La confusione fra Governo e Regione penalizza parrucchieri ed estetisti
“In
qualità di professionisti assicuriamo anzitutto le massime
condizioni di igiene e sicurezza nei nostri saloni, chiedendo il
rispetto scrupoloso delle misure ai nostri clienti. Nel recente
Decreto però ci sono parecchi punti non chiari e che non aiutano a
capire quale comportamento debbano tenere i clienti; servirebbe più
buon senso”. Questo il parere di Renata Scanagatta e Valeria Sylvia
Ferron, presidenti provinciali delle categorie Acconciatori e
Estetica di Confartigianato Vicenza, in seguito ai provvedimenti
presi prima dalla Regione Veneto con l’ordinanza n. 169 e
successivamente dal Governo con il Decreto Legge n. 172. Una
coincidenza di provvedimenti che, in concomitanza a un periodo
intenso di lavoro come quello a ridosso delle festività natalizie,
ha inevitabilmente favorito una varietà di interpretazioni
alimentando quindi la confusione tra le imprese del settore e poi
anche nei clienti, che non comprendono quale sia il comportamento più
corretto da tenere.
“Ad esempio – prosegue Scanagatta –
nei “giorni rossi” i saloni di parrucchiere possono rimanere
aperti ma non è chiarito se il cliente possa uscire di casa.
Confartigianato da tempo ha chiesto chiarimenti, ma dal Governo non
abbiamo ancora visto risposte ufficiali”.
I parrucchieri
evidenziano inoltre il fatto che il rapporto tra cliente e salone è
“fiduciario”, e sulla base di pronunciamenti già espressi dalle
Prefetture di altre Regioni, va lasciata la possibilità al cliente
di raggiungere il proprio acconciatore di fiducia anche se è oltre
certi limiti territoriali.
“Ci adeguiamo con sacrificio al
fatto che i nostri centri estetici debbano rimanere chiusi nei giorni
prefestivi – aggiunge Valeria Sylvia Ferron – ma la troviamo una
scelta incomprensibile considerato tutta l’attenzione che i nostri
istituti prestano per prevenire i contagi. Inoltre, certi limiti agli
spostamenti appaiono fuori luogo per realtà come le nostre in cui
riceviamo singolarmente e su appuntamento i clienti i quali partono
dalla loro abitazione per raggiungere un luogo altrettanto sicuro e
non affollato”.
Dai Comuni e dalla Polizia locale è emersa
la necessità di un confronto diretto con Confartigianato per
adottare una linea comune che dia, per quanto possibile, certezze
tanto alle imprese quanto ai clienti. Da qui il suggerimento di
interpretare il contenuto del Decreto usando il buon senso: ovvero
che siano consentiti ai clienti gli spostamenti verso saloni e centri
di bellezza trattandosi di attività non sospese. “Questo in
considerazione anche del fatto che i nostri clienti provengono in
media da 5/10km di distanza dal nostro esercizio – concludono le
Presidenti – va perciò compreso che i limiti territoriali sono
relativi. In questo periodo, garantire a tutti i nostri clienti un
trattamento di bellezza e benessere vuol dire anche allentare la
tensione per le tante apprensioni legate a questo difficile momento”.