Inquinamento digitale: quanto pesa sull’ambiente la nostra vita online
di Anna Roscini
La lotta ai cambiamenti climatici passa anche dal web. Avete mai provato a contare quante ore al giorno passate online tra smartphone, computer, tablet e smart tv? Secondo il Global Digital Report 2022 di Wearesocial, passiamo la nostra vita connessi in media sei ore al giorno. Per lavoro o per svago sono tante le attività che svolgiamo online e che pesano sempre più sull’ambiente: sì, perché anche il digitale inquina, e non poco. Internet consuma enormi quantità di energia nei data center, nelle reti di telecomunicazioni e nei dispositivi degli utenti. Il manifesto per un digitale sostenibile di IAB Italia parla chiaro: se Internet fosse un Paese, sarebbe il settimo inquinatore più grande al mondo! I dati più recenti confermano questa tesi: il funzionamento dei prodotti e dei servizi digitali ogni anno produce 1.6 miliardi di tonnellate di gas serra. Non solo, secondo lo Studio sulla Sostenibilità di IAB Italia e YouGov, ognuno di noi produce, solo grazie al digitale, oltre 400 kg di anidride carbonica. Se la digital industry oggi è responsabile del 4% delle emissioni di CO2 mondiali, entro il 2025 inquinerà il doppio e arriverà al 20% del totale delle emissioni di CO2 mondiali prima del 2050. E l’Italia? A volte per inquinare basta un clic: nel nostro Paese ci sono circa 35 milioni di utenti che quotidianamente inviano e-mail e l’invio di una e-mail produce circa 4g di CO2. C’è poi il grande mondo dell’e-commerce: secondo l’Osservatorio eCommerce B2c del Politecnico di Milano, gli acquisti online in Italia hanno registrato nel 2021 una crescita del 21% rispetto all’anno precedente. Quantificare il costo ambientale del commercio online non è semplice. Secondo il B2c Logistic Center e le ricerche realizzate dalla società di consulenza Oliver Wyman, l’e-commerce sarebbe in media più sostenibile rispetto alle attività commerciali offline. Sebbene gli acquisti online siano tendenzialmente ritenuti meno inquinanti di quelli in negozio, non significa che non abbiano un impatto ambientale rilevante. A partire dai packaging poco sostenibili fino allo spazio web occupato, passando per il trasporto su strada e le consegne veloci. Cosa fare quindi per ridurre il proprio impatto digitale? Per ciò che concerne gli acquisti online, domandiamoci sempre, prima di comprare un prodotto, se possiamo attendere qualche giorno in più per la consegna o se è davvero urgente; così come se è possibile trovare lo stesso articolo nel negozio vicino a casa e magari andarci senza usare l’auto. Non dimentichiamo poi, se possibile, di acquistare più prodotti in un unico ordine, anziché distribuire gli acquisti in più ordini. Il cambiamento non può che interessare anche le piccole azioni della vita di tutti i giorni, come chiudere tab che non sono utili all’attività che stiamo svolgendo; togliere dall’archivio file obsoleti o duplicati; cancellare le app che non utilizziamo sul telefono; non salvare i file su più piattaforme online. E ancora, è importante non iscriversi a newsletter che non apriremo; cancellare gli account che non usiamo più; spegnere la webcam durante le call se non è necessario; ascoltare la musica offline scaricando i brani. Per quanto riguarda la nostra vita lavorativa possiamo invece cominciare a salvaguardare l’ambiente limitando gli invii delle email ai destinatari chiave; riducendo le dimensioni dei file in allegato; abbassando la luminosità dello schermo. Senza dimenticare di: sostituire i device elettronici solo quando indispensabile e con dispositivi ricondizionati; salvare le pagine più consultate per ridurre l’utilizzo dei motori di ricerca e ottimizzare il data storage, valutando quando è necessario attivare il backup automatico.