La Commissione Pari Opportunità contro consigliere di Bassano: “Espressioni violente e aggressive”
La Commissione Pari Opportunità della Provincia di Vicenza interviene sulle polemiche innescate nel Consiglio Comunale del 30 giugno scorso a Bassano del Grappa, in merito alle dichiarazioni pronunciate dal consigliere Gianluca Pietrosante, parlando di “espressioni violente e aggressive dirette alle donne”.
“Un contesto e uno spazio deputati al confronto democratico sono stati utilizzati per disinformare la cittadinanza in merito alla normativa vigente, alterandone finalità e contenuti nonché la portata storica.
Il problema della denatalità è affrontato dallo Stato italiano (non certo in maniera esaustiva) con misure di conciliazione famiglia e lavoro e tramite servizi di supporto dei nuclei familiari, non più solo in favore delle madri.
I giovani genitori vogliono essere protagonisti, insieme, della crescita e dello sviluppo della famiglia.
Il “patriarcato distrutto a favore della ideologia femminista” così come enunciato in Consiglio Comunale a Bassano è un sistema basato sulla prevalenza di un genere sull’altro e che governa ancora molti Stati (non europei) spesso emarginati, economicamente poco sviluppati e dove le persone, maschi e femmine, non trovano la realizzazione di sé.
Il patriarcato non è sicuramente compatibile con uno stato democratico come il nostro che è impegnato da tempo affinché entrambi i generi possano partecipare e sostenere la vita sociale ed economica con le medesime opportunità.
Vogliamo soffermarci dunque su un nuovo atteggiamento maschile che sta emergendo e che si nota anche in questo episodio: una sorta di violenza indiretta verso le donne che colpisce per esercitare pressioni psicologiche sull’opinione pubblica o per cercare di delegittimare avversarie politiche, pur rimanendo attenti e solleciti quando si tratta di manifestare il cordoglio in caso di femminicidio. Spesso purtroppo la violenza verbale nei confronti delle donne impegnate in politica non è presa in considerazione ed è per questo che è necessario intervenire affinché si rivedano i codici di comportamento.
E’ stato il Parlamento italiano, a maggioranza maschile, sollecitato da battaglie civili e non violente, a cambiare la morale dominante nella nostra cultura che relegava la donna in ruoli prefissati senza libertà di scelta: grazie alla legge sul divorzio del 1970, la riforma del diritto di famiglia del 1975, la legge 194 sull’interruzione volontaria della gravidanza del 1978. In una società che evolve, che è proiettata al futuro, fra l’altro in un contesto territoriale veneto e vicentino dinamico, aperto e votato alla partecipazione delle donne al mondo economico, culturale e sociale, non può trovare spazio una visione così marginalizzante e anacronistica della presenza femminile”.