Inchiesta di Venezia: interrogato Boraso che non risponde, per ora…
Nel giorno in cui sono iniziati gli interrogatori degli indagati nell’inchiesta della procura di Venezia sul presunto sistema di corruzione in laguna l’ex assessore Renato Boraso, dimessosi ieri e in carcere al Due Palazzi di Padova, si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al GIP Alberto Scaramuzza, vista l’impossibilità di leggere tutte le carte dell’inchiesta in tempi così brevi. Secondo la procura di Venezia, Boraso era al centro di un vero e proprio sistema di tangenti, e avrebbe ricevuto decine di fatture e bonifici in cambio di favori nell’orientare gare d’appalto per servizi comunali o destinati alle società partecipate. E intanto a Venezia prende il via la festa del redentore. e il sindaco Luigi Brugnaro, nella sua prima uscita pubblica proprio all’inaugurazione dell’evento ha dichiarato “Qualcuno stasera griderà Barabba” e poi in dialetto veneziano “Speriamo che non mi mettano in croce”. Oggi si è aggiunto alla lista degli indagati, destinata ancora a crescere anche il magnate di Singapore, Ching Chiat Kwong. L’uomo d’affari, sarebbe accusato dalla Procura di aver versato 73 mila euro sui conti dell’assessore Renato Boraso, per l’acquisto di Palazzo Papadopoli, di proprietà comunale. La somma era giustificata con fatture emesse da una società di Boraso per servizi inesistenti.