nella recente indagine – sta mettendo anche a rischio l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali anche in aree di elevato pregio naturalistico.