In Veneto 20 mila studenti con disturbi dell’apprendimento, Finco (Lega): “Che cosa si fa?”
“Ci sono quasi 20mila studenti, in Veneto, che soffrono di DSA, il disturbo Specifico dell’Apprendimento che si rivela soprattutto nelle attività scolastiche e che si manifesta nella dislessia, ovvero nel disturbo della lettura, nella disortografia o nella disgrafia, e cioè nel disturbo della scrittura o della grafia, oppure nella discalculia, il disturbo nell’abilità di numero e di calcolo. Si tratta di un numero importante, che però non esprime del tutto le difficoltà cui vanno incontro i ragazzi delle scuole Primarie e Secondarie nel proseguire il percorso scolastico”.
Il problema è posto all’attenzione dal vicepresidente del Consiglio regionale del Veneto, Nicola Finco, che informa “di aver depositato sulla questione una specifica interrogazione”.
“Un primo e rilevante passo è stato fatto dallo Stato – ricorda il vicepresidente – Con una sua legge, la n. 170 del 8 ottobre 2010, ha categorizzato le tipologie dei disturbi e stabilito una serie di misure a supporto degli studenti, oltre a fornire una serie di indicazioni volte a favorire la preparazione degli insegnanti e a supportare i genitori. Ma anche la Regione del Veneto ha fatto la sua parte approvando la Legge Regionale n. 16 del 4 marzo 2010, che promuove e sostiene anch’essa interventi a favore delle persone con DSA, al fine di permettere condizioni ottimali per poter realizzare la loro persona nella scuola, nel lavoro e nella società. La L.R. aveva un aspetto che la caratterizzava in maniera particolare, ovvero la promozione della formazione di personale docente e dirigente delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, pubbliche e private, attività demandata alla Giunta di concerto con l’Ufficio scolastico regionale, con le Università del Veneto e con le Ulss”.
“La mia domanda in sostanza è: a che punto siamo? Quali misure sono state adottate e quali misure intende adottare la Giunta per promuovere la formazione del personale docente e dirigente delle istituzioni scolastiche? – chiede Nicola Finco – Perché, se da un lato c’è la difficoltà degli studenti nel proseguire in maniera regolare il proprio percorso formativo, dall’altro c’è un disagio che non può essere sottovalutato, ed è quello delle loro famiglie, che devono ricevere supporto ed essere rassicurate circa la capacità degli insegnanti di seguire in maniera adeguata gli alunni che soffrono di questo disturbo”.