IL GRAFFIO- Che ha fatto Draghi? Parlano i numeri: ha governato un’Italia ingovernabile
Noto in molte persone una sorta di soddisfazione per la fine del Governo Draghi, quasi si trattasse della caduta di un dittatore.
Legittimamente uno può pensarla come gli pare, e lungi da me dare la pagella all’ormai ex premier.
Però credo sia giusto osservare che i cosiddetti “Governi tecnici” arrivano non per congiunzioni astrali, o per masochismo istituzionale, bensì perché il Governo “politico” in carica non riesce più a svolgere al meglio le sue funzioni.
Mario Monti arrivò quando l’Italia rischiava di non avere più accesso ai mercati per via dello spread alle stelle; Mario Draghi quando il Governo Conte 2 era palesemente incapace di risolvere le emergenze allora in atto.
Nulla di più, ma neanche nulla di meno.
Forse, per fare un solo esempio, ci siamo dimenticati delle “primule” volute dal Commissario “a tutto” Domenico Arcuri? Ma sì quei padiglioni progettati dall’architetto Boeri che dovevano diventare i fiori all’occhiello dei centri vaccinali?
Di fronte alla confusione, all’evidente incapacità, il Presidente Mattarella pensò bene di tirare una riga e chiamare l’uomo che nel 2012 aveva salvato l’euro dalla speculazione internazionale.
Cosa ha fatto Draghi di così straordinario?
Nulla di più che governare bene!
Ha nominato un generale esperto di logistica per risolvere il problema dei vaccini, ha cercato di mettere a terra quanto previsto dal Pnrr, ha ridato all’Italia un ruolo a livello internazionale.
Lo so che è difficile mettere in riga le cose fatte quando si governa bene, perché sembrano cose normali.
Ma credo basti un solo dato per dare un voto molto positivo all’operato di Draghi; a fine 2020, quindi, due mesi prima che si insediasse il suo governo, il rapporto deficit/Pil era al 9,5% mentre ora è previsto per fine 2022 al 5,1%.
E ciò nonostante il Governo abbia iniettato nell’economia ben 60 miliardi fra aiuti e sostegni, senza però attuare alcun scostamento di bilancio, come voleva Capitan Salvini, che avrebbe scatenato i mercati.
Per finire l’aver ridato credibilità al nostro Paese dopo le giravolte di Conte in politica estera.
Non è un caso se Macron, Scholz e Draghi durante il vertice sul gas di venerdì scorso si sono appartati, e si sono messi a scrivere praticamente da soli un intero paragrafo delle conclusioni del summit. A Conte non sarebbe capitato!
Ed infine il saluto a Draghi dei 26 Capi di Governo della Ue non è stato né ordinario né consueto.
Un applauso accompagnato da un video preparato per l’occasione con tutti i momenti più importanti del suo incarico alla Bce e a Palazzo Chigi. Dal “Whatever it takes” del 2012 agli ultimi vertici internazionali.
E poi un dono, la statuetta che rappresenta Palazzo Europa, significativa non tanto per la scultura ma perché è esattamente lo stesso gesto che il Consiglio aveva riservato 10 mesi fa ad Angela Merkel.
Non era un atto dovuto, anzi è piuttosto infrequente, e l’averlo voluto per Draghi testimonia il ruolo importante da lui svolto in questi 20 mesi in Europa ed in Italia.