La fatale Verona e le ricadute su Vicenza
Sta per scattare il cosiddetto silenzio elettorale, le 24 ore che precedono l’apertura dei seggi è il segnale che ci siamo, dopo mesi di campagna elettorale ci si ferma – ufficialmente – per prepararsi all’appuntamento che deciderà la guida di città e paesi anche in Veneto.
Sì è vero ci sono anche i referendum sulla giustizia, quelli che non hanno appassionato nessuno a partire da chi li ha sostenuti, ma quella è un’altra storia, probabilmente non supereranno il quorum.
In realtà lo sguardo di tutto il Veneto, ma anche dell’Italia più politica, è concentrato sulle due città che vanno al voto Padova e Verona. Belluno, che pure vota, è marginale rispetto alla cronaca.
Nella città del Santo gli osservatori danno per favorito il sindaco uscente Sergio Giordani che ha fatto una campagna elettorale evitando sia le polemiche, che pur ci sono state, sia i confronti con gli avversari, nonostante il principale, Francesco Peghin, lo abbia sfidato in diverse occasioni. Giordani ha fatto spallucce ed ha parlato solo al suo elettorato infischiandosene degli inviti di Peghin e delle regole classiche della politica dove, in teoria, i candidati si sfidano anche pubblicamente per convincere gli elettori. Una campagna elettorale fatta di parallelismi dove ogni candidato parla al suo popolo.
Le cose cambiano e anche gli stili delle campagne elettorali.
Appassiona di più invece la sfida veronese. Che in realtà è un derby tra due centrodestra, quello ortodosso di Federico Sboarina e quello più eretico di Flavio Tosi. Due personalità opposte, due idee diverse di centrodestra. Sì è vero c’è anche un candidato di Centrosinistra, l’ex calciatore Damiano Tommasi, che rischia di beneficiare dalla guerra civile nel centrodestra e diventare sindaco, ma è difficile che in un ipotetico ballottaggio tra Sboarina e Tommasi, Tosi riesca a spostare il suo consenso su un esponente del centrosinistra. Al momento le opzioni sono tutte possibili al di là dei sondaggi che vedono il sindaco uscente in vantaggio, ma la vera domanda è se il derby del centrodestra scaligero terminerà domenica o si protrarrà al ballottaggio, perché la vera sfida sarebbe il duello finale tra Sboarina e Tosi.
E Vicenza? Sicuramente Francesco Rucco e la sua maggioranza guardano con attenzione a quello che succede a Verona, in particolare, anche perché dopo la fusione delle due municipalizzate il legame tra la città del Palladio e gli scaligeri è blindato e un cambio di rotta politica a Verona innescherebbe sicuramente elementi di discontinuità, inoltre sta per scattare il count down anche per Rucco che andrà al voto tra circa un anno, ma qui non si vede nessuno che assomigli a Flavio Tosi.