La comunità del Mali chiede giustizia per il ragazzo con coltello ucciso da poliziotto
“Il nostro fratello e connazionale Diarra Moussa è stato ucciso; credo che possa trattarsi di legittima difesa, ma chiediamo che venga fatta giustizia”. Queste le parole di Mahamoud Idrissa Boune, presidente della Comunità del Mali in Italia, che ha annunciato di aver richiesto un incontro con la pm Maria Diletta Schiaffino, la magistrata della Procura di Verona che coordina le indagini sul caso.
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“Moussa – ha evidenziato Boune – ha vissuto l’inferno in Libia, attraversato il Mediterraneo e cercato di integrarsi in Italia, affrontando grandi difficoltà. E poi, una mattina, esce per incontrare i suoi amici e viene ucciso come se nulla fosse, nemmeno fosse un piccione… Chiedo scusa, ma è una vergogna”.
“Moussa era un ragazzo. Dicono che avesse un coltello in mano, anche se non abbiamo ancora visto alcun filmato che lo mostri. C’erano due o tre agenti della polizia locale, alle 7 del mattino, con la luce del giorno. Credo che avessero i mezzi e la formazione necessari per catturare Moussa senza ucciderlo”, ha aggiunto Boune.