Inaugurato a Schiavon l’impianto di biometano più grande d’Europa
“Oggi, grazie all’agricoltura, creiamo un valore aggiunto di 485 miliardi di euro ed oltre quattro milioni di occupati e siamo il primo settore, per importanza, per il prodotto interno lordo. Il settore primario, quindi, non conta il 2-3 per cento del Pil o degli occupati, come per decenni ci è stato raccontato. Ma è vero esattamente l’opposto, in quanto si deve considerare ciò che muove l’agricoltura, in termini di artigianato, di piccola impresa e di energia. E proprio in questo senso, l’impianto di oggi rappresenta un’eccellenza, un modello da replicare”. Con queste parole il presidente nazionale di Coldiretti, Ettore Prandini, è intervenuto questa mattina a Schiavon (Vi) in occasione del Festival del biometano e, in particolare, dell’inaugurazione dell’impianto più grande d’Europa, che trasforma i reflui zootecnici in energia rinnovabile e fertilizzante naturale, alla presenza dei vertici territoriali di Coldiretti, di Vicenza e di tutto il Veneto, nonché di un ampio parterre di autorità.
L’impianto, promosso da Iniziative Biometano (Gruppo FemoGas), è gestito da due società operative, Motta Energia ed EBS, di cui sono socie 117 aziende agricole attive nel territorio del Brenta, principalmente nei comuni di Schiavon, Pozzoleone, Bressanvido, Sandrigo e sono proprio questi allevatori che “alimentano” l’impianto stesso e gli permettono di produrre sostenibilità.
A confrontarsi sul tema “Biometano, un circolo… virtuoso” sono stati, oltre al presidente nazionale di Coldiretti, Ettore Prandini, Piero Gattoni (presidente del CIB-Consorzio italiano biogas), Stefano Ciafani (presidente nazionale di Legambiente), il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, Roberto Marcato (assessore allo Sviluppo economico e all’Energia della Regione Veneto), Luca De Carlo (presidente della IX commissione – Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare), Angelo Baronchelli (presidente del Gruppo AB), Stefano Bozzetto (amministratore delegato di FemoGas).
“Ogni anno l’impianto di Schiavon produce settemila tonnellate di biometano – ha spiegato Stefano Svegliado, amministratore delegato di Motta Energia e EBS – una quantità sufficiente a soddisfare il fabbisogno annuale di duecento mezzi pesanti, che percorrono centomila chilometri ciascuno. Se il metano diventa biometano liquido, la componente gassosa, cioè l’anidride carbonica, sarà presto recuperata e ceduta alle industrie che se ne servono: il settore alimentare, per esempio, la impiega nelle bibite gassate”.
Oltre al biometano, però l’impianto produce il digestato. Questo compost è utilizzato, nella sua frazione liquida azotata, per concimare i campi delle stesse aziende socie, e nella frazione solida per la concimazione di precisione in viticoltura, in floricoltura ed in orticoltura. Il digestato viene dunque restituito alla campagna, in alternativa ai concimi chimici, contrastando la desertificazione dei suoli e contribuendo a preservare la purezza della falda acquifera. Da Schiavon ne escono 250 mila tonnellate l’anno ed a beneficiarne sono circa 10 mila ettari di campagna.
Per realizzare tutto ciò occorre riconsiderare il valore dell’Agricoltura. “Bisogna sburocratizzare. Nei territori, occorre rendere più celeri le procedure che consentono di realizzare questi impianti. L’Italia è il paese più sostenibile a livello globale – ha aggiunto il presidente Prandini – ed il dato degli allevamenti, che oggi in termini di emissioni rappresentano il 5,5 per cento, può essere ulteriormente migliorato. E, grazie all’evoluzione di impianti come quello presentato oggi, si potrà trattenere ulteriormente l’ammoniaca, creando i principi per i quali andremo a fissare il carbonio nel suolo. Con questo intento Coldiretti vuole, nei prossimi cinque anni, arrivare ad un impatto zero, diventando un paese sostenibile per quanto riguarda le filiere zootecniche”.
Per farcela, l’Europa deve sostenere queste iniziative virtuose. “Ci aspettiamo un atteggiamento di un’Europa che favorisca ed accompagni gli agricoltori in questo percorso – sottolinea il presidente Prandini – dando certezze ai cittadini e consumatori che il mondo agricolo può produrre ancora di più e meglio rispetto ai bisogni della collettività, senza dover ricorrere ai cibi di laboratorio”.
L’agricoltura ed il territorio hanno bisogno di tempestività. “Lo dimostra ciò che sta vivendo l’Emilia Romagna – conclude il presidente Prandini – rendendo evidente che la manutenzione del letto dei fiumi va fatta, per evitare che si replichino analoghe situazioni. Anche al tema della fauna selvatica e delle nutrie, di conseguenza, va data una pronta risposta, altrimenti la caduta degli argini e l’abbandono delle aree interne, saranno all’ordine del giorno, mentre devono essere limitati il più possibile. Dobbiamo pensare, infine, alle prospettive che avranno i nostri giovani. Dobbiamo pensare alla redditività dei nostri allevamenti, perché se non abbiamo un giusto reddito economico, l’agricoltura rischierà di essere ad appannaggio di pochi. Per questo, l’iniziativa di oggi, attraverso l’attività tradizionale, consentirà di garantire un maggior valore al lavoro agricolo”.
Concetti sostenuti in toto dal ministro Lollobrigida, in videocollegamento, che ha precisato come “Il sostegno del governo per il settore primario è assicurato, così come occorre adoperarsi per sfruttare al meglio le fondamentali risorse messe a disposizione del Pnrr per lo sviluppo delle attività e, di conseguenza, del paese”.
Al termine della mattinata, con il taglio del nastro, gli agrichef di Campagna Amica hanno realizzato con i prodotti tipici locali un buffet per tradurre in concreto i concetti espressi nel corso delle due tavole rotonde, esaltando i valori della terra e le sue produzioni, oltre al saper fare dei cuochi contadini.